Continua il format Centro Pecci Extra con nuovi contenuti online e la bandiera d’artista della settimana. Dopo Shine, In dark times we must dream with open eyes e − · − (Kilo) tocca a Eva Marisaldi con Approssimazione: “un aquilone in un cielo punteggiato di stelle, o forse una sorta di tappeto volante ma anche, semplicemente, una figura geometrica astratta, un piano colorato che segna il rapporto tra cielo e bandiera e lo annulla”, come si legge nel comunicato. Eva Marisaldi si è ispirata alle riflessioni del filologo Enzo Raimondi, che vede l’approssimazione come passaggio necessario per arrivare alla conoscenza.
Ecco il programma di Centro Pecci Extra.
Mercoledì 8 Aprile, dalle 12 alle 24: Styx, un film di Wolfgang Fischer
Rike ha quarant’anni, è una dottoressa di successo il cui lavoro la impegna molto. Decisa a realizzare il sogno a lungo desiderato di raggiunge in barca a vela in solitaria l’Ascensione, una piccola isola tropicale nel mezzo dell’Atlantico, si concede una vacanza. La sua gita spensierata sembra essersi concretizzata, ma una tempesta e l’avvistamento di una barca di rifugiati trasforma improvvisamente l’avventura in una sfida senza precedenti. La barca dei rifugiati è gravemente danneggiata e sovraccarica. Più di cento persone stanno per annegare. Rike cerca di organizzare un soccorso, ma si sente impotente e si rende conto che l’umanitarismo si è trasformato in un mero pio desiderio. Il film vince il Premio della giuria ecumenica (Panorama), il Premio label europa cinemas, il Premio Heiner Carow al 68. Festival di Berlino nel 2018.
Giovedì 9 Aprile, dalle ore 10: Intervista a Stefano Arienti
“Non si può mai prevedere cosa diventerà una raccolta. Da questo punto di vista io sono un collezionista abbastanza atipico: per esempio colleziono stoffe da utilizzare per fare dei disegni, colleziono cartoline e poi le trasformo in un multiplo o in grandi immagini su polistirolo, faccio duecentomila diapositive che sistemo in ordine nei raccoglitori e poi va a finire che quelle immagini le utilizzo per fare dei disegni, o mi metto a trattarle o a graffiarle. Queste raccolte a un certo punto si trasformano, diventano qualcos’altro e spesso questo è anche un modo per liberarsene..” Stefano Arienti.
L’intervista a Stefano Arienti è stata registrata in occasione della mostra Una scena emergente. Artisti italiani contemporanei curata da Amnon Barzel e da Elio Grazioli nel 1991, per presentare l’opera che sarebbe poi entrata nella collezione del Centro Pecci: Cartoline. Realizzata da Stefano Arienti tra il 1990 e il 1991, l’opera si compone di sessantacinque pannelli di polistirolo montati sui due lati di una struttura lignea e illuminati internamente da luci al neon. Ogni pannello presenta riproduzioni di opere d’arte e monumenti, vedute di paesaggi e illustrazioni tratte da cartoline e biglietti d’auguri, riunite sotto forma di una raccolta composita e personalizzata che riconsegna al visitatore una varietà di immagini conosciute e condivise.
Venerdì 10 Aprile dalle ore 10: Le Isole Fantastiche di Matteo Rubbi
Le Isole Fantastiche, un inaspettato giro del mondo solcando mari, esplorando isole, immaginando nuove culture. Pecci Extra ripropone il progetto Le Isole Fantastiche ideato dall’artista bergamasco Matteo Rubbi nel 2017, promosso da AMACI in occasione della terza edizione dell’Educational Day e curato dai Dipartimenti Educativi dei Musei associati, con il supporto di BNL Gruppo BNP Paribas, al quale hanno partecipato più di 1.000 bambini in Italia, fra i quali gli studenti dell’ Istituto Comprensivo Statale Pier Cironi e della Scuola Primaria Iqbal di Prato. Attraverso un inedito video tutorial realizzato da Rubbi con l’associazione Cherimus, grandi e piccini sono invitati a immaginare la propria isola, inventandone la forma e i confini, il clima, la biodiversità, dandole un nome e creando poi un arcipelago-famiglia, un sistema unico e irripetibile; l’insieme degli arcipelaghi darà in seguito vita a una nuova “mappa del mondo”. Chi vorrà, potrà infatti inviare il proprio disegno al canale Instagram @amaci_musei in formato jpg. Tutte le isole fantastiche saranno raccolte e visibili sui canali social dell’Associazione a formare insieme una grande geografia collettiva.
Sabato 11 Aprile, dalle ore 10: Alessandra Tempesti presenta Lottozero
Lottozero è un centro di ricerca internazionale per l’arte, il design e la cultura tessile, fondato a Prato nel 2016 da Tessa e Arianna Moroder, con l’obiettivo di incoraggiare lo sviluppo di talenti emergenti e rivitalizzare con la loro presenza uno dei principali distretti tessili d’Europa. La sua sede occupa un ex-magazzino nell’area Macrolotto Zero di Prato, con una superficie totale di 400 mq suddivisa in un’area espositiva, un coworking e un laboratorio dotato di macchinari per la sperimentazione e la ricerca tessile, attraverso tecniche artigianali e manuali come maglieria, serigrafia, tessitura, tintura e ricamo. L’attività di Lottozero nel campo dell’arte contemporanea esplora le molteplici connessioni tra arte e materia tessile e si avvale della presenza di una curatrice interna, Alessandra Tempesti, che segue la realizzazione di residenze e progetti espositivi, spesso sviluppati in collaborazione con istituzioni culturali di rilievo.
