Giovedì 3 Marzo – CALCUTTA (Auditorium Flog) vs Ricky Gianco (Teatro Puccini)
Scontro epico, quello che inaugura questo weekend di fuoco sul territorio fiorentino. Abbiamo davanti il nuovo che avanza, e avanza nel senso che è forse un po’ troppa la grazia che si confà a questo cantautore dal singolare nome, contro il vecchio che altrettanto avanza in termini di centimetri sulla cintura e di baffi.
Noi ovviamente, da bravi conservatori, stiamo dalla parte del secondo personaggio: anche perché il primo, da conservatori come già detto e da frequentatori “alla cazzo” delle serate che contano, già lo abbiamo visto sul palco del Tender Club. E abbiamo assistito ad un live adatto per il nostro spirito di frequentazione già citato, che funziona molto se fossimo fuorisede in una facoltà dislocata dove il DAMS ha fatto proseliti fra birre medie calde portate da casa e bottiglie di nero d’avola del valore di euro 1,99.
Che dire di Gianco? Il “forse non tutti sanno che” è un must: potremmo asserire che è l’uomo che ha scippato “Pugni chiusi” (che forse il laziale Calcutta manco conosce) a Gianni Dall’Aglio, batterista de “I Ribelli”. Interessa a qualcuno? Forse no: proprio per questo non ci interessano nemmeno a noi queste chiacchiere degne del Roxy Music del grande Red Ronnie. Diciamo però convintamente SI, a Ricky Gianco: perché ha i baffi, perché è un pezzo della storia del rock italiano, perché ha scritto “Compagno si, compagno no, compagno un cazz” e soprattutto perché ha musicato il perfetto “Liquirizia” di Samperi in maniera eccelsa. Digitate sul tubo “liquirizia gianco” e mettete in moto. Il baffo di Ricky vi aspetta.
Venerdì 4 Marzo – IL SOGNO DI UN’ITALIA (Teatro Puccini)
“Un tempo i ragazzi selvaggi, ma solo nelle canzonacce dei Duran Duran, i quarantenni di oggi – la generazione di Casale e Scanzi – sognavano il cambiamento e si sono ritrovati prima Berlusconi e poi Renzi”
Senza iniziare con invettive sulla falsa riga del famoso giornale che non prende i finanziamenti (e che quindi, pare sia il migliore), cercheremo di lasciare a questo incipit pubblicato sul sito di quello lì i vostri giudizi. Quello li sarebbe il fenomeno che parla ovunque e di tutto, che talvolta si veste come un motociclista smesso, che indossa 6 anelli comprati alle bancarelle della mostra dell’artigianato, che ai matrimoni prende talvolta gli sganassoni, che dopo il 40-20 del PD alle Europee è stato in silenzio stampa sei mesi (grazie). Non ci interessa commentare questo interessante spettacolo dove si dice che l’Italia è essenzialmente una pattumiera. In tanti lo dicono, in tanti l’hanno detto, in tanti lo diranno. A noi interessa in queste poche righe commentare la proliferazione della facilità semplice o semplificatoria di questa contestazione. Inutile. Perché ci può stare la retorica del mescolare Berlinguer, Falcone, Craxi e Berlusconi, a caso: e ci mancavano Paolo Rossi, il Papa e Alfredino Rampi. Ma non è possibile, per un ex giornalista (?) musicale definire “canzonacce” quelle dei Duran Duran. Siamo pretestuosi? Noiosi? Sì, ma non ci frega niente. Con i “fenomeni”, quelli di “è arrivato il fenomeno” si può fare. In ogni caso invitiamo alla partecipazione allo spettacolo: del resto l’importante è informare. E quindi informatevi, ma alla maniera dei nostri nonni, che avrebbero rivolto un simpatico epiteto, colorito e toscanissimo, qualora il motociclista smesso con gli anelli da due euro l’uno si fosse avvicinato in odore di proselitismo al bar sotto casa. Ci dispiace solamente che la concomitanza con l’evento Roma-Fiorentina possa sottrarre pubblico alla serata. Anzi no, scemi noi: chi va a teatro stasera non è così ignorante da continuare a vedere il calcio, elemento malato, corrotto, antisportivo: renziano, per dirla con un solo aggettivo. Buon spettacolo!
Sabato 5 Marzo – MARCO PARENTE + LUCA DI MAIO (Glue Club)
“Stasera suona Parente”. Una frase perfetta per il fiorentino che il sabato, complice magari la pioggia, complice la cena con gli amici (“è tanto che non ci si vedeva”), non sa proprio cosa fare alle 22.43.
Il Glue Club vi viene incontro, signori miei. L’ammazzacaffè non prendetelo a casa, prendetelo al bar del’ Affrico. Anzi, prendetene un paio, come i gol che la Fiorentina ha preso la sera prima all’ Olimpico (questa andiamo a giocarcela, scaramanticamente, alla SNAI).
La serata di questo sabato è tutta made in Florence. E non smusate, non fate i finti alternativi che Marco Parente è fiorentino, è stato l’ultimo gioiellino di quelli che rimpiangete in casa ricordando le serate al Cencio’s. IL CONSORZIO. Quindi, quando qualcuno vi offre una serata nel mood perfetto, quello da cena dei compagni del liceo, non si può rifiutare: poco importa se qualcosa di artisticamente strano è passato dai vostri ascolti in cuffia, qua l’ascolto conta ma non conta. Conta che è la serata è certificata fiorentina. Più della schiacciata, che poi non si è mai capito perché sia buona, visto che per farla buona le pasticcerie ci buttano dentro un chilo di crema. Usanze, si dice. Usanze come stasera, che suona Parente, e ci si deve muovere.