“Ci sono tanti modi per presentare una nuova stagione teatrale, uno di questi è cominciare dall’immagine che abbiamo scelto, di Andrea De Santis, che ci rappresenta nella voglia di sforare la quarta parete e condividere con il nostro pubblico la scena contemporanea. Appunto il nostro pubblico, quegli oltre 32.300 spettatori di ogni età che ci hanno accompagnato nella scorsa stagione in 279 giornate di spettacolo.
Prima di raccontare gli spettacoli della prossima stagione, ancora una considerazione sulle soddisfazioni di quest’anno 2018, a cominciare dall’affidamento a Massimiliano Civica della consulenza artistica per il triennio 2018/2020. Poi i 3 Premi Ubu a due nostre produzioni (Un quaderno per l’inverno – migliore regia e miglior testo italiano – e Il cielo non è un fondale – miglior allestimento scenico-) e il Premio Hystrio per la regia a Massimiliano Civica. Quindi il riconoscimento da parte del Ministero della qualità artistica della nostra attività, che è passata nello scorso triennio dai 15/30 del primo anno ai 22/30 del terzo. Infine, l’ottimo risultato del bilancio consuntivo 2017 che ha azzerato il deficit economico della Fondazione.
La stagione 2018/2019 presenta 9 spettacoli al Metastasio, 7 al Fabbricone, 5 al Fabbrichino, mentre al Magnolfi ripeteremo la bellissima esperienza delle Piacevoli Conversazioni con 3 artisti e presenteremo lo spettacolo del progetto “Davanti al Pubblico”. Al nostro pubblico proponiamo complessivamente 22 spettacoli, di cui 13 nostre nuove produzioni più i 9 titoli legati agli artisti delle Piacevoli Conversazioni.
Si tratta di una scelta coerente con il progetto triennale 2018/2020 dal titolo “Per un teatro umano“, preparato insieme a Massimiliano Civica, che si propone di fare del Metastasio il centro dei nuovi artisti, che possiamo considerare ormai maestri della scena italiana contemporanea, e di porre il nostro teatro in relazione con i più importanti teatri e festival internazionali e italiani.
Questa, ancora più delle precedenti, non vuole assolutamente essere una “stagione-contenitore”, bensì è pensata come una “stagione-creativa”, che ruota intorno ad un ampio nucleo di artisti italiani ed internazionali che identificano ormai nel Metastasio e in Prato una delle grandi piazze europee e nazionali in cui incontrarsi e confrontarsi con un pubblico attento e preparato, dove si sta bene, in tutti i sensi, dall’accoglienza all’assistenza tecnica e organizzativa, dove ci si sente protetti nella creazione artistica.
Ed è per questo che produciamo artisti come Jan Fabre, Katie Mitchell, l’Opera di Pechino, gli Anagoor, Federico Tiezzi, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, Letizia Renzini, le Nina’s Drag Queens, Cristian Ceresoli e Silvia Gallerano, Colapesce e altri, i quali lavorano nel nostro teatro e nella nostra città sentendosi come in altre importanti capitali teatrali.
Questa nuova stagione vuole essere però anche uno spazio di incontro teatrale del nostro pubblico con i grandi testi che hanno segnato il Novecento e che sono portati in scena da artisti di diverse generazioni come Franco Branciaroli, Valter Malosti, Lino Musella, Anna Maria Guarnieri, Michele Riondino, Monica Piseddu, Monica Demuru, Tindaro Granata, Manuela Mandracchia, Alvia Reale e molti altri.
Gli spettacoli della Stagione 2018-2019
6 nuove produzioni internazionali (2 al MET, 1 al FAB, 3 al FAB2)
La stagione si aprirà al Metastasio con una nostra produzione internazionale che debutterà a fine giugno al Festival dei 2Mondi di Spoleto “Decameron 2.0 – Le storie che ci raccontiamo per continuare a vivere” (23/28 ottobre), un progetto multimediale di Letizia Renzini dal Boccaccio su testo di Theodora Delavault su musiche originali di Yannis Kyriakides, con in video Monica Piseddu, Monica Demuru, la soprano Lore Binon. Sempre al Metastasio, la seconda coproduzione internazionale sarà “Turandot” (17/20 gennaio 2019) con la quale prosegue la collaborazione con l’Opera di Pechino e ERT Teatro Nazionale, dopo il Faust; Turandot, per la regia di Marco Plini, attraverserà, in un gioco di specchi tra due mondi, la continua perfezione della recitazione, della danza e del canto degli attori cinesi e la fabulazione della commedia dell’arte italiana.