Domenica 12 Aprile, dalle ore 10: Sulle tracce di Maria Lai un film di Maddalena Bregani
Il film di Maddalena Bregani, realizzato con la consulenza scientifica di Davide Mariani, ricostruisce con cura il percorso e il lascito di Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013), un’artista unica. Nata ad Ulassai nel 1919, visse a lungo a Roma, studiò all’Accademia di Venezia, allieva di Arturo Martini, tappe che reputava necessarie alla sua formazione, per poi tornare nella sua terra natia frequentemente. Nonostante l’indole solitaria avviò collaborazioni importanti, come quelle con lo stilista Antonio Marras, con la fotografa Daniela Zedda, con l’artista Claudia Losi, ma anche con una cooperativa di donne artigiane che ancora lavorano sui suoi disegni. Il documentario ripercorre la svolta degli anni Sessanta coi Telai, le Tele cucite, i Pani e le Scritture, fino all’azione collettiva realizzata con i cittadini di Ulassai nel 1981, Legarsi alla montagna. In risposta alla richiesta di un monumento per i caduti, Maria Lai, aveva trovato ispirazione in una vecchia leggenda: una bambina che era andata a portare da mangiare ai pastori rifugiatisi in una grotta con le greggi nell’imminenza di un temporale, giunta sul posto, insegue un nastro azzurro che vede volare davanti all’ingresso della grotta, mentre i pastori restano dentro con le loro pecore e muoiono travolti dai massi caduti dalla montagna. Anticipando di un decennio l’arte relazionale, l’8 settembre 1981 per tre giorni, tutti gli abitanti di Ulassai, legano le loro case con un infinito nastro azzurro, che viene poi portato da tre scalatori fin sulla parete del monte. I materiali di repertorio e i paesaggi integrano il coro di testimonianze di amici, collaboratori, artisti, critici con la stessa misteriosa serenità della voce dell’artista.
Lunedì 13 Aprile, dalle ore 10: Intervista a Vito Acconci
L’intervista a Vito Acconci è stata registrata in occasione della mostra a lui dedicata al Centro Pecci nel 1992 a cura di Amnon Barzel e incentrata principalmente su lavori legati all’idea di casa, che comprendono, oltre a video sculture, proposte per spazi pubblici e all’aperto, come Mobil Linear City del 1991, oggetti d’arredamento come Adjustable Wall Bra del 1990-91, o ispirati a forme organiche come Convertible Clam Shelter del 1990. In mostra anche i mobili fluorescenti di impronta minimalista e i letti della serie dei Multi-Bed del 1992, oggi parte della collezione del museo. Poeta, body artist, performer e architetto, Vito Acconci (New York City, 1940–2017) si afferma tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta con azioni provocatorie di matrice concettuale e con opere video incentrate sull’investigazione di sé e sull’analisi delle relazioni fisiche, linguistiche e psicologiche con l’altro. Dall’esplorazione dell’incontro tra individuo e architettura, tra spazio privato e spazio pubblico, nascono anche i progetti elaborati a partire dal 1988 nello studio di architettura fondato dall’artista stesso a New York.
Martedì 14 Aprile, dalle ore 10: Bruno Munari. Giocare con l’arte a Prato – Laboratorio Liberatorio
“Il gioco è la ricerca di un nesso fra l’originalità soggettiva e l’accettazione di una regola” diceva l’artista e designer Bruno Munari. A distanza di trent’anni le proposte di Munari continuano a essere fertili e vitali. Seguendo i preziosi consigli dell’artista, in un video girato al Centro Pecci nel 1992, i bambini e le loro famiglie possono liberare la fantasia in un “laboratorio liberatorio”. Nel 1988 Bruno Munari avvia e supervisiona il progetto “Giocare con l’arte” a Prato presso il Centro Pecci, appena fondato, dove l’artista e designer dona anche l’idea progettuale per gli spazi dedicati alle attività educative. In parallelo alle proposte artistiche più avanzate presentate nel museo, nel 1992 Munari tiene il primo “Laboratorio liberatorio” a Prato, pensato per bambini e adulti. “Il Laboratorio Liberatorio è un laboratorio plurisensoriale dove adulti e bambini possono manipolare molti materiali con diverse caratteristiche materiche, cromatiche, termiche, di peso, di forma, di struttura, e combinarle assieme in due o più pezzi, per formare qualcosa che non si sa cos’è. Questa operazione va condotta senza pensare prima che cosa si vuol fare, ma lasciandosi suggestionare dalle varie qualità dei materiali, dalle forme, dai colori, dal peso e dal tatto, nel modo più libero possibile. Questi materiali possono essere combinati per contrasto o per affinità…possono essere combinati per colore…per peso etc…Sempre senza pensare all’arte ma a un gioco, a una specie di ginnastica mentale che, grazie al caso, permetta combinazioni stimolanti per la fantasia”.
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