Lo slogan di Pubster, startup tutta italiana, è efficace e ruffiana al punto giusto: “Pubster, la prima app che ti offre da bere”. Il bello è che sembra destinata a far venire l’acquolina in bocca ai locali che offrono da bere e a tutti i loro clienti.
Il meccanismo è semplice: prendiamo ad esempio il centro storico di Prato. Mettiamo che tutti i locali inclusi nelle mura cittadine decidano di aderire a Pubster. La startup fornirebbe loro uno speciale tagliando QR Code da affiggere all’interno del locale. Il cliente arriva, inquadra il QR col proprio smartphone e guadagna in questo modo 1 moneta virtuale (il massimo sono 10 monete al giorno). Una volta guadagnate 30 monete (circa), il cliente ottiene una bevuta gratis.
L’obbiettivo di Pubster è quello di creare una rete quanto più ampia possibile di locali che aderiscono all’iniziativa. Così, un pratese che se ne va a Firenze, Milano o Parigi, sempre per fare un esempio qualsiasi, cercherà i locali convenzionati in quella città per poter continuare a sfruttare i vantaggi forniti da Pubster. E così via. Una grande community di locali, che in questo modo fidelizzano i propri clienti, per un ancor più grande community di utenti, che sono invogliati dalla possibilità della bevuta omaggio.
Non solo. Pubster ti permette di seguire i tuoi locali preferiti come se fosse un social network. Di conoscerne quindi la programmazione e le promozioni, di dargli un voto.
Come si legge su Fanpage, che ne ha scritto ieri:
La startup è nata a Roma alcuni mesi fa da un gruppo di quattro ragazzi di età compresa tra i 25 e i 32 anni (Andrea Pastina, Gabriele Fronza, Silvia Salvadori e Davide Caroselli) e solo pochi giorni fa ha lanciato ufficialmente la sua app, con la “promessa” di un primo aggiornamento della piattaforma per l’inizio dell’estate. Pubster, nata ad InnovActionLab, ha partecipato al secondo programma di incubazione di LUISS Enlabs, uno dei più importanti acceleratori di impresa della Capitale, ed ha ricevuto un microseed dal fondo di investimento Lventure.