Non capita tutti i giorni che un cimitero diventi location di un’esposizione. A quello di Chiesanuova, domani 27 giugno alle 10,30, verrà infatti inaugurato “Non farò sogni effimeri”, progetto artistico di Riccardo Farinelli.
Il progetto, che ha il patrocinio del Comune, e che è composto da 4 opere dal titolo “Si vis apparet”, “Enigma”, “Dalla soglia” e “Memento vivere”, sarà allestito e visitabile fino al prossimo 4 luglio.
“Se dovessi spiegare il motivo che mi ha spinto-stimolato a pensare e poi realizzare una esposizione come questa, fatta di sole quattro opere e in un luogo tanto significativo quanto inconsueto come un cimitero, penso che metterei in cima alla lista un paio di ragionamenti. Forse anche tre – spiega Farinelli nella presentazione della mostra – Il primo riguarda sicuramente la ricerca di un allargamento degli spazi di fruizione dell’opera, affinchè se ne renda possibile l’accesso da parte di un numero maggiore di persone, problema-ossessione di gran parte degli artisti almeno da un secolo; ma anche come lo spazio ospitante non sia neutro ma capace di aggiungere senso al lavoro dell’artista. Il secondo, che del primo è conseguenza, riguarda il cercar di rendere evidente quanto l’opera, come atto creativo, non possa prescindere dallo stimolo-confronto con il suo intorno (strade, case, munumenti, persone, paesaggio…) cercando così di sottolineare come l’opera non sia frutto esclusivo delle capacità dell’artista ritenuto, romanticamente, il solitario genio creatore ma sia invece il risultato di uno scambio dialettico. Allo stesso tempo – prosegue Farinelli – l’intimo rapporto con il proprio lavoro stimola l’approfondimento dei propri mezzi tecnici, in un doveroso affinamento nella costruzione di una immagine. Ed in questo non ravvedo alcuna contraddizione. Se guardo indietro, alla mia ormai non breve carriera d’artista e organizzatore, trovo una certa coerenza tra le prime prove degli anni ‘70 del Novecento, come ad esempio l’installazione al vicolo Gherardacci, e quelle degli ultimi anni come “dalla soglia” presso villa Rospigliosi o “arte di confine” sul viale Galilei. Considerazione questa che trovo confortante.”