L’efficienza tedesca è cosa nota. Nello stereotipo mentale che abbiamo, tutto funziona. I trasporti, la burocrazia, gli investimenti, l’università, la politica. Bè, ovviamente, se paragoniamo il tutto all’Italia, molte cose sono vere.
La burocrazia, pur essendo pesante e complessa, funziona velocemente e se hai bisogno di un documento non hai bisogno di girare 10 uffici, puntando ad indovinare quali, ma ti basta seguire indicazioni ben precise. La politica si prende la responsabilità di decisioni anche impopolari. I parchi sono sempre puliti e con l’erba tagliata di fresco e, dopo una manifestazione con centinaia di migliaia di persone, la pulizia delle strade comincia 5 minuti dopo la fine, raccogliendo tutti i rifiuti, lavando la carreggiata e riaprendo la circolazione dopo un’ora. Cose miracolose!
Eppure le eccezioni ci sono anche qui e dopo un po’ cominciano a pesare anche a chi è cresciuto in un Paese in cui i ritardi dei treni sono all’ordine del giorno e gli sprechi di denaro pubblico non si contano.
Già, gli sprechi. Nessuno direbbe mai che qui ce ne sono. E invece le situazioni in cui si buttano via grandi quantità di soldi non sono poche.
Uno degli esempi più celebri, che rappresenta una vera onta per i berlinesi, è la costruzione del nuovo aeroporto della città. Ad oggi, a Berlino ci sono 2 aeroporti: Tegel, che dista solo mezz’ora di bus dallo Zoo e scalo principale della Lufthansa, e Schönefeld, dove atterrano i low-cost, a circa un’ora dalla città, e che corrisponde anche al nucleo originario del futuro aeroporto BER.
La costruzione iniziò nel 2006, con una piano spese di 2,6 miliardi di euro, e con l’apertura prevista nel 2012. Ad oggi, il costo è arrivato a 4 miliardi e l’inaugurazione è stata già posticipata quattro volte. La prima data di apertura annunciata è stata maggio 2012. Era una vera e propria cerimonia ufficiale: la capitale stava per avere un aeroporto degno delle sue dimensioni. Poi, però, 3 settimane prima, durante il collaudo da parte dei vigili del fuoco, questi definirono il luogo inagibile per il mancato rispetto delle misure anti-incendio. In seguito, si venne a sapere che erano stati rilevati migliaia di difetti da correggere e che quindi non sarebbero bastati un paio di mesi per rimetterli a posto.
Addirittura, dopo i vari rinvii, lo scandalo ha raggiunto dimensioni talmente grandi che l’architetto originario è stato costretto alle dimissioni, lasciando l’incarico ad un altro architetto, il quale però adesso ha bisogno di tempo per capire tutte le planimetrie e i difetti da correggere.
Al disastro in termini di tempo e di immagine, va aggiunto ovviamente quello economico. Alle spese, sempre più costose, di costruzione dell’edificio vanno infatti sommati il rimborso alle compagnie aeree, le quali avevano già venduto i biglietti da e per il nuovo aeroporto; ai negozi che avrebbero dovuto aprire all’interno e alle ferrovie, le quali avevano già avviato un treno sotterraneo per trasportare i passeggeri all’aeroporto.
La ciliegina sulla torta è che, siccome il tunnel sotterraneo deve continuamente essere ventilato, ogni giorno c’è un treno vuoto di passeggeri che viaggia nel condotto, pagato neanche a dirlo dal comune di Berlino, uno dei 3 finanziatori pubblici dell’aeroporto.
La gente vive questa vicenda come uno smacco incredibile e, in passato, i quotidiani tedeschi hanno titolato “Che imbarazzo… ora i cittadini stranieri rideranno di noi” (Berliner Zeitung) o ancora “Che cosa funziona più in Germania?” (Die Welt). Oggi si fa molta ironia sulla cosa, ma il primo cittadino Wowereit non se la passa troppo bene ed è quotidiano oggetto di critiche, anche perché caricare di ulteriori debiti una città già povera come Berlino non è piacevole. Eh già, cari lettori, perché la città di Berlino ha un debito di 63 miliardi di euro, alla faccia di tutte le agenzie di ranking che declassano l’Italia.
Un altro esempio meravigliosamente triste è la Deutsche Bahn, DB per gli amici, la compagnia di treni tedesca. I suoi treni sono tutti nuovi, le comunicazioni sono veloci, le aree servite moltissime e, anche se il biglietto è sicuramente più costoso che da noi, è il mezzo migliore per spostarsi in Germania.
Quando feci il mio colloquio con un professore italiano che vive qui da 10 anni, lui mi disse che anche a Berlino i treni fanno ritardo e io, con una battuta, risposi che mi ci sarebbe voluto del tempo prima di lamentarmi del ritardo della DB, dopo tutti i ritardi accumulati da Trenitalia (ricordo ancora il frustrante blocco della tratta Prato-Bologna durante la nevicata di un anno fa).
Ma mi sbagliavo. Sarà che aspettare 5 minuti di ritardo a -10 gradi non è lo stesso di farlo a 15 gradi; sarà che 5 minuti ti sembrano un’epoca se paragonato alla puntualità di tutto il resto; oppure, sarà che veramente il ritardo ogni tanto è veramente eccessivo. Fattostà che, se fai il pendolare, il ritardo fisso ti dà fastidio sempre, anche se poi viaggi su un treno comodissimo o anche se è solo di 5 minuti.
