“Plutocrazia” è la produzione del Metastasio che chiude la stagione, un progetto a metà tra il teatro e l’economia, diretto da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, che lo interpretano insieme a Ciro Masella. Andrà in scena dal 5 al 21 maggio (lunedì 8 e lunedì 15 riposo), feriali ore 20,45, sabato ore 19,30, domenica ore 16,30.

Cos’è Plutocrazia

Dalla commedia antica ai nostri giorni. Plutocrazia “ci proietta nei nostri anni di crisi- si legge nella presentazione – la ferocia dei nostri territori, l’umiliazione del lavoro, la perdita dei diritti, l’integrazione fallita”.

“Aristofane, con Pluto ci dà la possibilità di giocare con la lingua e le parole – spiegano Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni – ma le domande che pone sono radicali e vere e così, nel mezzo del cammino, ci siamo accorti che c’era qualcosa nel tessuto di questa satira antica che è un ritorno al futuro. Dalle parole di Aristofane precipitiamo nelle parole di Franco Belli, Noam Chomsky, Goffredo Parise, senza soluzione di continuità, fino all’apparizione dello spettro di un certo Karl che parla con le parole dei Manoscritti economico-filosofici. E così – aggiungono – si parla di mestieri di oggetti, di accumulo, di profitto, di mercato, di superfluo, di mettere in comune ricchezza, di giusti, di onesti, di plusvalore”.

Non solo. Nel testo di “Plutocrazia” sono confluiti studi di sociologi, economisti e linguisti, a partire dalla ricerca “Vendere e comprare – processi di mobilità sociale dei cinesi a Prato”, a cura di Fabio Berti, Sara Iacopini, Valentina Pedone, Andrea Valzania (Pacini Editore/ricerca Sociophaenomena).

Le interviste a persone di origine cinese contenute in questa ricerca sono alla base di una riflessione che ha portato alla composizione del coro finale presente nello spettacolo in video – spiega la nota – frutto di un lungo atelier-laboratorio che si è svolto al Teatro Magnolfi di Prato da febbraio a aprile 2017. Questo atelier-laboratorio ha coinvolto diversi cittadini pratesi in un percorso di elaborazione drammaturgica e di discussione necessario ad approfondire aspetti e dinamiche della realtà cittadina sul tema della crescita economica, delle migrazioni e del rapporto con l’altro, passando dalla riflessione teorica al coinvolgimento attivo”.

All’interno dello spettacolo è presente una composizione musicale di Patrizio Barontini pensata a partire dal suono/frastuono delle macchine da cucire e dei telai che sono diventati il simbolo delle fabbriche tessili e del prontomoda pratese e accompagnata anche da una ricerca di musiche d’archivio.

Eventi collaterali

Intorno a “Plutocrazia”, la sera del debutto dopo lo spettacolo ci sarà un incontro/chiacchierata con la Compagnia e con i sociologi e economisti coinvolti nel progetto, e sabato 13 maggio alle ore 16 presso il Teatro Metastasio, è previsto un incontro del ciclo ‘Lo spettatore attento’ tenuto dal critico de Il Manifesto Gianfranco Capitta dal titolo “La montagna inscenata. Una lezione attorno al teatro di Archivio Zeta”.