12. UN INCOERENTE COME TANTI – PETROLIO
Voci, chitarra scombussolata, loop station, synth, drum machine, elettronica calda per raccontare piccoli fatti, pezzi d’Italia, storie brevi e storie lunghissime che non si risolveranno mai. Le tredici canzoni dell’album “Due” del Collettivo Un incoerente come Tanti, infatti, formano un grande viaggio da Pier Paolo Pasolini ad Aldo Moro, dalla strage di Bologna ai delitti per mafia. “Due” è un album  malinconico e per certi versi crudo, ma è soprattutto un disco che aiuta a ricordare, a stimolare le coscienze e ad informarsi sulla storia di un Paese con la memoria, a tratti, fin troppo corta.

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11. SHOPPING GIANNA – CELLAR DOOR (FERMER)
Contrariamente a quanto farebbe pensare il nome (ma come conferma la copertina dell’album), gli “Shopping Gianna” sono un gruppo oscuro, a tratti ossessivo. I loro testi cercano una strada personale e ispirata per descrivere ciò che li circonda e la trovano in quasi tutti i brani. Un album ricco di rimandi al miglior rock alternativo italiano.

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10. ARCHITECTURE OF THE UNIVERSE – SCOPRIRSI ROSSO
E’ tutta una questione di colori. Prima, tutto è bianco, gelido, freddo. Poche parole, quasi nessuna, e partono le chitarre. Compare un po’ di azzurro, blu chiaro. Poi il primo colpo di batteria e la prima nota del basso: i colori iniziano a farsi costantemente più caldi e definiti. Iniziano a mescolarsi assieme, creando melodie che arrivano dritte dritte ai colori che ognuno di noi ha dentro di sè, passando per le orecchie. Questo è “Il grande freddo”, secondo ep della band Architecture of the Universe: una tavolozza di colori, emozioni e immagini magistralmente miscelate assieme.

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9.  ELEPHANT IN THE ROOM – THOSE WHO TRULY LOVE
“L’elefante nella stanza” crea melodie avvolgenti guidate da una voce calda e sicura. Il risultato è un tributo all’hard rock tradizionale capace, però, di inventarsi nuove strade da esplorare. Gli Elephant in the room hanno dato alle stampe “Waiting for my perfect wave” lo scorso mese di febbraio. Un disco dal sound denso e maturo.

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8.  TOPSY THE GREAT – LALBOOM
Ritmiche incendiarie per suoni vintage, i Topsy The Great sanno come far muovere testa e cuore senza scendere a compromessi, e scusate se è poco. Sporchi per filosofia, noise per attitudine, hanno appena dato alle stampe “Steffald”, il loro primo album, e prodotto la clip di “Lalboom”, un video pieno zeppo di pratesi ma non per questo meno disturbante.

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7.  FANTASTIC BRA –  DONKEY SHOT
In una parola: furiosi. I Fantastic Bra non cantano, suonano e basta e dal vivo sono una vera mattonata in mezzo alla fronte. Una piccola e indiavolata gemma del panorama musicale pratese. E un investimento per il futuro, visto che “Arnica” è il loro primo album e loro sono poco più che diciottenni.

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6.  BLEBLA – PRATO
E’ stato definito giustamente “un trattato di antropologia culturale pratese” in rima. Ed è subito cult. Ormai ha superato le 87mila visualizzazioni il video della canzone “Prato” di Blebla, contenuto nel suo ultimo lavoro “Satirap (non è un mixtap)”, in free download. Una “serenata rap”, un inno: Blebla è ironico e pungente, riesce in tre minuti e mezzo a descrivere tutti i vizi e le virtù della sua città. Non è il primo esperimento in “dialetto” del rapper: già con “Ikkettadetto?!” aveva ricevuto grande consenso di pubblico. Inoltre, con Satirap, Blebla è riuscito a collaborare e a unire in un solo album tantissimi rapper della scena italiana meno conosciuta, tra cui Manu PHL (che qualche tempo fa aveva spopolato con un altro tormentone in vernacolo pisano “Jente di Toscana”).

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5.  GRANPROGETTO – UN ESPERIMENTO
Surreali come un certo cantautorato italiano, potenti come i power trio cui s’ispirano, i Granprogetto (ex Camera Migliore) stanno per dare alle stampe il loro primo album autoprodotto. Nel 2012 hanno realizzato quattro video per altrettanti canzoni, che non potevano passare inosservate. Di queste, “Un esperimento” è quella che forse meglio li descrive, tra chitarre distorte e testi che raccontano cose care al gruppo: tempo, incontri, cucina, controllo, riposo, amore subacqueo.

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4.  GO!ZILLA – I’M BLEEDING
Come si descrivono da soli, “potresti pensare che vengono da Austin, in Texas, e invece vengono da Prato (Firenze)”. Tanto è sporca, storta e viscerale la loro musica. I Go!zilla sono un duo cui piace mescolare, rimescolare e infine servire in tavola accompagnando il tutto con un’abbondante dose di salsa piccante.  Un po’ garage, un po’ psichedelici, e con un sano gusto vintage, mettono in piedi una prova fresca in modo sorprendente.

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3. tOMME – 3 CAMPIONI PER SECONDO
Ogni creatura di tomme è un percorso all’interno di un panorama elettroacustico nuovo, contemporaneo, fluido. Suoni reali miscelati in ritmiche raffinate e articolate. In “Declare love and variables”, i brani di tomme, pratese classe 1983, sono bozzetti d’atmosfere sospese, con la testa immersi nel cosmo e coi piedi ben piantati sulla terra ferma. E’ come se tomme lanciasse ogni volta un’idea, a volte una nota, un campione, un riff dentro ad un corridoio di specchi: la nota si infrange e si riflette cambiando forma là dove è riflessa, creando sempre un equilibrio ipnotico e sognante.

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2. ANDREA FRANCHI – LA DISTRAZIONE
Paolo Benvegnù, Alessandro Fiori, Manuel Agnelli, Marco Parente: questi sono alcuni dei nomi con cui ha collaborato ultimamente il polistrumentista pratese Andrea Franchi, che quest’anno ha prodotto il suo disco d’esordio “Lei o contro di lei”. Tramite la sua esperienza artistica e la sua band, Andrea Franchi riesce a mettere su disco un esempio di grande cantautorato: non cerca di creare opere omogenee, ma concede ad ogni brano un’anima e un carattere proprio. Sempre nel 2012 ha lavorato alla realizzazione della colonna sonora de “Il Topo”, lo spettacolo teatrale tratto dall’opera del poeta pratese Raffaello Pecchioli adattato dal regista Paolo Magelli.

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1. BLUE WILLA – FISHES
Quando ci si accorge di essere cambiati tanto da non riconoscersi più, la vita concede la possibilità di crearsi un’identità nuova. E’ quello che hanno fatto i Blue Willa, cioè gli ex Baby Blue, che dopo aver calcato i palchi d’Italia e d’Europa hanno concluso da poco il loro nuovo omonimo lavoro. Prodotto dalla musicista americana Carla Bozulich, in uscita il 21 gennaio, ci troviamo davanti ad un disco-ossimoro: un debutto, ma anche un’ulteriore conferma Prato ospita la band portabandiera del post-rock italiano del momento (tanto da guadagnarsi la copertina de “Il Mucchio Selvaggio” di gennaio 2013). Del disco è uscito un estratto per la compilation “The next wave”, una raccolta dedicata alla nuova scena fiorentina. Bastano queste poche note per assicurare un disco ricco di delirio, avanguardia e ricerca di sonorità, melodie e testi.

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