Lo Spazio Teatrale Allincontro – o Sta, per usare l’acronimo – ha una storia un po’ particolare e alquanto originale proprio come particolare e originale è il regista che lo anima, Massimo Bonechi. Nato come un laboratorio teatrale con i ragazzi disabili della Cooperativa Margherita, negli anni è cresciuto diventando altro e altro ancora, senza però perdere l’impronta d’origine. “Quando la Coop Margherita decise che era arrivato il momento di ingrandirsi – racconta Bonechi che ci accoglie durante le prove del suo ultimo spettacolo – l’attività teatrale aveva preso così tanto campo che i responsabili mi chiesero se anche il mio progetto di teatro potesse crescere con loro. Dissi di sì ed eccoci qua. L’idea era di mantenere quel che già stavo facendo con i miei insostituibili allievi con i quali ogni anno riusciamo a sostenere una performance che va avanti per venti giorni, integrandolo però con altre attività. E così è stato”.
Rimanendo nell’ambito del sociale, anzi integrandolo e spesso oltrepassandolo, Allincontro si è impegnato in più campi, arrivando per esempio a costruire con Tommaso Santi lo spettacolo per la liberazione di Prato, o unendosi al gruppo Ztt – Zone a traffico teatrale – costituito da Zappa, Spazio A e Loom e con il quale ha iniziato un percorso sperimentale molto costruttivo. “Lo spettacolo di settembre ci ha riempito di soddisfazioni, così come la scelta di creare le Ztt. Con loro abbiamo debuttato durante la festa del libro, poi a settembre con Contemporanea e adesso ci impegneremo in Varchi Attivi, il festival che debutterà venerdì 11 dicembre. Il principio di Ztt è basato sullo scambio degli spazi che anche stavolta sarà rigorosamente rispettato. Ogni spazio ospiterà la performance di un altro e ne sarà ospite a sua volta, in un gioco dinamico di cambio posto”. Si tratta di una sei giorni, due fine settimana con la festa finale domenica 19, in cui presenteranno quattro lavori inediti, uno a testa. “Noi useremo gli spazi di Zappa! – Resistenza Creativa – continua Bonechi – mettendo in scena sabato 12 e domenica 13 alle 21 La Nave, uno spettacolo che racconta i migranti dal punto di vista occidentale, dal punto di vista di chi è già da questa parte della riva, da questa parte del confine. In scena, non i loro racconti, ma le impressioni che queste suscitano in noi. Filo conduttore dello spettacolo, il grottesco al limite del paradossale, che accosta il dramma alla farsa”.
Si tratta di un lavoro che nasce dalla vocazione al sociale di Allincontro e dei due attori che Bonechi ha coinvolto. “Sociale inteso come politico – precisa il regista – politico inteso come cose che ci circondano, e guardandoci intorno l’occhio non poteva non cadere su questa tematica. Mi si poneva il problema di chi coinvolgere e ho pensato subito a Matteo Procuranti, attore di Carrara della compagnia Blanca Teatro con cui ho lavorato a Sesto Fiorentino e di cui conoscevo la sensibilità. Poi ho cercato di capire chi mettergli accanto in quello che sul palcoscenico sarebbe diventato un gioco delle parti. Ed è così che mi si è palesato il nome di Antonio Brachi, attore fiorentino molto preparato che sapevo in linea con noi su tutto. Il risultato? Lo vedrete in teatro. Io so solo che l’idea iniziale è cresciuta via via, unendo le nostre idee e plasmandosi sulle sensazioni, i pensieri e le nostre emozioni. Molto spesso, durante le prove, ci siamo ritrovati a discutere e ogni volta aggiungevamo, toglievamo, aggiustavamo in un continuo lavoro corale – precisa Bonechi -. Nel testo ritroverete l’articolo di giornale, la chiacchierata al bar, la discussione, nell’intento di dare spazio a tanti punti di vista, i più disparati. L’impegno era costruire uno spettacolo che non sguazzasse nella tragedia, ma ne evidenziasse il lato ironico laddove la tragedia è immane. Si arriva a un punto di assurdità tale che sarà il tragicomico a scuotere le coscienze”.
“Quel che vorremmo urlare è che siamo tutti coinvolti – esordisce Matteo Procuranti – nonostante le difficoltà a comprendere questo fenomeno. La nostra vita, il nostro mondo sono altro e l’empatia fa paura. Ma visto che l’indifferenza è impossibile, ognuno in questo mondo altro abbiamo la nostra grande verità sulla questione”. L’idea del titolo, infatti, allude non solo ai barconi carichi di migranti che tentano di approdare in Sicilia, in Turchia, in Spagna, ma è un luogo ideale dove tutti siamo sopra. “Siamo tutti sulla stessa barca – aggiunge Bonechi – Il problema migranti è di tutti e in qualsiasi maniera la si pensi è una realtà che va affrontata. Non si può scappare, né trascurare, pena l’aggravamento della situazione. Sia che i migranti si considerino un problema o una risorsa non possiamo voltarci dall’altra parte”.
Dunque tutti allo Zappa di via Carradori, 12 alle 21 di sabato e alla stessa ora di domenica prossimi: “Avanti c’è posto! La Nave non è ancora piena, ma lo sarà presto, perché prima o poi ci dovremo salire tutti. A bordo!”.