Oggi è il 25 Aprile, festa della liberazione italiana. E prossima settimana sarà il 1° Maggio, festa dei lavoratori. Ricordo da piccolo Piazza Mercatale gremita di persone, i discorsi ambigui sui sindacati, le parole colme di promesse e speranze del politico di turno. Poi nella mia vita il vuoto, per anni e anni. Sino a capire che la mia freccia stava semplicemente sbagliando bersaglio: IO faccio politica.
Non biasimo la mia generazione e quella successiva di aver perso molto interesse a riguardo.. qualcuno da la colpa di ciò alle generazioni precedenti di aver abusato troppo dei privilegi, qualcuno da la colpa al vuoto esistenziale di fine millennio, in concomitanza con l’avvento di internet e i mezzi di comunicazione moderni.. invece, io mi schiero apertamente a favore di ogni progresso tecnologico o scientifico: gli strumenti rimangono strumenti, l’uso che ne viene fatto è opinabile di caso in caso.
L’unica cosa che posso rimproverare ad ogni generazione – la mia, quella dei miei allievi, quella dei nuovi genitori e dei nuovi nonni – è solo aver perso la fermezza di capire che Politica è in ogni scelta che facciamo, non in un lavoro iper retribuito di una casta eletta.
Non credo nelle nazioni, ma credo nell’essere umano. E credo che il 25 Aprile 1945 un incubo durato decenni sia finito per molte persone, dando spazio ad un nuovo momento che poi solo la storia nel suo complesso avrà il diritto di giudicare.
Festa dei lavoratori. In Giappone tutto quello che non è lavoro si chiama Asobu = giocare. Noi non siamo certo giapponesi, ma possiamo essere menti altrettanto caparbie da restaurare la parola ‘lavoro’ nel nostro vocabolario e darle il giusto senso basico di fine economico (naturalmente) ma anche di completezza umana e appagamento.
Consiglio vivamente il libro ‘Italiani di domani’ di Beppe Severgnini a proposito.. e lascio parola ad un grande artista italiano che purtroppo ci ha lasciato recentemente: che le sue parole severe siano monito positivo per essere coraggiosi ogni giorno di più.