Se i musei di Prato stanno per tornare (quasi) alla normalità, come annunciato giorni fa, il Centro Pecci rilancia annunciando la prima esposizione della Fase 2: una mostra dedicata agli scatti dell’acclamato e controverso fotografo e poeta cinese Ren Hang, morto suicida a Beijing nel 2017 a poco meno di trent’anni.
“L’artista, che non ha mai voluto essere considerato un artista politico – nonostante le sue fotografie fossero ritenute in Cina pornografiche e sovversive – è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura”, si legge nella nota.
La riapertura
Dal 21 maggio al 3 giugno l’ingresso sarà gratuito per tutti, con un orario ridotto dalle 12.00 alle 20.00, dal giovedì alla domenica.
Dopo 10 settimane di chiusura, gli spazi sono stati sanificati e riorganizzati secondo le indicazioni delle autorità. Tutti i presidi di protezione personale necessari sono già a disposizione, mentre le caratteristiche dell’edificio, grande e spazioso, renderanno semplice il distanziamento fisico e la gestione contingentata del flusso di visitatori che non potranno essere più d 60 contemporaneamente.
Il museo riapre con la mostra – prorogata fino al 23 agosto – THE MISSING PLANET, visioni e revisioni dei “tempi sovietici” dalla collezione del Centro Pecci e da altre raccolte, a cura di Marco Scotini e Stefano Pezzato e con progetto di allestimento di Can Altay. Dalla Russia alle province baltiche, caucasiche e centro-asiatiche, un’immersione nelle ricerche artistiche sviluppate dagli anni Settanta a oggi nelle ex repubbliche sovietiche.
In occasione della riapertura, in dialogo con la mostra viene presentata la video installazione di Adrian Paci (Scutari 1969) Interregnum, un montaggio di sequenze di funerali di dittatori comunisti di diverse nazionalità ed epoche, recuperate dagli archivi di stato o dalle trasmissioni televisive nazionali albanesi. Interregnum mostra uomini, donne, bambini ripresi in primo piano, in lacrime, oppure da lontano, in code chilometriche: la morte di un leader libera il dolore dei singoli che, dice l’artista albanese, “non era contemplato nella società comunista”.
La riapertura è anche l’occasione per presentare nelle sale del museo Extra Flags, le dieci bandiere d’artista realizzate per Centro Pecci Extra, il palinsesto di contenuti che ha tenuto viva la programmazione del museo durante i mesi di lockdown. Realizzate da Marinella Senatore, Nico Vascellari, Marzia Migliora, Eva Marisaldi, Flavio Favelli, Marcello Maloberti, Elisabetta Benassi, Massimo Bartolini, Elena Mazzi e Andreco, queste bandiere sono state issate con cadenza settimanale sul pennone davanti al museo, segno di resistenza e di speranza nel mondo reale, nei giorni in cui sembrava che l’orizzonte digitale fosse l’unico praticabile.
Le bandiere saranno il punto di partenza di un laboratorio dedicato ai più giovani, che avrà luogo nelle due sale espositive trasformate in aule didattiche, pensate per accogliere da subito e in sicurezza i bambini e le loro famiglie. Sempre ai bambini e ai ragazzi è dedicato anche KENE/Spazio, il progetto promosso da Fondazione Pianoterra Onlus, a cura di Sara Alberani, dell’artista ivoriano Mohamed Keita, in mostra fino al 31 maggio.