L’iCity Rate è il rapporto annuale con cui iCityLab, iniziativa di ForumPa,  vuole “fotografare la situazione delle città italiane nel percorso verso città più intelligenti, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili“.

La situazione di Prato peggiora rispetto allo scorso anno di tre posizioni in classifica generale, dal 48° al 51° posto del 2014 su 106 città prese in esame. Siamo insomma più o meno a metà classifica, senza infamia e senza lode. E non va meglio anche a diversi altri capoluoghi toscani.

iCityLab stila la propria classifica sulla base di 150 variabili statistiche elementari, 84 Indici di fattore e sette dimensioni tematiche.
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A queste sei è stata aggiunta quest’anno “la dimensione legality: un insieme di dodici indicatori puntuali che vanno a misurare il livello di legalità territoriale – viene spiegato nel rapporto uscito lo scorso 14 ottobre – Si tratta di un cambiamento importante ma necessario che va a completare la già dettagliata analisi sui 106 comuni capoluogo”.

Questa la classifica generale iCity Rate 2015, dalla quale si evince che in Toscana, le città meno smart come Massa, Grosseto e Pistoia guadagnano terreno avvicinandosi a Prato, che come detto retrocede di tre posizioni. Stazionarie Firenze (al terzo posto) e Pisa al 19°, l’unica città che va un piccolo passo avanti nella parte nobile della classifica è Arezzo (dal 43° al 40°), mentre le altre mostrano una leggera tendenza negativa. Su tutte Lucca, che perde otto posizioni retrocedendo al 50° posto, e Siena, che dal 24° del 2014 passa al 31° nel 2015.

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Per quanto riguarda il dettaglio di Prato, il resoconto parla di aspetti positivi (verde) e negativi (rossi). Tra quelli positivi il livello di imprenditorialità e quello della disponibilità del credito, mentre tra quelli in rosso la dispersione scolastica, calcolata sulla base dei rapporti del quinquennio 2009/10 – 2014/15.

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Altri aspetti segnalati dal report è l’indice di mobilità e in particolar modo sull’accessibilità terrestre, ovvero sulla dotazione di infrastrutture (strade e ferrovie) calcolata sulla base di dati relativi al 2012.
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Carenza di infrastrutture che viene in qualche modo compensata dalla quota di vetture circolanti Euro 4. Un altro aspetto da sottolineare, anche se basato su dati 2011 (e anche questo dovrebbe far riflettere) è lo sprofondo della percentuale del livello di istruzione della popolazione residente di 20 anni e più con titolo di studio universitario. Più in basso, se la connessione a internet sembra godere di una buona diffusione, segna invece rosso la voce “Equilibrio di genere nella rappresentanza”. E’ un fattore calcolato sulla percentuale di sindaci donna. E segna rosso perché, è chiaro, a Prato di sindaci donna ancora non ne è stato eletto nessuno.
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Infine, la nuova sezione legality che sembrerebbe tutto sommato positiva per la città, compreso il valore legato al lavoro nero. Ma come in altri casi, anche in questo il valore è stato calcolato sulla base di dati forniti dalla Regione nel 2011.
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