Da oggi, 15 luglio, è scaricabile anche in Italia “Pokémon GO”, il gioco della Nintendo che in pochi giorni ha spazzato via ogni record di download dagli store Android e Apple. Ieri lo abbiamo provato anche noi e in un pomeriggio abbiamo catturato un bel po’ di creature colorate in centro storico a Prato. Ma dopo l’iniziale divertimento, quello che abbiamo cominciato a conoscere ci è sembrato un gioco dalle notevoli implicazioni sociali e commerciali.
Pokémon è un gioco creato dalla Nintendo nel 1996 e ben presto diventato un caso planetario grazie alla consolle Game Boy, alla televisione, al cinema e tra le altre cose anche al gioco di carte collezionabili, i cui tornei negli ultimi vent’anni non si sono mai interrotti. Queste “creaturine” possono essere catturate e allenate dagli umani (allenatori) ed è questo in sostanza quello che si deve fare anche in “Pokémon Go“, con un’unica, grande novità e differenza. Lo scenario di “Pokémon Go” è quello della realtà aumentata e cioè del nostro mondo, quello vero – vedi piazza Duomo a Prato per esempio – arricchito con elementi virtuali – i pokémon, poké stop, palestre – che compongono il gioco vero e proprio.
Avviando l’app, si deve creare il proprio personaggio attraverso alcuni semplici passaggi, quindi si può cominciare a giocare. Grazie al Gps, ogni giocatore viene proiettato sulla mappa del luogo in cui si trova in quel momento e può cominciare la caccia ai Pokémon. Il gioco è tutto qui e può sembrare una banalità: vagare per la città e catturare i Pokémon che incontri colpendoli con la pallina rossa, salire piano piano di livello, confrontarsi con i propri amici nelle palestre e così via cercando di catturare tutti i Pokémon esistenti, che è lo scopo finale del gioco. Però non siamo così convinti lo sia, e non solo perché milioni di persone nel mondo che non vedevano l’ora di giocare col proprio smartphone a questo gioco.
Quella che ci è sembrata davvero interessante è la parte del gioco legata alla realtà aumentata o, meglio, come è strutturato il gioco in relazione alla realtà aumentata. In particolare i cosiddetti “Poké stop”: punti sulla mappa dove recuperare oggetti e bonus utili per la missione. Di solito, sono posizionati su altrettanti monumenti o siti di interesse storico-culturale. Ricapitolando, a “Pokémon Go” si gioca esplorando una città, a piedi soprattutto ma proprio oggi a Prato abbiamo visto un paio di ragazzi in bici; catturando “Pokémon” e raccogliendo bonus in alcuni luoghi emblematici. Una dinamica che strizza l’occhio e nemmeno tanto velatamente al turismo e, perché no, anche ad attività come formazione e divulgazione di ogni genere e tipo.
Se non siete convinti, provate a immaginare la scarna mappa di “Pokémon GO” che comincia a popolarsi di “Pokè Stop” un po’ ovunque. Locali, musei, ristoranti, alberghi e più in generale tutti quegli esercizi interessati a comparire sulla mappa di un gioco da record e che per acquisire visibilità siano pronti anche a sborsare qualcosa. Ecco, il quadro è completo: si chiamano “sponsored location” e sembra verranno abilitate in futuro abbastanza vicino. Nel frattempo, si possono acquistare le “esche” per attirare “Pokémon” in una zona precisa e sperare che oltre a loro arrivino pure i clienti.
Le implicazioni di “Pokémon Go” non sono però solo commerciali. Da quando è uscito in America e in Australia, non sono stati pochi infatti i casi di persone derubate o che si siano fatte male mentre stavano giocando. D’altronde camminare fissando lo smarphone non è il massimo in questo senso e lo consiglia il gioco stesso (foto a lato). Non solo, in Italia e anche all’estero qualcuno si è cominciato a chiedere che tipo di implicazioni ci possono essere per la privacy dei giocatori in un gioco che, oltre alla geolocalizzazione, richiede il permesso d’accesso all’intero account Google ed è stato realizzato, insieme a Nintendo, dalla Niantic, azienda nata in seno a Google.
Il nostro consiglio è di provarlo, anche se solo per rendersi conto davvero di cosa si può fare e immaginare con la realtà aumentata.
Per chi non ha voglia di perdere troppo tempo, qui c’è una guida fatta bene a Pokémon Go.