Cammino dopo pranzo all’ombra delle fabbriche dismesse fino ad una corte tra capannoni ristrutturati e un’azienda che scintillante ancora funziona a pieno regime.
All’ombra, un pancale pieno di vecchi scampoli di tessuto di campionario di ogni tipo e colore è così invitante che mi siedo mentre ho ancora il telefono in mano e navigo sui social.
Mentre penso al mio nonno cenciaiolo mi addormento e sogno.
C’è la città immersa in un silenzio dolce e nel tepore di un’alba d’inizio estate, ancora nessuno per strada, nemmeno un’auto. Mi aggiro per le strade così familiari e dai muri delle fabbriche dismesse, tra i muri di mattoni rossi e le finestre quadrettate spuntano trecce di tessuto multicolore.
Stupefatto, come un bambino mi avvicino ad una treccia verde e gialla di fili ritorti di lana, morbida e fresca. La strattono piano, poi la uso per issarmi e passare oltre la finestra. Un pavimento di spirali colorate intrecciate ricoprono tutto lo spazio del capannone, si arrampicano sul muro, formano dossi e avvallamenti. Sono scalzo e inizio a camminar sopra a questo pavimento morbido di storie e colori, colline di tessuto e ascolto suoni del passato, del mio passato che mi sussurrano gentili.
La mia città intrecciata tra passato e futuro, tra manifattura e arte non è un sogno, e stasera dalle ore 18.30 alle ore 23.00 negli spazi di Interno8 in Via Genova 17 a Prato si terrà l’inaugurazione di “FUORI DAL TRECCIATO – Le relazioni prendono forma“.
Oggi il mio FollowFriday è per l’associazione ARTFORMS e le artiste che insieme hanno ideato e realizzato questo gioiello intessuto di noi.