Nei mesi scorsi, in piena estate, abbiamo pubblicato una sua intervista, nella quale si diceva preoccupato per la drammatica situazione che si sarebbe creata nelle scuole della Provincia di Prato a causa dell’insufficienza delle cattedre di sostegno. Il numero minimo di cattedre necessarie da lei dichiarato era di 450, ma già prevedeva che ne sarebbero state assegnate molto meno. È stato smentito?
“No. Come volevasi dimostrare, così è, purtroppo. Oggi riaprono le scuole, ma, a quanto mi risulta, le cattedre di sostegno disponibili non sono più di 380 (70 in meno), e di quelle attivate sicuramente molte subiranno il balletto delle nomine e delle rinunce. Ci sono scuole di Prato in cui 2 insegnanti di sostegno si dovranno occupare di 7 alunni, di cui almeno 2 con disabilità gravi, con un rapporto che è quasi di uno a quattro”.
Che cosa succederà ora?
“Dal 15 settembre i Dirigenti Scolastici chiederanno deroghe, i genitori faranno il solito umiliante pellegrinaggio all’Ufficio Territoriale del MIUR, e forse saranno concesse altre ore, altri frammenti di cattedra, in maniera poco trasparente e apparentemente aleatoria, con un mercanteggiamento da suk, in cui ottiene di più chi più alza la voce, non chi ha più diritto. Questo significa anche che per molti alunni disabili la scuola non comincerà il 15 settembre, ma, di fatto, qualche settimana più tardi, privandoli di un diritto essenziale”.
E questo perché?
“Sembra che non ci si renda conto che una programmazione disattenta e intempestiva delle risorse, soprattutto di quelle umane, ha ricadute pesanti su un sistema complesso come quello dell’educazione inclusiva, e soprattutto determina sofferenze e disagi proprio per gli alunni più vulnerabili e per le loro famiglie”.
Cosa fare?
“C’è sicuramente molto da fare, anche da parte dei Servizi Sanitari, che rappresento, per rendere più efficace il processo dell’inclusione. Ma senza gli insegnanti non si fa inclusione, anzi, semplicemente non si fa scuola”.
Visti i risultati, dunque, il suo intervento precedente è rimasto senza risposta…
“Sì. Spero che questa volta non accada e che la nuova Dirigente dell’Ufficio Territoriale ci spieghi come intende affrontare quest’emergenza. Vorrei anche che le Amministrazioni Comunali prendessero posizione su questo tema, chiedendo al MIUR un adeguamento delle risorse ai reali bisogni delle nostre scuole. Non è un problema di categorie minoritarie, è un problema di tutti”.
Foto di Informare per resistere