Germania. La terra dell’efficienza. Se ho bisogno di un certificato, potrò fare tutto online e nel giro di 2 giorni e al massimo con un paio di firme avrò tutto quello che mi serve.
In realtà, non è affatto così. O meglio: efficienti lo sono ma anche a loro fanno impazzire fogli, firme, timbri e fototessere. Se hai deciso di vivere qui, hai un po’ di ostacoli burocratici da superare. Sono principalmente 3 e rispondono ai nomi di Anmeldung, Lohnsteuerbescheinigung e Krankenversicherungsvergleich. E in aggiunta, per chi vuole, Freizügigkeitsbescheinigung e Führungszeugnis. (Ho scritto i nomi non tanto per impressionarvi, quanto per darvi l’idea di quanto possa essere difficile arrivare in Germania senza conoscere la lingua).
Andiamo con ordine. L’Anmeldung altro non è che un certificato di residenza, che ovviamente puoi ottenere solo se stai lavorando o studiando in Germania, perché si intende necessario se si risiede per un periodo più lungo di 6 mesi. Questo certificato va richiesto nelle prime due settimane dopo l’arrivo a Berlino, altrimenti son problemi (anche se non so di che tipo). Quando arrivai in Germania, mi ero già psicologicamente preparato ad affrontare queste prove e, con serena baldanza, mi avvio verso il più vicino Burgeramt, che non è una paninoteca americana, ma il municipio di quartiere. Siccome punto sempre in alto, il mio Burgeramt è all’interno del Rathaus Schöneberg, il famoso palazzo dal quale parlò Kennedy quando venne in visita nella Berlino divisa.
Dopo un po’ di fila, la poco gentile signora mi risponde che per fare l’Anmeldung (che, letteralmente, significa “Registrazione”) serve un appuntamento. Ne chiedo uno e mi dice che il primo giorno libero è 4 settimane dopo. Considerato che va fatto entro 2 settimane dall’arrivo, mi faccio prendere dal panico e vado via con questo appuntamento e il numero 1.667.345…sembra che prima di me ci fosse un po’ di gente!
Non potendo aspettare tanto, il giorno dopo ritento in un altro Burgeramt. Ero lì alle 7.30, gli uffici aprono alle 8 e c’era già coda. Chiedo alla signora dei numerini dove fare l’anmeldung, lei mi risponde in tedesco e mi dà un foglio da compilare… in tedesco. Perfetto! Si comincia bene! Sono lì, ad un tavolino ad attendere di essere chiamato, e nel frattempo tento di tradurre il foglio col mio vocabolarietto…impresa impossibile, dato che, come avrete intuito dalla lunghezza delle parole, i tedeschi amano combinare insiemediversi termini per formarne uno nuovo, ed è difficilissimo capire la radice delle parole.
Arriva il mio turno e mi presento dicendo che sono veramente dispiaciuto ma non parlo tedesco, temendo lo scoppio di risa e una serie di parole incomprensibili accompagnate da un gesto tipo “Allora torni con un interprete”. Ma questo, fortunatamente, non succede e la signora annuisce e mi risponde che “Ok, possiamo provare in inglese” (fra l’altro, il suo inglese era perfetto). La gentile Frau mi aiuta a compilare il modulo, chiedendomi se sono studente o lavoratore, dove vivo, se ho famiglia.
Dopodichè, mi rilascia il certificato e mi sta per salutare quando la blocco e le dico che mi servono altri due certificati, esplicitamente richiesti dal mio datore di lavoro: il Freizügigkeitsbescheinigung (non meglio tradotto come “certificato di libero spostamento all’interno dell’UE) e il Führungszeugnis (certificato di buona condotta).
