“Dalla caverna alla luna”, la mostra in partenza domani 8 aprile al Pecci, è un viaggio nell’orgoglio del centro per l’arte contemporanea pratese. Lo è per diversi motivi, come hanno precisato nella conferenza stampa il curatore Stefano Pezzato e anche l’assessore alla cultura Simone Mangani e Irene Sanesi, presidente della Fondazione. Non era presente invece il direttore Fabio Cavallucci.
I primi e più importanti sono questi. “Finalmente cominciamo a usare lo spazio museale così come lo avevamo concepito e richiesto a Maurice Nio – ha detto Stefano Pezzato – da questo momento le nostre porte saranno sempre aperte. È l’inizio di una nuova era per il Centro Pecci e non poteva che cominciare con una sintesi di 30 anni di mostre e di progetti grandi e piccoli che vanno a comporre uno spaccato dell’arte contemporanea tra gli anni ’50 e il 2016. “Dalla caverna alla luna” è una mostra esagerata – ha continuato Pezzato – con 80 opere di 60 artisti, un quinto dell’intera collezione del Centro, concepita come un itinerario “narrativo”, nel quale, aggiungiamo noi, è davvero affascinante avventurarsi liberamente.
Di nuova era ha parlato anche Irene Sanesi dicendo che “sentiamo sempre parlare di “effetto Beaubourg” ma dallo scorso ottobre penso si possa cominciare a parlare anche di “effetto Pecci”. “Questa è la terza inaugurazione, non la seconda – ha spiegato l’assessore Mangani – la prima è stata lo scorso 16 ottobre, la seconda il successo di pubblico ricevuto dalla mostra di apertura e quindi “La caverna e la luna”, che mette in mostra una parte delle oltre mille opere della collezione del Centro Pecci”.
Dalla caverna alla luna
“Due percorsi espositivi, articolati fra l’ala grande del nuovo e metà del vecchio edificio museale – si legge nella presentazione – suddivisi in otto sezioni collegate dialogicamente con spettacolari evidenze, attraverso relazioni inedite e raffronti originali fra le opere che inglobano oppure evitano di volta in volta combinazioni filologiche per generi artistici, gruppi stilistici o cronologia storica”.
“L’esposizione – si legge ancora – si sviluppa fra il tempo ancestrale evocato dalla leggendaria “Caverna dell’antimateria” di Pinot Gallizio, “che invito il Centro Pecci ad acquistare” – ha detto Pezzato – e lo spazio cosmico anticipato dalla “Luna” di Fabio Mauri, passando per la proliferazione energetica emersa ne “La spirale appare” di Mario Merz, l’habitat futuribile della “Supersuperficie” immaginata dal Superstudio, l’integrazione fra arte e architettura sperimentata nell'”Intercamera plastica” di Paolo Scheggi“.
Tra l’albero di “Transcorredor” e il pavimento stellato di Garaicoa, “si inseriscono fra gli altri la dinamica “Canoa sospesa” di Gilberto Zorio e l’imponente dipinto “Ri de Pomme” di Julian Schnabel, l’esplorazione fotografica del Pic-Nic Allée di Massimo Vitali e il bassorilievo di metallo “Senza titolo (montagna)” di Enzo Cucchi, le fiamme vive contornate da coltelli di Jannis Kounellis e la pittura materica espansiva di Marco Gastini, le “Metamorfosi” ispirate al mondo degli insetti di Jan Fabre e l’immaginifico “Concerto per mosca blu e matita gialla” di Ilya Kabakov, la concrezione modulare di Loris Cecchini e il ricamo pittorico di Shirazeh Houshiary, l’emblematico “Uomo nudo di schiena” di Michelangelo Pistoletto e il dialettico Multibed#1 di Vito Acconci, l’icona femminile della Jacqueline di Andy Warhol e l’autoderminazione femminista di VALIE EXPORT, il famoso Taglio sulla tela di Lucio Fontana e un “Feltro inciso e appeso” di Robert Morris, la dicotomia plastica della pietra di Anish Kapoor e la sospensione spaziale della tavola di Marco Bagnoli.
Artisti in mostra
Vito Acconci, Vahram Aghasyan, Archizoom Associati, Marco Bagnoli, Pier Paolo Calzolari, Paolo Canevari, Loris Cecchini, Marcos Chaves, Giuseppe Chiari, Fabrizio Corneli, Enzo Cucchi, Gino De, Dominicis, Ulan Djaparov, VALIE EXPORT, Jan Fabre, Factory of Found, Clothes, Sylvie Fleury, Michael Fliri, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Rainer Ganahl, Marco Gastini, Nan Goldin, Franco Grignani, Pietro Grossi, Shirazeh Houshiary, Ilya Kabakov, Anish Kapoor, Dani Karavan, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Sol LeWitt, Francesco Lo Savio, Amedeo Martegani, Fabio Mauri, Mario Merz, Robert Morris, Maria Mulas, Ugo Mulas, Bruno Munari, Marco Neri, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Chris Sacker, Remo Salvadori, Paolo Scheggi, Julian Schnabel, Keith Sonnier, Esther Stocker, Superstudio, David Tremlett, UFO, JCJ Vanderheyden, Luigi Veronesi, Massimo Vitali, Andy Warhol, Erwin Wurm, Gilberto Zorio.
Orari
Apertura al pubblico: dall’8 aprile 2017 al 28 gennaio 2018
Nuovi orari: martedì, mercoledì, ore 12 – 20 / giovedì, venerdì, sabato, domenica ore 12 – 24. Chiuso lunedì.
Biglietto di ingresso: 10 euro, ridotto 7.