Questo è un appello alla città di Prato. Uno di quegli appelli che nascono spontaneamente e che più o meno cadono sempre nel vuoto. Comunque ci proviamo, perché provarci conviene sempre. Specialmente a Prato.
Il titolo dice già tutto: il festival internazionale del giornalismo, che negli ultimi anni si è tenuto a Perugia, forse non si farà più a Perugia. Per un sacco di motivi che potete trovare qui.
Registrata la volontà da parte dell’organizzazione di continuare l’avventura, (dopo l’incontro pubblico di ieri) tramite anche una campagna crowdfunding, sono cominciate a piovere svariate candidature per ospitare un festival che nel giro di poco tempo è riuscito non solo a coinvolgere figure di spicco del giornalismo internazionale ma anche a portare il discorso “giornalismo” su di un piano diverso da quello che la maggioranza delle persone è abituata a vivere in Italia. Dalle buone pratiche per giornalisti ai nuovi strumenti, dalle inchieste all’utilizzo consapevole e responsabile dei social network nell’informazione. Etc etc.
Perché Prato.
- Perchè Prato è una città nel bel mezzo di una rivoluzione culturale, sociale ed economica. Proprio come il giornalismo.
- Perché l’ex città del tessile cerca un modo di risollevarsi imboccando altre strade, sognando altre prospettive.
- Perché un evento di portata internazionale come quello del festival di giornalismo non solo ha un discreto ritorno sull’indotto (supponiamo) ma dà anche un certo lustro alla città ospitante (è banale ma funziona).
- Perché Prato, negli ultimi due anni, è andata mettendo in evidenza una gran quantità di aziende (400) che lavorano nel campo ICT (Information and Communication Technology), un campo cui il giornalismo del futuro farà sempre più riferimento.
- Perché comprendere come funziona il giornalismo significa comprendere come viene raccontato il mondo e quello che succede tutti i giorni intorno a noi.
- Perché adesso il giornalismo non è e non sarà solo “giornali” e “grandi testate”. Diventerà ancor più di prima il paradigma del racconto di quello che stiamo vivendo e di quello che vivremo. A portata di tutti, comprensibile a tutti.
Una collaborazione Pratosfera
e Simone Martelli