A Vergaio La Vita è Bella è un must. E’ un bar pasticceria in via Tobbianese e dal martedì al venerdì si può fare aperitivo, che il sabato diventa Gran Buffet.
Mi presento con una fame degna dell’evento. Gli orari sono precisi mi dicono, insomma non ci si può attardare perché verso le 20,30 chiude tutto così diciannove-e-trenta spaccate siamo lì, io e i miei accompagnatori. Il locale è pieno, ad un primo sguardo sul buffet mi salta all’occhio una parte dedicata ai dolci, e poi mi salta all’orecchio la musica latino-americana. La distrazione dura poco perché dalla quantità di gente intuisco che stasera ci vuole estrema organizzazione: ordinare gli aperitivi, trovare posto e fare dei piattini, il tutto in maniera coordinata.
Mentre io come sempre ci penso, qualcuno va a fare un primo piatto, poi a passi veloci stile maratoneta verso l’altra sala per individuare un tavolo libero. C’è chi si occupa di prendere i primi drink pronti al bancone mentre il primo va con il piattino pieno verso il tavolo per occupare i posti. Io sono ancora davanti alla cassa a pensare a cosa prendere e, forse ispirata dalla musica, me ne esco con un geniale “Margarita!”. Perfetto, adesso devo percorrere tutto il locale affollato fino al tavolo – che ovviamente è in fondo – con un calice Ypsilon in mano, tenendolo in equilibrio mentre sposto fianchi e spalle a ritmo di musica per impedire anche il minimo contatto fisico con chiunque. Riesco nell’impresa, pretendo di sedermi in una posizione da cui poter vedere tutta la sala ma in realtà mi getto subito a capofitto sul cibo non considerando niente e nessuno. Pasta, lasagne, gnocchi, formaggi, affettati di ogni tipo, tartine e tutti i grandi classici nessuno escluso. Mi colpisce una frittura mista di verdure che è squisita. Calda e croccante, tiene gli ortaggi imbalsamati a dovere e all’improvviso diventa la regina del finger food. A qualunque ricevimento una buona frittura è quella per cui gli invitati rincorrono i camerieri o li aspettano fuori dalla cucina. E sì, io l’ho fatto.
Mi ricordo di avere un Margarita che mi aspetta al varco, appoggio la bocca sul bordo del bicchiere e il sale ben distribuito fa il suo dovere. Non è proprio uno di quei drink per rimanere leggeri, ma ho intenzione di compensare con il Gran Buffet. La Tequila si fa sentire, berrò a piccoli sorsi per tutto l’aperitivo. E’ tempo di un secondo piattino. Mentre porziono accuratamente tutto ciò che non ho ancora assaggiato e un paio di verdure fritte di rinforzo, presto di nuovo attenzione alla musica di sottofondo e non posso non domandarmi a voce alta “Ma perché il latino americano?” ed ecco che dietro di me un ragazzo canta le parole del pezzo che sta passando in quel momento. Lo guardo con volto arreso, mentre accanto a me c’è chi ride. Capisco. Intanto intorno a noi i tavoli sono sempre pieni, la gente banchetta felice e c’è pure un compleanno con tanto di palloncini.
Un’ora vola un po’ troppo veloce, alle 20.30 mi accorgo che nella sala principale c’è il vuoto e stanno rimettendo a posto. Volevo assaggiare qualcosa di dolce ma c’è rimasta solo un po’ di colomba. Siamo quasi gli ultimi, i cocktails sono apprezzati anche dai miei commensali e con il buon cibo le chiacchiere vengono sempre bene. Un passaggio post-lavoro qui lo consiglio di sicuro, e se ci tenete prendete i dolci per primi.