“Mirella Stanzione è nata a La Spezia nel 1927. A 17 anni, nel luglio 1944, viene deportata con la madre a Ravensbrück perché di famiglia antifascista e perché il fratello era partigiano. Mirella Stanzione è una della poche testimoni dirette che oggi può ancora raccontare del lager dedicato alle donne“.
Così recita la presentazione dell’incontro che domani, 30 gennaio alle 18, si terrà nel salone consiliare del Comune di Prato. Mirella Stanzione sarà accompagnata dalla figlia, Ambra Laurenzi, autrice dell’omonimo libro fotografico sul campo di concentramento per sole donne di Ravensbrück.
A Ravensbruck, a circa 80 chilometri da Berlino, i nazisti deportarono decine di migliaia di donne di oltre 20 nazionalità diverse. Non solo perché di orgine ebraica ma anche perché zingare, oppositrici del regime, testimoni di geova, criminali comuni e “ariane” che avevano avuto rapporti sessuali con razze “inferiori”. Il campo aprì il 15 maggio 1939 e nei sei anni di attività decine di migliaia di donne, ragazze e bambini morirono a causa di denutrizione e malattie, esperimenti scientifici o perché giustiziate sul posto o avviate alle camere a gas di altri campi di concentramento.
All’incontro promosso dal Museo della Deportazione e della Resistenza in collaborazione con Aned Prato e Comune di Prato parteciperanno anche Simone Mangani, assessore alla Cultura del Comune di Prato, Giancarlo Biagini, presidente dell’ANED Prato e Aurora Castellani, presidente della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza. Coordina Camilla Brunelli, direttrice della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza.