Verrà inaugurata sabato 21 ottobre alle 16 negli spazi esterni di villa Rospigliosi, la mostra site specific “Contrappunti” di Giovanni Termini. Ingresso libero. Orari dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Negli ultimi mesi villa Rospigliosi è stata lo scenario di alcune interessanti mostre curate da Riccardo Farinelli con l’obiettivo specifico di “stimolare una riflessione sull’arte e sullo spazio che da esso può essere abitato, innescando un inedito dialogo, rivolto ad un pubblico eterogeneo e sensibile, tra i luoghi ‘privati’ ed il territorio”. Contrappunti, che sarà visitabile fino al prossimo 5 dicembre, non fa eccezione.
“In tutto quattro i “Contrappunti” concepiti da Giovanni Termini. “Interventi leggeri, quasi invisibili, la cui proposta di lettura non superficiale obbliga una attenta osservazione – si legge nella presentazione – Opere che invitano alla sosta, sottolineano ambiguità, sospensione, alimentano attesa. Una vena spirituale e immateriale sembra attraversarle nel cui processo paiono acquisire vitalità, quasi un desiderio d’indipendenza dal volere stesso dell’autore”. I contrappunti sono quattro: “sulla circonferenza”, dove “Il rischio di un getto d’acqua segue il percorso ideale di un cerchio ma lungo il cammino un ombrello può creare riparo”; “libera di scegliere se restare”, dove “Un desiderio di cura e amorevolezza verso un’opera mutilata una protesi mobile restituisce libertà di scelta se rimanere o andare”. E poi un “lungo drappo cardato dal colore dei cenci di cui è composto evidenzia la vocazione operosa della città o la vocazione teatrale di un piccolo spazio, forse protegge un ambiente più intimo innescando curiosità vojeristiche”. Per arrivare all’ultimo contrappunto, “Fine giornata”.
Giovanni Termini è nato in Sicilia e dal ’98 vive e lavora tra Pesaro ed Urbino dove insegna presso l’Accademia di Belle Arti. Nel suo linguaggio le installazioni come mezzo di comunicazione, assemblaggi, progetti. Un operare volto ad interventi di alterazione e modificazione dello spazio ospitante. Non volumi statici ma forme in espansione, tensioni tra forze compresse, installazioni dalla dimensione temporale aperta al cambiamento ed alla mutazione. Un impiego di materiali eterogeni e d’uso ordinario, prevalentemente provenienti dall’edilizia. Materiali spogliati dalla loro funzionalità che rivelano una dimensione poetica o “contestualizzati” paiono interrogare lo spazio destinato. Un lavoro incentrato sul paradosso, l’instabilità, su un costante mutare delle cose e delle situazioni.