“L’assistente sessuale non ci porta il piatto cucinato, ci insegna a cucinare”. È questa la metafora usata da un disabile per raccontare al mondo in cosa consista questa figura tutta nuova per l’Italia, che nascerà il prossimo autunno grazie a un serissimo corso di formazione diretto a Bologna dallo psicologo, psicoterapeuta, sessuologo e presidente dell’Istituto italiano di sessuologia scientifica (Iiss) di Roma, Fabrizio Quattrini. Si tratta di una figura fondamentale per un sano e corretto sviluppo psico-fisico delle persone disabili, la quale riceverà tutti i crismi dell’ufficialità, grazie al Ddl da poco presentato in Parlamento e scritto appunto da Quattrini e da Max Ulivieri, fondatore del “Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale in Italia”.
Siamo agli albori, dunque, di una vera e propria battaglia culturale, lunga e difficile quanto fondamentale. Come ha spiegato Quattrini in un’intervista a Redattore Sociale, questa nuova figura professionale avrà il compito di educare il disabile all’espressione dell’affettività – abbracci, carezze – e della sessualità: una vera e propria educazione all’orgasmo, che insegna al disabile a ottenere soddisfazione sessuale.
Una sfera che per i portatori di handicap è molto spesso preclusa e provoca loro frustrazione e smarrimento. La richiesta di assistenza sessuale avviene, infatti, nella maggioranza dei casi dai genitori, dalle famiglie e dagli operatori sociali, consci dell’importanza di affrontare con professionalità e profondità questa sfera.
Da qui l’idea del corso, in scia ad altri paesi nordeuropei, dove figure simili già esistono da tempo. Questi i requisiti per partecipare: essere over 25, avere un diploma, essere ematici, poco irritabili e possedere una personalità forte ed equilibrata, senza fragilità irrisolte. Ma Le caratteristiche fondamentali, secondo Quattrini, sono comunque avere rispetto ed educazione. “Rispetto nel senso di accogliere la persona disabile nelle sue esigenze e nella libertà di scegliere il modo in cui vivere una dimensione della vita che è biologica, in quanto attiene ai bisogni primari di ciascuno. E ritengo che né la prostituta né la escort siano in grado di sostenere l’aspetto emotivo e affettivo della relazione. Ecco allora l’importanza della formazione dell’assistente sessuale su questo aspetto particolare del lavoro che svolgerà”.
Anche Marco Armellini, direttore del reparto Salute Mentale Infanzia e Adolescenza dell’Asl pratese, è convinto che la sfera sessuale sia un nodo cruciale da affrontare e risolvere per migliorare l’equilibrio e la qualità della vita. “Penso che sia tutto molto complesso e da trattare coi guanti di velluto, ma è un muro che va abbattuto. Noi incontriamo spesso famiglie preoccupate e interessate a capire, genitori che vogliono essere indirizzati e aiutati ad affrontare insieme al figlio o alla figlia questo lato della vita che se vissuto bene porta gioia e serenità. Prima di valutare un corso quale quello ideato a Bologna da Quattrini ho bisogno di tempo, non mi voglio esprimere a priori. Per ora posso dire che è un problema reale, meno difficile da risolvere di quanto si pensi, in quanto espressione di un bisogno sano e fisiologico che non va drammatizzato. Se l’assistente sessuale sia la soluzione non lo so ancora, so solo che trattando di sessualità ci si addentra in un mondo complesso, che va ben oltre il fisico, e che implica un educare all’amore, all’affetto, al rapporto con l’altro. Punti fondamentali per vivere con armonia”.