Si chiama Abitare Solidale ed è un progetto di coabitazione creato nel 2009 dall’Auser Territoriale Firenze, l’associazione di volontariato dedicata al mondo degli anziani, la quale, visto il successo dell’iniziativa, ha appena fondato Auser Abitare Solidale, che si sta dedicando esclusivamente a gestire questo straordinario servizio.

Ma in cosa consiste? Il fine è trasformare il problema abitativo in nuove opportunità per chi da una parte non può permettersi una casa in affitto e per chi, dall’altra, ha bisogno di aiuto per mantenerne una di proprietà. La soluzione proposta? Attivare una serie di coabitazioni gratuite basate sul mutuo aiuto e sulla solidarietà.

L’idea è scaturita analizzando – in questo particolarmente complesso momento storico – l’emergenza abitativa. Due i presupposti: da una parte l’aumentato numero degli anziani soli che vivono in case diventate troppo grandi e ingestibili e dall’altra le troppe famiglie che non riescono più a permettersi un affitto o il pagamento di un mutuo. Da qui la voglia di fare incontrare questi due universi, proponendo loro la coabitazione e la reciproca cura, un dare e avere in totale solidarietà e rispetto.

 

A raccontarci il progetto è un entusiasta Gabriele Danesi, coordinatore dell’Abitare Solidale: “Il problema della casa è la vera emergenza sociale. E la nostra idea è nata quale soluzione sostenibile a questo dramma. Partiamo con l’individuare i soggetti deboli e bisognosi di sostegno e li uniamo in una convivenza proficua e umanamente costruttiva. Questi i nostri utenti: persone sole, genitori con figli, famiglie in temporaneo rischio di povertà o marginalità, donne vittime di episodi di violenza domestica che spesso non denunciano tali molestie perché frenate dall’incertezza del futuro abitativo. Gente per la quale la coabitazione è tornare alla vita”.

Una casa, dunque, che diventa speranza nel futuro, grazie al principio del mutuo aiuto, sistemi del tutto nuovi di welfare di comunità, fondati sui valori della reciprocità e della cittadinanza attiva. “Un welfare che consideri le persone come individui complessi – ha precisato Danesi – non come numeri. Questa la nostra filosofia”, precisa Danesi. Una filosofia che sta convincendo a suon di successi. Sono infatti tante le amministrazioni comunali che si stanno rivolgendo ad Abitare Solidale per collaborare e farsi aiutare, Prato in testa. “Siamo ormai in tutta Firenze e Provincia, ci stiamo espandendo nel pisano, nel pistoiese, nell’aretino e due settimane fa abbiamo incontrato l’assessore Biancalani di Prato e la giunta di Vaiano con i quali siamo in fase d’attivazione. Perché ci chiamano? Perché noi costiamo zero ai Comuni e portiamo loro grande sostengo nella gestione delle emergenza abitativa, creando addirittura posti di lavoro. E a chi questa analisi può sembrare presuntuosa, dico che la nostra è solo fede e convinzione nel nostro progetto e nei suoi risultati. E le storie di vita che potremmo raccontare sono il nostro carburante”.

Come funziona? L’associazione individua gli anziani malati di solitudine, sperduti in case diventate enormi e pieni di voglia di condividere la propria vita e li mette in contatto con le persone disagiate senza casa. Il tutto dopo un attento esame e molti identikit psicologici e sociologici. “Dopo un primo contatto con i candidati vengono stilati identikit utili a valutare eventuali affinità tra i candidati, a cui seguono incontri di conoscenza, sino all’elaborazione di un patto di reciproca solidarietà. Il Patto Abitativo vincola i coabitanti al vicendevole rispetto delle esigenze di vita e a un mutuo scambio di servizi ed aiuto, e sancisce l’effettivo avvio della coabitazione. Dopo 30 giorni, la coabitazione viene ufficializzata con la sottoscrizione di un apposito comodato. Il buon andamento del rapporto è costantemente monitorato. Siamo un’equipe di esperti che segue passo passo ogni incontro e che, una volta nata la coabitazione, resta totalmente a disposizione. Per noi operatori non ci sono orari né festività. Siamo sempre pronti per le nostre nuove famiglie e per aiutarle a risolvere problemi di convivenza ed eventuali conflitti”.

Il loro intervento snello e veloce è una manna per tutti coloro che si vengono a trovare improvvisamente in situazioni al limite senza possibilità di ricevere un aiuto istituzionale. La lenta macchina burocratica dei Comuni, infatti, basati su una burocrazia elefantiaca e complessa, è fisiologicamente incompatibile con le situazioni d’emergenza. E il ritrovarsi senza casa lo è. In attesa, dunque, che arrivi anche a Prato, se volete saperne di più consultate il sito www.abitaresolidaleauser.it