Al Fabbricone presenteremo “La maladie de la mort” dal racconto di Marguerite Duras, uno spettacolo di Katie Mitchell, fra le registe più innovative e trasgressive della scena europea (per questo consigliamo lo spettacolo ai maggiori di 18 anni). Lo spettacolo, coprodotto con il Bouffes du Nord di Parigi, ERT, Teatro di Roma e Stabile di Torino, è interpretato da due attori francesi (uno scrittore e una prostituta in una camera d’albergo in cerca d’amore) e una narratrice italiana (affidata ad una nota attrice cinematografica) che consentirà al pubblico di seguire la vicenda, sulla scena e su uno schermo cinematografico con riprese live, senza sovratitoli.
Le altre 3 produzioni internazionali saranno presentate al Fabbrichino: “Happy Hour” (30 ottobre/4 novembre), il nuovo spettacolo di Cristian Ceresoli e Silvia Gallerano, dopo il trionfo mondiale de La merda, con Stefano Cenci, storia di un bambino e della sua sorellina per la regia di Simon Boberg e coprodotto con il Teater Grob di Copenhagen; “The Night Writer. Giornale notturno” (19/24 marzo 2019), il primo spettacolo in italiano scritto e diretto da Jan Fabre con Lino Musella, coprodotto con il Troubleyn di Anversa, il LAC di Lugano, la Triennale di Milano, Marche Teatro, lo Stabile del Veneto e il TPE di Torino, un’autobiografia dalla giovinezza alla maturità dell’artista belga riconosciuto in tutto il mondo, tratta dai suoi diari personali; “Sicilia” (11-16 dicembre) di Clyde Chabot, che è la versione italiana di uno dei più grandi successi della scena francese de La Communauté inavouable, in cui la Cabot seduta intorno ad un tavolo con una trentina di spettatori, fra un bicchiere di vino e un pezzo di formaggio, racconta la storia emigrante della propria famiglia, fra la tradizione perduta dei suoi antenati tunisini e il futuro europeo di sua figlia; lo spettacolo sarà anche presentato in una serata in collaborazione con l’Institut Français di
Firenze nella versione originale francese.”
7 nuove produzioni (1 al MET, 4 al FAB, 1 al FAB2, 1 al MAG)
“La stagione al Fabbricone si aprirà con il nuovo spettacolo di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini ispirato a Deserto rosso, il capolavoro di Michelangelo Antonioni, dal titolo “Quasi niente” (6/11 novembre) con Monica Piseddu, in cui la tensione anti-realistica del film si scioglie nella fanciullezza di una donna, Giuliana, che il mondo non sembra più interessato ad ascoltare.”
Ancora al Fabbricone torneranno le strepitose Nina’s Drag Queens con “Queen Lear” (22/27 gennaio 2019) un dramma musicale en travesti, popolare, ispirato al Re Lear shakespeariano e scritto dalla drammaturga inglese Claire Dowie, con le musiche originali di Enrico Melozzi, in cui Lear diventa Lea R, un’emigrata a Londra dove ha aperto un negozio di giocattoli che vuole dividere con le tre figlie al momento della cessazione dell’attività; da qui lo scontro con tutte e tre, come nel dramma shakespeariano, e l’amicizia con la fedele amica inglese, tale Kent. Con le Nina’s organizzeremo, come già facemmo per la Drag Penny Opera, un laboratorio intensivo en travesti.”
“Al Metastasio Alessandro Averone sarà regista e protagonista di una versione moderna e rispettosa de “Il piacere dell’onestà” di Luigi Pirandello, un limpido paradosso per mostrarci pirandellianamente la drammatica e ridicola difficoltà di essere radicalmente e compiutamente se stessi. Al Fabbrichino presenteremo “Stanno tutti male” (9/14 aprile 2019) studio collettivo sull’infelicità individuale di e con Riccardo Goretti, Stefano Cenci e Lorenzo “Colapesce” Urciullo, uno spettacolo con la musica d’autore di Colapesce e l’ironia di Riccardo Goretti.”
