“La tecnologia, nei dischi e nei concerti, sta dando possibilità incredibili a chiunque voglia far musica e dir la propria – ed è una cosa bellissima. Ma il fatto, com’è ancora per noi, di salire su un palco e sapere che tutto, ma veramente tutto quello che succederà, dipende solo dalle tue dita e dalla tua voce, sapere che dopo un attimo esisterà quello che un attimo prima non esisteva, e che nonostante i tuoi sforzi di controllarlo sarà sempre diverso da quello che avevi previsto, beh questo non c’è tecnologia che lo possa restituire. Difatti si chiama anche, semplicemente, vita”.
I Ministri, ovviamente, e il palco, stavolta, è quello dell’Obihall di Firenze, dove saliranno martedì 24 aprile (ore 21 – biglietto 17,40 euro – prevendite www.boxofficetoscana.it/punti-vendita tel. 055.210804 e online su www.ticketone.it tel. 892.101 – info tel. 055.667566 – www.bitconcerti.it) nell’ambito del Fidatevi Tour organizzato da Magellano Concerti: un tiratissimo live durante il quale la band presenterà il nuovo album “Fidatevi” (Woodworm/Artist First) e i loro più grandi successi.
Anticipato dal singolo “Tra le vite degli altri”, il nuovo album “Fidatevi” propone dodici brani registrati alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani (presente al violino nella title-track). Un disco aperto a nuove sonorità, fermo restando il piglio che ha imposto il gruppo milanese nell’alternative rock in Italia.
“Durante l’anno di lavorazione che abbiamo dedicato all’album – ha spiegato all’agenzia Ansa Federico Dragogna, parte della band assieme a Davide Auteliano e Michele Esposito – ad un certo punto è sembrato che il rock fosse sparito dalla scena musicale italiana. Questo, in un certo senso, ha fatto sì che ci sentissimo più soli e proprio per questo più liberi di fare quello che più ci andava di fare. Niente obblighi e niente aspettative troppo pressanti.
Abbiamo ampliato la paletta dei colori che compongono la nostra musica anche, ma non solo, per motivi anagrafici. Vogliamo continuare a raccontare la storia di una rock band in Italia. Quando abbiamo cominciato, dieci anni fa, la nostra scelta di fare musica appariva come quella di tre smidollati. Oggi si rischia anche intraprendendo strade all’apparenza più sicure, quindi tanto vale fare quello che piace, piuttosto che quello che non ci piace”.
Tema comune che lega gran parte delle canzoni è quello della fiducia. “Ci siamo accorti che per vivere – ha detto Dragogna all’Ansa – abbiamo bisogno di qualcuno, che sia un partner o altro tipo di persona non importa. E’ importante non sentirsi soli come stelle sperdute nello spazio. In tempo di elezioni politiche, poi, il titolo dell’album poteva anche suonare come provocazione, ma non potevamo saperlo”.
La dimensione del live, fatta di interminabili tour e tanti concerti da tutto esaurito, è stata poi quella che ha permesso alla band di conquistarsi un pubblico di fedelissimi. “Abbiamo sempre dato tutto sul palco – ha concluso Federico – cercando di divertirci. I live sono stati importanti per raggiungere tante persone che altrimenti, vista una scarsa esposizione mediatica, non sarebbero potute arrivare così facilmente alla nostra musica”.