contemporanea
Foto Lorenza Daverio

Il Contemporanea Festival torna dopo un anno di stop con un’edizione “distesa ma livida come il cielo che si prepara alla tempesta”, si legge nella presentazione del direttore artistico Edoardo Donatini. “Tutti gli spettacoli sono stati selezionati per lo stesso motivo, perché ci obbligano a cambiare postura, l’angolo di visione, per prendere sul serio anche la farsa più esuberante e grottesca”.

Il titolo della nuova edizione è infatti “L’emozione prima della sommossa” e oltre ai luoghi canonici di Contemporanea (Metastasio, Fabbricone e Spazio K), porterà gli spettatore anche nel refettorio della chiesa di San Domenico e in un tour nei cimiteri di Prato

Il programma

Dies Irae di Gloria Dorliguzzo

27, 28, 29 settembre e 3, 4, 5 ottobre ore 19.30 – Sala del Refettorio della Chiesa di San Domenico

Dies Irae sarà un concerto, una danza, risultato di 5 giorni di laboratorio con il fine di condurre un gruppo di donne di tutte le età ad interpretare l’opera musicale di Galina Ustvolskaya. Il ritmo dei metalli sul legno e incudine daranno vita ad un concerto performativo in cui azioni, spostamenti e gesti alluderanno ad un rituale misterioso in un’idea di intima liberazione dai poteri omologanti. Sarà uno studio sul corpo e la violenza, alimentato dalle note di Galina Ustvolskaya (1919-2006), soprannominata “Donna col Martello”, incarnazione vivente della Resistenza per essere stata allieva di Shostakovich e per essersi presto allontanata da lui accusandolo di aver accettato compromessi con la dittatura stalinista.

Corpi Celesti di El Conde de Torrefiel

27, 28, 29 settembre e 3, 4, 5 ottobre – Percorso guidato da fruire in autonomia

I cimiteri sono città come tutte le altre: ci sono quartieri centrali e quartieri periferici, quartieri ricchi e quartieri poveri, persone note e meno note. Corpi Celesti è un’audioguida tra storie e personaggi per una passeggiata individuale nei Cimiteri di Prato. I partecipanti scopriranno quali segreti si celano in questa città sopita seguendo un audio eclettico che li inviterà all’esplorazione di una scenografia in grado di essere inquietante ed emozionante, in cui numerose vite si sono succedute nel corso dei secoli e che ancora oggi potrebbe avere qualcosa da dire.

La traccia audio sarà disponibile in italiano e condivisa in prossimità della data di inizio dell’esperienza. I partecipanti potranno recarsi in autonomia in un Cimitero di propria scelta e svolgere il lavoro individualmente. Per partecipare sono necessari: un foglio, una penna, un accendino e uno smartphone con auricolari.

After all springville di Miet Warlop

27, 28 settembre ore 21 – Teatro Metastasio

Con la leggerezza di un cartone animato, viene raccontata la storia tragica di una comunità fallita. In essa, si sviluppa una narrazione esplosiva intorno a una casa di cartone che emette fumo colorato, ai suoi abitanti e al quartiere: un elegante tavolo ambulante che non desidera altro che essere apparecchiato, un uomo che vuole portare fuori la spazzatura, un quadro elettrico frustrato e un paio di pantaloni molto lunghi attraversano grandi e piccoli drammi con diversi gradi di potenziale comico e catastrofico. Con la leggerezza di un cartone animato, viene raccontata la storia tragica di una comunità fallita. E poiché tutto ciò non potrebbe essere più attuale, Warlop sta ora riallestendo la sua opera iconica 12 anni dopo la sua prima mondiale con il titolo After All Springville.

Hit di Parini Secondo

27 settembre ore 22.00 – spazioK

HIT è un progetto coreografico e musicale sul salto della corda utilizzato come elemento percussivo per manifestare i ritmi incarnati. La versione agile e compatta prende il nome di HIT OUT. Dopo un anno di preparazione atletica sponsorizzata dalle corde di MarcRope (Milano), Parini Secondo e Bienoise si focalizzano sul suono che la corda saltata produce. Le saltatrici in scena eseguono una partitura ritmica e insieme coreografica in cui single-under, side-swing e double-under, combinati a voce e suoni sin ntetici, si armonizzano in una vera e propria HIT. HIT nobilita l’intima pratica dell’allenamento elevandola ad azione performativa: il susseguirsi martellante dei colpi di corda è l’eco della ribellione contro quelle forze che ci vorrebbero immobili stese a terra con gli occhi chiusi.

Come sopravvivere in caso di danni permanenti di Francesca Santamaria/Codeduomo

28 settembre ore 22.00 – spazioK

COME SOPRAVVIVERE IN CASO DI DANNI PERMANENTI è una radiografia coreografica. Un referto che svela un corpo non utopico, il funzionamento di una macchina imperfetta, gli ingranaggi di un organismo corruttibile. È l’attraversamento di un archivio, testuale e sonoro, legato ad infortuni e debilitazioni, che indaga il tema del dolore fisico ed emotivo post-trauma. In una sala “operatoria” asettica e su sonorità che nascono dal ribaltamento de La morte del cigno, vengono vivisezionati una sequenza di movimento e il corpo di una danzatrice.