“Al Magnolfi è in programma il debutto del primo spettacolo del progetto Davanti al Pubblico, che in ognuno degli anni del triennio 2018/2020 produrrà, insieme ad Armunia/festival Inequilibrio, a Capotrave/Kilowatt festival e a Fondazione Toscana Spettacolo, uno spettacolo di un regista neodiplomato in una delle principali Scuole di Regia italiane: per il 2018 è risultato vincitore della selezione pubblica Carmelo Alù, neodiplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma che sta allestendo un testo mai rappresentato in Italia del drammaturgo norvegese Jon Fosse “Cani Morti” (18/23 dicembre), un giallo per indagare sulla scomparsa dell’unico amico del giovane protagonista, il suo cane.
Infine quello che consideriamo uno degli appuntamenti più attesi della prossima stagione, il ritorno di Federico Tiezzi e Sandro Lombardi con “Scene da Faust” (7/19 maggio 2019) di Wolfgang Goethe, prodotto con la Compagnia Lombardi Tiezzi, con la regia di Federico Tiezzi, Sandro Lombardi nella parte di Mefistofele e con un cast in via di definizione: stiamo pensando ad un Faust vecchio (stiamo valutando insieme a Giancarlo Dettori la possibilità di affidargli questa parte), un Faust giovane e Margherita, accompagnati dagli attori del Teatro Laboratorio della Toscana, promosso dalla Regione e diretto da Federico Tiezzi. Il Fabbricone si presenterà in una conformazione diversa dall’abituale per uno spettacolo che si svilupperà su pianta centrale, fra due sezioni di pubblico.
9 spettacoli ospiti (6 al MET, 2 al FAB, 1 al FAB2)
“Al Metastasio sono in programma le ospitalità di grandi testi con grandi interpreti di diverse generazioni. “I Miserabili” (15/18 novembre) dal grande romanzo di Victor Hugo con l’adattamento di Luca Doninelli, per la regia di Franco Però con Franco Branciaroli nei panni di Jean Valjean, il più povero fra i poveri, senza un futuro, senza valori, che scommette sui casi e sugli eventi che possano garantirgli un altro giorno di esistenza. Seguirà un altro adattamento da uno dei più grandi libri del ‘900 “Il Maestro e Margherita” (6/9 dicembre) di Michail Bulgakov con la drammaturgia di Letizia Russo, interpreti Michele Riondino, Francesco Bonomo, Federica Rossellini per la regia di Andrea Baracco, che porteranno in scena le due storie raccontate nel romanzo, quella nella Mosca bolscevica in cui irrompe Woland (Satana), un misterioso professore che introduce la seconda storia degli avvenimenti accaduti a Gerusalemme durante il periodo pasquale al tempo di Ponzio Pilato, storie che si svolgono nell’arco di pochi giorni e che si concludono entrambe di domenica, forse di Pasqua.”
“Il Teatro Stabile del Veneto porterà al Metastasio una nuova edizione de “Le baruffe chiozzotte” (7/10 febbraio 2019) di Carlo Goldoni, con Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli e la regia di Paolo Valerio, grande affresco chioggiotto che si conclude con la partenza del Cogitore per Parigi (come farà lo stesso Goldoni da lì a poco) e una festa popolare per il lieto fine delle tante baruffe succedutesi fino ad allora. Toccherà quindi a Shakespeare e a “La bisbetica domata” (21/24 febbraio 2019) per la regia di Andrea Chiodi e una compagnia di giovani straordinari attori, tutti al maschile come nella tradizione elisabettiana, fra cui Tindaro Granata, Christian La Rosa, Angelo Di Genio, Igor Horvat per una commedia tutta da ridere nel gioco del travestimento.”
