Raccontare l’impegno e il lavoro dell’associazioni che operano nelle carceri toscane.
È questo l’obiettivo della mostra “La grande fuga. Teatro e carcere in Toscana” che sarà inaugurata il prossimo 6 novembre alle 17,30 nella sala espositiva del Polo Campolmi (via Puccetti 3). Ingresso libero. Fino al 12 novembre, lunedì-venerdì dalle 15 alle 19.
“La mostra – spiega la presentazione – è organizzata da Teatro Metropopolare, il collettivo fondato e guidato dalla regista siciliana Livia Gionfrida che lavora dal 2008 all’interno della Casa Circondariale La Dogaia di Prato, dove ha creato un laboratorio permanente di ricerca e produzione teatrale in cui lavorano attori detenuti e artisti del collettivo. La compagnia pratese dopo anni di tenace attività, grazie al sostegno della Regione Toscana e del Comune di Prato e alla collaborazione della Direzione, dell’area Educativa e degli agenti della C.C. La Dogaia, è riuscita a sviluppare sempre più l’idea di un carcere aperto ad eventi esterni non occasionali”.
“Negli anni il carcere è diventato una vera e propria residenza artistica ideale, un luogo di incontro nel quale la compagnia conduce ogni anno un laboratorio di formazione teatrale, organizza workshop, concerti e momenti di alta formazione con professionisti esterni, provenienti dal mondo del teatro, della danza e della musica”, prosegue la presentazione.
“Il collettivo produce ogni anno spettacoli teatrali che vengono replicati dentro e fuori il carcere – si legge ancora – Attualmente sta lavorando ad un nuovo spettacolo, Studio per un finale, che vede protagonisti quattro attori-detenuti della compagnia. Lo spettacolo sarà presentato in anteprima al Teatro Palladium a Roma all’interno del festival Destini Incrociati e replicato il 22 novembre al Teatro Magnolfi a Prato”.
Il progetto “Teatro in Carcere”
“Sin dalla fine degli anni Ottanta – racconta la nota – l’incontro fra le compagnie e gli operatori teatrali con i detenuti ha consentito la realizzazione di numerosi percorsi laboratoriali che hanno condotto ad eventi produttivi, caratterizzati da una forte rilevanza artistica e, insieme, sociale”.
“Su queste premesse è nato il progetto regionale “Teatro in carcere”, promosso dall’ Assessorato alla cultura della Regione, che ha costituito uno dei primi tentativi di mettere in rete il lavoro delle realtà associative sul territorio regionale ed è stata esperienza trainante per altre analoghi progetti. Il coordinamento – continua – rappresenta un importante organismo di connessione tra le istituzioni, le realtà associative del territorio e le direzioni delle case circondariali, ed ha l’obbiettivo di superare l’isolamento delle esperienze e costruire una rete fra le diverse realtà, pur salvaguardando le identità artistiche e le autonomie progettuali”.
Il progetto “Teatro in carcere” include attualmente diverse realtà operative nelle carceri toscane: Arci Solidarietà Livorno (Casa Circondariale di Livorno), Associazione ANSPI (Istituto Penale Minorile di Pontremoli), Associazione Dialogo (Casa di Reclusione Porto Azzurro), Teatro Metropopolare (Casa Circondariale La Dogaia di Prato), Associazione Sobborghi (Casa Circondariale di Siena e Casa Circondariale di Massa Marittima), Centro di Teatro Internazionale (Casa Circondariale Mario Gozzini di Firenze), Cooperativa C.A.T. (Casa Circondariale Sollicciano di Firenze, Casa Circondariale Mario Gozzini di Firenze), Empatheatre (Casa Circondariale San Giorgio di Lucca e Casa di Reclusione di San Gimignano), Giallo Mare Minimal Teatro (Casa Circondariale Femminile di Empoli), Krill Teatro (Casa Circondariale Sollicciano di Firenze), Tempo Reale / Massimo Altomare (Casa Circondariale Sollicciano di Firenze), Sacchi di Sabbia (Casa Circondariale Don Bosco di Pisa).