Sì! I giorni felici di Matteo Pecorini

9 settembre ore 17.00 + 21.30 – spazioK

Vivere il proprio tempo attraverso i passi e le voci di tre donne. Come compendio necessario una borsa, in cui sono riposti in disordine i vissuti, le cadute, le vittorie e gli slanci. Ma anche tutto ciò che si tiene stretto, per affermare la propria presenza nel mondo, sospesa tra quello che è stato fatto e i passi che ancora restano da camminare. SI! – I giorni felici è uno spettacolo che scompone e scompagina il Tempo, attraversando la vita di tre donne e riscrivendo Giorni felici di Beckett con nuovi occhi e nuovi corpi. Ma è anche un racconto che macella e disperde la nostalgia in cui siamo impantanati, aprendo la vita a un SI che si fa voce e si fa danza. Si fa sogno e volontà. Si fa suggestione, spinta ed entusiasmo. Soprattutto, entusiasmo: Willie, chiedimi come sto? Da Dio!

Karrasekare di Igor x Moreno

29 settembre ore 18.30 – Teatro Fabbricone

Karrasekare si ispira alle tradizioni carnevalesche pagane della Sardegna e dei Paesi Baschi, è un ritorno ai rituali pre-cristiani, quando la celebrazione del solstizio di primavera non si chiamava ancora carnevale, quando ancora non si chiedeva alla comunità di levare la carne, ma di metterne al fuoco molta di più. Karrasekare guarda al passato ed entra nel futuro, utilizza ritmi che ci accompagnano da secoli per produrre nuove identità libere, fluide, queer. È uno spettacolo che vibra dell’energia di una sagra, dell’eccitazione dello stare assieme, del rischio che emerge quando danze canti ed ebrezza si mescolano, del nostro senso di pudore, dell’inverno che è stato e del rifiorire che è alle porte.

Mal – Embriaguez Freitas di Marlene Monteiro Freitas

3 ottobre ore 20.30 – Teatro Fabbricone

al è un processo teatrale e grottesco che indaga il male in tutte le sue forme. In scena, un gruppo di ballerini e interpreti, solo con il corpo e parole esclusivamente onomatopee, paiono prigionieri di uno stato catatonico: seduti su una tribuna a tre livelli, come giudici di un tribunale che punisce e condanna ogni forma di sregolatezza, attraversano tutte le inquisizioni della storia. Sono sotto l’influenza di ispirazioni ossessionanti, testimonianze velenose, impressioni batteriche, fatti marci e giustappongono preoccupazione e paura a una sorta di estasi dionisiaca, tra marce, rituali di sorveglianza, competizioni sportive ed esperimenti di fisica, sullo sfondo del netto contrasto di luce e ombra, rumore e silenzio. Uno spettacolo come un esorcismo illuminante.

La luz de un lago di El Conde de Torrefiel

4 ottobre ore 20.30 – Teatro Metastasio

La luz de un lago immerge lo spettatore nell’immaginario di un film che si sostiene attraverso la scena, la parola e la presenza. La sua trama è tessuta dai frammenti di vita di personaggi che vivono in luoghi e tempi diversi. Le storie appaiono e scompaiono, sono l’una dentro l’altra come in una matrioska di narratività, una mise en abyme nelle acque profonde del tempo. La luz de un lago parla di amore, lavoro e violenza in un mondo che visivamente collassa tra miraggi, trompe l’oeil e allucinazioni. Come di consueto nelle proposte artistiche di El Conde de Torrefiel, la visione e l’ascolto entrano in collisione, in un’oscillazione turbolenta in cui si apre una crepa nel significato, per lasciare spazio all’immaginazione dello spettatore: l’unica immagine possibile in scena.

La foresta trabocca – Anteprima di Antonio Tagliarini

4 e 5 ottobre ore 22.00 – spazioK

In questo lavoro, il cui titolo riprende l’ultimo romanzo della giovane scrittrice giapponese Maru Ayase, Antonio Tagliarini invita Gaia Ginevra Giorgi a dialogare con lui sulla scena attraverso un’azione sonoro-performativa che esplora un flusso somatico, in cui il corpo si riorganizza e indaga altri modi di esistenza, fino alla soglia della trasformazione. La scena infesta ed è infestata, è sciame di affetti e reticolo complesso di relazioni, la materia vibra, si regge su un equilibrio precario in cui lo spazio, il tempo e il filo del discorso vanno sempre rinegoziati. Come in una foresta, come in un gioco, il corpo del performer si muove per tentativi, si riposiziona, procede per frammenti, riorganizza le forme e i pensieri nel gesto semplice ma sovversivo di attraversare e essere attraversato. A sostenere il tessuto drammaturgico del lavoro ci sono le riflessioni del teorico queer Jack Halberstam intorno al concetto di fallimento, che ci guidano nell’affollato mondo dei perdenti e propongono una nuova visione dove smarrire la strada, dimenticare ed essere dimenticati, essere indisciplinati e improduttivi si rivelano strategie possibili per stare al mondo.

Deserto Tattile di Nicola Galli

5 ottobre ore 20.30 – Teatro Fabbricone

La nuova creazione di Nicola Galli condensa gesto, luce e suono per esplorare le forme del tatto e contemplare il deserto inteso come spazio fisico sconfinato e condizione esistenziale.
La scena si manifesta in un abisso di luoghi in evaporazione che dissolvono le definizioni di limite e distanza. Deserto tattile è un invito a smarrirsi in un miraggio attraversato da figure viaggiatrici opache e solitarie contese tra lontananza e prossimità, immerse in un ambiente capace di sospendere il ritmo del quotidiano fino ad annullare la nostra percezione dello spazio-tempo.