Dopo quello alla Spuma e quello alle caldarroste, non poteva mancare, durante queste giornate grigie, fredde e nebbiose, un elogio al vin brulé.
La bevanda da mercatino di Natale, da maglione di lana della nonna a collo alto con la treccia. La bevanda per riscaldare la mente e lo spirito. In questi giorni anche adatta per festeggiare o dimenticarsi (a seconda di chi si è votato) le primarie del Partito Democratico.
Da oggi (ma anche da ieri) fino a carnevale, è sempre tempo per un buon vin brulé (ovviamente da consumarsi con moderazione).
Si dice l’abbiano inventato i romani, dato che “il vino speziato” era di largo consumo, considerando che le spezie servivano a conservare il vino. Ovviamente, come vuole la tradizione dei migliori alcolici o liquori aromatizzati, furono alcuni frati e monaci a perfezionare la ricetta. In Francia era chiamato “il vino dei poeti di strada”, in quanto riscaldava e ispirava le lunghe serate invernali dei bohemienne.
Il vin brulé è corroborante, riscaldante e disinfettante. Ecco, adesso sapete cosa prepararvi stasera. Buona serata.
La ricetta del Vin Brulé secondo Giallo Zafferano
Ingredienti
200 gr zucchero, 1/2 noce moscata grattugiata, 2 stecche di cannella, 8 chiodi di garofano, 1 arancia e 1 limone, 1 lt di vino rosso corposo.