“Dopo Goldoni toccherà a Moliére con il suo “Don Giovanni” (7/10 marzo 2019) messo in scena da Valerio Binasco in cui il protagonista molieriano, fuori dalla leggenda letteraria tardoromantica, non è il borghese mozartiano bensì un delinquente dall’eccesso di desideri compulsivi e viziosi con lo scopo di stare bene con sé stesso, fino alla scena finale con il Commendatore. A quattro splendide attrici è affidata una delle più forti tragedie di Euripide “Troiane / Frammenti di tragedia” (28/31 marzo 2019), raccontata solo attraverso le figure femminili di Ecuba, Cassandra, Andromaca ed Elena, lasciate sole al mondo, interpretate da Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Liliana Massari. Al Fabbricone Valter Malosti (regista e interprete) con Michela Lucenti (danzatrice coreografa) presenterà “Shakespeare/ Sonetti” (14/17 febbraio), che diventano qui a pieno titolo un testo shakespeariano, l’unico vero monologo maschile della teatrografia del Bardo, un romanzo d’amore con quattro figure e una sola voce accompagnata da un gruppo di danzatori. Al Fabbricone tornerà poi Franco Branciaroli con Marina Occhionero (la giovane straordinaria interprete de La cerimonia di Oscar De Summa) per la messinscena di “Lettere a Nour” (4/7 aprile 2019) di Rachide Benzine per la regia di Giorgio Sangati, un dramma epistolare fra un padre -intellettuale musulmano praticante che guarda all’Occidente- e una figlia -partita per l’Iraq per ricongiungersi a un musulmano integralista di cui si è innamorata-, per un ritratto inedito della cultura islamica, a partire dalla potenza di una storia privata e di affetti familiari travolti dalla Storia. Al Fabbrichino presenteremo uno spettacolo di Federico Tiezzi che ha debuttato l’anno scorso, sorprendendo per bellezza e intensità, al Teatrino Anatomico dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia, “La signorina Else” (27 novembre/2 dicembre) di Arthur Schnitzler con Lucrezia Guidone. Nello spazio del Fabbrichino ricostruiremo lo stesso rapporto fra azione scenica e spettatori del Teatrino Anatomico e parteciperemo da vicino, tutt’intorno, alla vicenda della fanciulla Else, alle prese con i primi turbamenti sessuali, e di quel ricco conoscente in vacanza nel suo stesso albergo a cui la famiglia di Else ha chiesto del denaro per pagare un debito scaduto.”
Piacevoli Conversazioni al Magnolfi
“Nella scorsa stagione abbiamo avviato al Magnolfi il “progetto di conoscenza dell’artista” che abbiamo chiamato Piacevoli Conversazioni, perché il pubblico ha incontrato l’arte teatrale di un artista non solo attraverso la visione di alcuni suoi spettacoli, ma anche -e direi soprattutto- in conversazioni informali nel salottino del Magnolfi, dove ciascun artista ha potuto mettere a nudo di fronte al proprio pubblico le storie, le passioni, le ansie e i sogni del proprio mestiere. Il Magnolfi ha registrato nella scorsa stagione la migliore performance di occupancy (il rapporto fra i posti disponibili e le presenze effettive) fra i nostri quattro spazi, con un 60,4%, rispetto al 44,1 della stagione precedente. Non potevamo non continuare. Protagonisti delle Piacevoli Conversazioni e degli spettacoli al Magnolfi saranno Laura Curino, Massimiliano Civica e Elvira Frosini – Daniele Timpano.
Laura Curino, fondatrice con Gabriele Vacis e attrice principale di Laboratorio Settimo, è una delle grandi interpreti della narrazione italiana. Elementi fondanti della sua scrittura sono il tema del lavoro e il punto di vista femminile sulla contemporaneità. In “Camillo Olivetti” (15 novembre) alle radici di un sogno Laura ricostruirà la vita, le imprese e le persone legate al grande industriale d’Ivrea, sognatore di una fabbrica a dimensione d’uomo, affidandole alla voce narrante della madre e della moglie.
In “La Diva della Scala” (16 novembre) racconterà l’ascesa difficile e complicata per diventare una artista, attraverso la nostra storia dalla fine degli anni ’70 agli anni ’80, affrontando il concetto di ‘diva’ sempre a cavallo fra sacro e profano, in una visione sempre adolescenziale del mondo fino alla vocazione finalmente realizzata. Con “Passione” (17 novembre) Laura racconta la sua scoperta del teatro, partendo dai condomini della cintura torinese e descrivendo con grande abilità bozzettistica personaggi di una comicità travolgente e malinconica.
“La Lista. Salvare l’arte: il capolavoro di Pasquale Rotondi” (18 novembre) è l’ultima narrazione di Laura, in cui affronta un altro grande uomo, quel Pasquale Rotondi che salvò dalla razzia nazista quasi 10.000 preziosissime opere d’arte italiane, da Giorgione a Tintoretto, da Piero della Francesca a Mantegna, Donatello, Caravaggio, Tiepolo.
