Nuovo appuntamento con TU35 – Geografie dell’arte emergente in Toscana, il progetto organizzato dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci con Officina Giovani di Prato per sondare e indagare le energie creative che ci circondano, dando spazio a sperimentazione e commistione di discipline artistiche e linguaggi creativi. Questa volta la provincia sotto osservazione è Lucca con la mostra dal titolo Nessun luogo è lontano che sarà inaugurata giovedì 8 ottobre alle ore 18 presso Officina Giovani di Prato e si terrà fino al 25.
Curata da Francesca Biagini e Niccolò Bonechi con il contributo di Matteo Innocenti, la mostra raccoglie le opere di Matteo Ciardini, Paolo Ciregia, Federico Fabbri, Nazareno Giusti, Dhimitraq Kote, Cristiano Menchini, Mauro Moriconi, Benedetta Regoli, Marco Salvetti, Dario Sbrana.
Il processo d’indagine e ricerca sul territorio promosso da TU35 ha permesso ai curatori di realizzare un progetto che li ha condotti a un attento studio dei nuclei generatori di creatività presenti sul territorio lucchese, entrando nel tessuto artistico-culturale della città, per cercare di esaminarne le dinamiche dentro e fuori le “mura”. Il territorio si è rivelato indice di una polarizzazione ai cui estremi si trovano gli artisti e gli operatori culturali, entrambi più o meno sconnessi con la realtà in cui lavorano.
Riflettere sugli aspetti che hanno portato a questo scollamento e alla mancata costruzione di una consapevolezza pubblica è stato il punto di partenza della mostra. Attraverso una particolare riflessione, partendo dai casi singoli per arrivare ad una visione più ampia, è stata raggiunta una conclusione non definitiva, bensì interrogativa, su quella che potrebbe essere una proiezione verso un futuro in cui trasformazione e sperimentazione artistica saranno legate a una rete capace di promuovere e collegare artisti e collettività.
La mostra “Nessun luogo è lontano” (titolo tratto da un ciclo pittorico di Cristiano Menchini) può diventare quindi un potenziale punto di partenza per colmare delle distanze, passando da una condizione di assenza ad una di interrelazione.
Il percorso espositivo ad Officina Giovani inizia con due artisti legati alla tradizione della pittura a olio ma secondo visioni diverse: Marco Salvetti (Pietrasanta, 1983) rappresenta un’umanità quasi primitiva tramite un immaginario fantastico e atavico mentre Dario Sbrana ( Lucca,1981) scompone tele a olio del primo dopoguerra, ricomponendole in assemblaggi geometrici inediti. Matteo Ciardini (Firenze, 1983) presenta un’installazione composta da piccole opere pittoriche che riflettono sul concetto di assenza e di silenzio. Nel caos compositivo delle opere di Cristiano Menchini (Viareggio, 1986) si avverte invece la forza incontrollata e incontrollabile della natura.
Con l’opera Glasnost 001 tratta dalla serie “Perestrojka” Paolo Ciregia (Viareggio, 1987) mette in evidenza le atrocità vissute durante la sua permanenza in Ucraina. Il lavoro di Federico Fabbri (Lucca, 1991) si suddivide in diverse illustrazioni per il club lucchese Seed e per fanzine indipendenti, legate a un immaginario punk e all’estetica del fumetto. Il fumettista Nazareno Giusti (Barga, 1989) espone alcune tavole originali della sua graphic novel su Antonio Ligabue. Il video Birth of perception gold di Dhimitraq Kote (Korçë, 1987) porta l’astrazione in minime variazioni percettive in cui la materia si scinde dalla forma e dall’immagine. La serie Le Cirque di Mauro Moriconi (Lucca,1980) apre una riflessione sulla natura umana tramite i suoi componenti più inusuali come quelli che compongono il mondo circense, mentre Life Back di Benedetta Regoli (Anta, 1987) fornisce uno sguardo sul gioco e sulle sue dinamiche relazionali.