Le situazioni più assurde della DB sono quelle in cui aspetti il treno al binario e, guardando il tabellone, vedi che è in ritardo. Dopo un po’, le indicazioni sul tabellone del binario scompaiono, per lasciare spazio ad un altro treno. Ti fai da parte, lasciando che i passeggeri dell’altro treno salgano e scendano e poi, una volta partito, riprendi a guardare il tabellone, per leggere quanto ritardo ha ancora il tuo treno. Aspetti che la scritta riappaia e…non riappare. Non lo fa. Sei lì, sul binario, ad aspettare per un treno che è scomparso.
Sei a Berlino e non ci sono solo i treni e quindi puoi pensare di prendere una S-Bahn, ma ci mette più tempo, oppure d’inverno gli scambi si ghiacciano e le S-Bahn riescono a viaggiare solo in una direzione. E in ogni caso, preferisci aspettare il prossimo di treno, che è solo mezz’ora dopo, sperando che questo non scompaia.
C’è da dire che, generalmente, non lo fa e tu lo prendi, anche se continui a chiederti su quale binario fantasma sia scomparso il treno precedente. Mentre viaggi, però, senti una voce che ti comunica che il treno si fermerà alla prossima stazione, per guasto o per recuperare il normale traffico. Solo che la prossima fermata è nel mezzo al nulla e l’unica cosa che puoi fare è aspettare il treno successivo. Mezz’ora dopo.
Diciamo che ho messo insieme un po’ di situazioni di vita vissuta e che, viste tutte insieme, danno un quadro pessimo delle ferrovie tedesche. E’ però interessante notare due cose. La prima è che anche qui esistono ritardi e momenti di inefficienza che danno fastidio. La seconda è che molto, molto spesso queste situazioni sono dovute alla enorme quantità di lavori che si fanno a Berlino.
Ogni giorno aprono e chiudono nuovi cantieri e spesso queste “variazioni di tabelle orarie” avvengono per uno o due giorni, poi la situazione torna normale o, in alternative, cambia la tratta su cui avviene la variazione.
L’efficienza tedesca sta nel fatto che vieni sempre informato e, se sai leggere il tedesco, trovi migliaia di depliant che ti spiegano tutti i lavori in corso; e poi sta nel fatto che c’è sempre una soluzione.
Una volta, un treno era stato bloccato alla stazione precedente alla mia. Non capii perché, semplicemente non viaggiava più. In un quarto d’ora, assemblarono un nuovo treno che partiva dalla mia stazione. Et voilà. A quel punto, ti chiedi come fai ad avercela con le ferrovie tedesche, anche se ultimamente, in seguito alle alluvioni che ci sono state nel sud-est tedesco, i treni arrivano anche a mezz’ora di ritardo.
Un altro scandalo incredibile è quello che riguarda la costruzione di un drone militare, uno di quegli aerei controllati a distanza, senza pilota. La Germania si era fissata che voleva costruire il modello più grande esistente. Anche qui, enorme stanziamento di fondi che, in questo caso, erano anche stati tenuti nascosti ai cittadini, in quanto coperto dal segreto militare. Dopo anni di lavoro, si scopre che il drone è talmente grande che ha difficoltà ad essere controllato e, in ogni caso, non può volare sui cieli tedeschi perché non dotato di un sistema anti-collisione. Sembra che il suo volo metterebbe in pericolo gli aerei civili. Insomma, nonostante questi avvertimenti da parte degli ingegneri, il ministero dell’interno tedesco ha continuato a sostenere la sua linea di investimento e, invece di fare un passo indietro, ci mette il carico, stanzia nuovi fondi e impone il proseguimento della costruzione.
I cittadini tedeschi continuano a chiedersi cosa se ne faranno di un aereo militare incapace di volare, protestano e anche i gruppi parlamentari fanno interrogazioni, a cui inizialmente non venivano date risposte, per rispetto del segreto militare. Alla fine, dopo aver speso circa 500 milioni di dollari, il Ministro tedesco sospende il progetto e così la Germania si ritrova con un aereo incompleto e un bel buco nelle casse.
Forse, quando parliamo di F-35, dovremmo imparare dagli errori di Paesi più “avanti” del nostro.
Un’ultima storia per concludere. Di fronte al mio laboratorio stanno costruendo un supermercato. A ottobre, quando arrivai, i lavori procedevano ad una velocità incredibile: in due mesi aveva già coperto la struttura col tetto, complice anche la paura dell’arrivo dell’inverno. Dopo la pausa obbligata durante le nevicate, in primavera i lavori riprendono e la prima cosa che fanno è…abbattere un muro! Avevano sbagliato la costruzione di un muro di circa 4-5 metri. Io rimango stupito e i miei colleghi con me.
E poi…poi comincio a pensare che forse la forza dei tedeschi non sta nel non fallire mai, ma nel provarci sempre.
Per migliorare, bisogna investire, a volte anche in progetti ritenuti buoni che poi si rivelano fallimenti, ma bisogna muoversi. Se volete, è un po’ keynesiana come teoria: un muro costruito, buttato giù e poi ricostruito è comunque lavoro, no? Forse il problema non è sbagliare ma restare immobili.
Credo che questa sia la maggiore differenza fra la Germania e l’Italia: la politica tedesca si prende la responsabilità di decidere come spendere i soldi, mentre quella italiana, quando va bene, sta immobile e, quando va male, i soldi se li intasca.
Forse dobbiamo solo tornare a muoverci, a investire le energie, i talenti e i soldi che ancora abbiamo. E forse capire che non esiste un mondo perfetto, dove tutto va sempre bene, ma solo mondi in cui si provano a realizzare delle cose, con senso di responsabilità verso la collettività, può essere un incoraggiamento a provarci!