Massimiliano Civica riproporrà due lezioni-spettacolo, “Parole Imbrogliate” su Eduardo De Filippo attraverso storie, aneddoti, detti e vita del grande napoletano, che rappresenta “la tradizione del nuovo” del teatro italiano; il titolo fa riferimento a quanto dichiarò lo stesso Eduardo prima di morire, quando disse che voleva lasciare dietro di sé tutto ‘mbrugliato, perché la propria vita artistica non potesse essere ricostruita in una semplice biografia, ma esclusivamente mediante le sue opere, che non voleva ‘monumentalizzare’ ma lasciare ai giovani come punto per ri-partire per conto loro; con “L’emozione del Pudore” Massimiliano affronta il tema delle emozioni a teatro confrontando tre video di Orson Wells, Nina Simone e Ettore Petrolini, in cui tre grandi ci commuovono attraverso il pudore dei loro sentimenti. Infine “Scampoli“, nuova produzione, in cui si raccontano alcuni protagonisti del cinema e del teatro come Robert Mitchum, Roberto Rossellini, Jerry Lewis, Emanuele Luzzati, Andrea Camilleri, prendendo le loro avventure come modelli per questo mestiere, perciò ‘esemplari’.”
La coppia artistica (e non solo) Elvira Frosini e Daniele Timpano, autori, registi e attori della scena contemporanea italiana, sempre in dialogo con il pubblico, presenteranno due dei loro maggiori successi: “Aldo Morto” (28 febbraio/1 marzo) in cui Daniele si confronta, lui che di quegli anni non ha memoria personale, con l’impatto che il tragico sequestro di Moro ha avuto nell’immaginario collettivo, senza retorica o pietismo; “Acqua di colonia” (2 e 3 marzo) uno spettacolo dedicato al colonialismo italiano, in cui Elvira e Daniele alzano il tappetino e scoprono quante cose sporche relative a quella storia sono state nascoste, ma continuano a rimanerci addosso nelle frasi fatte, nei luoghi comuni ‘gli africani sono tutti uguali’ e oggi sono quei migranti che ci piombano addosso sull’autobus, per strada, come un macigno con cui fare i conti.
Noi teatranti -ma anche gli amministratori pubblici della cultura- avremmo bisogno di una visione basata su poche e semplici regole che modulassero le tante diversità del fare teatro oggi e di risorse adeguate legate a quella visione e assegnate secondo quelle regole. La nuova Legge sullo Spettacolo dal Vivo rappresenterebbe un buon punto di partenza, ma il condizionale è d’obbligo, dal momento che (non so se per una strana coincidenza o per quale strana ingerenza) uno dei primi effetti della sua applicazione è stato quello di aver impoverito il FUS. A fronte di un incremento stabilito in Legge di 9,5 ML, nel FUS 2018 ne mancano 9, perché circa la stessa cifra è stata utilizzata per assegnazioni ‘fuori’ delle regole del FUS. Tutto ciò deve preoccupare i decisori pubblici e tutto il teatro italiano e aldilà delle conseguenze sulla sana gestione delle nostre imprese, ci stiamo rendendo conto che questo stato confusionale sta impoverendo artisticamente la nostra scena. ”
Oggi la forma più innovativa di riflessione sull’attualità passa per il teatro, tra le più antiche e inattuali delle arti. Le funzioni del teatro sono da sempre quelle di far emergere le esigenze che spingono un artista ad incontrare il pubblico e il pubblico a rivolgersi alla scena per comprendere meglio il mondo che lo circonda, tra la farsa e la tragedia, fra conflitti generazionali di gusto.
Andare a teatro deve rappresentare un’esperienza di comunità, di cui poi ciascun spettatore porterà con sé la memoria, positiva o negativa che sia. L’importante per il Met, da sempre, è spingere in avanti il gusto e le conoscenze del nostro pubblico. Per farlo, crediamo sia necessario
rimettere al centro il ruolo e la presenza degli artisti, ecco perché questa stagione che ho raccontato è per noi soprattutto una stagione di ‘incontro’ fra gli artisti che la faranno e il ‘nostro pubblico’ che la frequenterà.