Erano in 150 stamattina, giovedì 3 febbraio, in piazza del Comune al sit-in per Lorenzo Parelli, lo studente diciottenne che ha perso la vita durante lo stage curriculare non retribuito che stava svolgendo.
Lorenzo Parelli è morto durante uno stage non retribuito: il diciottenne è rimasto ucciso in azienda, mentre lavorava gratuitamente e in orario scolastico. I suoi coetanei sono scesi in piazza, nei giorni seguenti, e sono stati caricati dalla polizia. Tutto questo mentre, in Italia, si continuano a considerare gli stage non retribuiti come una cosa normale, come se il tempo che i ragazzi vi dedicano non avesse alcun valore se non quello di “imparare un mestiere”.
Erano in 150 stamattina, in piazza del Comune a Prato, per “Bravi da morire”, il sit-in in sua memoria: oltre agli studenti erano presenti le associazioni del territorio e le rappresentanze politiche, sindacali e istituzionali.
“É stato commovente vedere così tanti studenti e studentesse riunirsi per ricordare Lorenzo, perché non possiamo voltarci dall’altra parte – ha detto Niccolò Sanesi, portavoce dell’associazione studentesca “La Piazza degli Studenti” che ha organizzato il sit-in – è stato fondamentale per dire insieme che gli studenti non devono subire passivamente i propri percorsi formativi, ma essere protagonisti della loro costruzione”.
Dopo il sit-in gli studenti, di tutte le scuole, si sono trovati al Metastasio per un’assemblea di discussione, elaborare proposte sul PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) e proporne una loro versione: “Il nostro percorso non si ferma qua – ha detto Niccolò Ghelardini, membro de “La Piazza degli Studenti” – dal riconoscimento dei percorsi di alternanza in orario curriculare, alla diffusione della cultura dei diritti sul lavoro, porteremo avanti le proposte emerse oggi, per dar voce a chi, l’alternanza, deve farla per obbligo”.