Per uno dei due sono costretto a pagare. Mentre la signora finisce di compilare e stampare, mi dice di uscire fuori, dove troverò uno sportello al quale pagare, il quale mi rilascerà una ricevuta che dovrò riconsegnare a lei. Lei mi aspetterà. In sostanza, l’idea è che c’è uno sportello apposito per i pagamenti, in modo che i dipendenti che maneggiano le carte, non maneggino anche denaro, e che questo sportello sia comunque facilmente usufruibile, in quanto solo quelli che stanno facendo i certificati vanno a pagare e, di conseguenza, non c’è fila. Pago 10 euro e torno indietro. Prendo tutto e vado via, ringraziando come un giapponese la signora tedesca, chinando centinaia di volte il capo e dicendo “thank you” non so quante volte. Lei ricambia con un italianissimo “buona fortuna”.
Ora, probabilmente son stato fortunato perché sono andato ad un Burgeramt berlinese, ma una mia collega turca non lo è stata altrettanto quando, col solo inglese, è andata a quello di Potsdam e si è sentita rispondere, in tedesco, che li si parlava solo tedesco, di prendere un appuntamento e tornare con un interprete.
Il paradiso non esiste, in terra. Del resto, mi son sempre chiesto quanti dei nostri dipendenti dell’anagrafe italiana sappiamo parlare inglese. Anche se sono convinto che sono sicuramente più disponibili e pazienti dei tedeschi.
Il secondo documento necessario è la Lohnsteuerbescheinigung, per gli amici “registrazione all’ufficio delle tasse”. Mi reco così all’ufficio delle tasse (Finanzamt). Considerato che al Burgeramt c’era già fila dalle 7.30, temevo il peggio per l’ufficio delle tasse. Ora, io non sono mai stato in un ufficio tasse italiano ma me lo immagino pieno di gente che va lì a fare ricorso, a chiedere deduzioni o a capire perché ha pagato di più di quello che si aspettava. Un posto abbastanza caotico, insomma.
Invece, alle 7.45 trovo soltanto il portiere a cui chiedo dove posso fare la lohnsteuerkarte e, lui, porgendomi il modulo da compilare, mi risponde che mi posso accomodare nella sala d’aspetto e, non appena scattano le 8, posso prendere il numerino e poi accedere all’ufficio. Entro nella sala d’aspetto e penso di aver sbagliato posto: è totalmente vuoto! Talmente vuoto che non c’era neanche la dipendente o, che ne so, l’uomo delle pulizie. Dopo 5 minuti arriva un altro signore che si mette anche lui ad aspettare le 8. Alle 8.02 vedo passare la signora dell’ufficio che si posiziona nel suo ufficio, accende la luce e attiva il distributore dei numerini. Faccio per alzarmi ma l’altro signore mi fa cenno di star comodo, che il numero me lo porta lui. Credendo che fosse un trucco per fregarmi il turno, mi metto l’animo in pace, tanto ho tempo. E invece mi dà comunque il primo numero, che viene immediatamente chiamato.
Ed eccoci qui. Dentro di me penso sarà una passeggiata. Voglio dire, parlavano inglese nel Burgeramt, vuoi che dove c’è da riscuotere soldi non parlino inglese?! E invece, la signora parla solo tedesco.
Così, tento di pronunciare il nome lohnsteuerkarte (ma mi aiuto col foglio scritto), consegno il mio Anmeldung e la mia C.I. e lei comincia a scrivere. Ora, dovete sapere che per fare questa “carta delle tasse” bisogna aver ricevuto un numero dal Burgeramt. In caso non lo riceva in tempo, puoi andare lì dopo 7-8 giorni perché comunque dovrebbe essere inserito nella banca dati. Non avendo ancora ricevuto il numero, la signora mi dice che sta cercando il mio “Identifikationsnummer” e io dico che va bene. Poi finisce di scrivere, stampa un foglio e me lo consegna. Fatto. Esco dall’ufficio che sono ancora le 8.15. Mi domando come spendere il resto della giornata.
L’ultimo documento obbligatorio è la Krankenversicherungsvergleich, cioè l’assicurazione sanitaria. Non perdetevi la prossima puntata, per sapere come funziona, davvero, un ottimo sistema sanitario.