L’arrivo da clandestino a Milano, lavapiatti a 12 anni e poi massaggiatore sulle spiagge italiane, la Bocconi, l’abbandono per il teatro, le Iene, l’attività a Prato, i morti di via Toscana, il lavoro clandestino, il rapporto tra italiani e cinesi. E’ la storia di Yang Shi raccontata da lui medesimo ieri sera alle “Invasioni Barbariche” di Daria Bignardi. L’intervista comincia al minuto 38.
L’attore, recentemente a teatro con uno spettacolo sulla sua famiglia e sulla sua identità incerta e sospesa tra Italia e Cina, ha raccontato anche molto di Prato, la città in cui da anni lavora insieme al Compost. Proprio in chiusura di intervista, Yang Shi viene infatti interpellato su un appuntamento che cadrà il prossimo 21 marzo a Prato.
Si tratta dell’evoluzione di Facewall, “progetto di marketing culturale per far vedere una città costruttiva, Prato come centro d’Europa- dice Yang – dove i cinesi sono tanti ma ci sono anche tante possibilità e 118 etnie diverse. 100 fotografie diventate 10mila bandiere che italiani e non italiani hanno già esposto alle proprie finestre per un anno. Quest’anno invece – aggiunge – (saranno realizzati) 55 cortometraggi in cui c’è sempre una coppia, un italiano e un non italiano, che raccontano le loro storie, i loro amori, le loro fatiche. E la loro storia non è una favola, è reale”.