Palazzo Pretorio riaprirà ufficialmente e in modo completo il prossimo 12 aprile. Anche il terzo piano. Nella conferenza stampa di stamani, il sindaco Roberto Cenni e l’assessore alla cultura Anna Beltrame hanno annunciato che ci sono buone possibilità di ottenere anche un biglietto d’ingresso scontato per i pratesi.
“Il 12 aprile sarà un giorno di festa per tutta la città, tutti i musei pratesi rimarranno aperti e le piazze del centro storico saranno animate da eventi fatti dai giovani”, ha spiegato l’assessore Beltrame.
Il piano terreno del Museo, pur dedicato all’ accoglienza e ai servizi di sussidio alla visita, guardaroba e bookshop, mantiene anche la sua funzione espositiva.
Subito dopo la biglietteria si accede al primo ambiente facendo la conoscenza in breve del Palazzo e della sua storia. La seconda sala ospita una grande linea del tempo che illustra le date più significative della storia di Prato, dall’insediamento etrusco di Gonfienti fino alla riapertura di Palazzo Pretorio. Nello stesso spazio sono esposte opere e oggetti che raccontano simbolicamente la storia della città e preparano alla visita delle sezioni successive. Due grandi sale con volte a crociera sono destinate alle mostre temporanee.
Piano primo
La storia delle collezioni apre il percorso museale del primo piano: la prima sala è dedicata alla preziosa reliquia della Sacra Cintola conservata nella cattedrale, con una suggestiva ricostruzione virtuale degli affreschi di Agnolo Gaddi nella cappella della Cintola in Duomo, le tavole di Bernardo Daddi, Agnolo Gaddi e di altri autori del tardo Trecento. Il grande salone che anticamente ospitava il tribunale oggi accoglie le opere più importanti del Museo: gli splendenti polittici tardogotici, tra cui la grandiosa macchina d’altare di Giovanni da Milano, e i capolavori di Filippo Lippi e dell’Officina Pratese.
Un’altra sala è dedicata a Filippino Lippi, il più grande dei pittori pratesi e ad altri maestri del tardo Quattrocento e del primo Cinquecento, come Botticini, Raffaellino del Garbo e Luca Signorelli. L’ultima sala ospita pregevoli esempi di scultura rinascimentale, tra le quali una mirabile opera di Donatello.
Primo mezzanino
Il primo mezzanino si trova tra il primo e il secondo piano ed ospita l’aula didattica del Museo e una grande proiezione con la Storia di Palazzo Pretorio.
Piano secondo
Il salone è dedicato ad una selezione di pale di grandi dimensioni dei secoli XVI-XVIII provenienti in prevalenza dalle chiese e dai monasteri della città, tra queste opere del Poppi, di Mario Balassi e di Domenico Ferretti, oltre alle tre bellissime tavole di Santi di Tito e di Alessandro Allori, acquisite dal Museo nel 2012 grazie al lascito testamentario di Angela Riblet.
Le altre sale sono dedicate alla pittura del Cinquecento e del Seicento, con opere, fra gli altri, di Giovan Maria Butteri, Giovan Battista Naldini, Battistello Caracciolo, Cecco Bravo, Mattia Preti e Nicola Malinconico.
Secondo mezzanino
Il secondo Mezzanino si trova tra il secondo ed il terzo piano. Qui sono esposte alcune delle opere che fanno parte della collezione Martini, acquisita dal Comune nel 1895 dallo Spedale della Misericordia. La selezione di dipinti, eseguiti tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, ricrea l’effetto della quadreria settecentesca.
Piano terzo
La prima sala ospita una selezione dei disegni del grande scultore di origini pratesi Lorenzo Bartolini e dei cartoni preparatori del pittore pratese Alessandro Franchi. Nel grande salone è esposta l’importante raccolta di opere di Bartolini: modelli di sculture, tra cui la Fiducia in Dio, ritratti in marmo e gesso. Vi trova collocazione anche una scelta di dipinti di autori dell’Ottocento, tra cui Von Sturler e i pratesi Luigi Mussini e Antonio Marini. Il Novecento è rappresentato da Ardengo Soffici e dai pittori della Scuola di Prato.
A Jacques Lipchitz è dedicato uno spazio particolare: quattro sculture selezionate dal nucleo di 21 modelli in gesso e 43 disegni donato al Comune nel 2011 dalla Fondazione Lipchitz, illustrano l’intero percorso artistico del grande artista di origine lituane.