Una nuova rubrica su Pratosfera. Si chiama “La baldanza della cicogna” ed è curata dagli studenti e dalle studentesse del liceo classico Cicognini di via Baldanzi che si occupano del giornale scolastico, chiamato “Il Baldanzoso”. “Con questo progetto – scrivono – la Cicogna baldanzosa (simbolo della scuola) “si alzerà in volo per uscire dalla propria zona comfort, tentando con baldanza di dare una propria opinione su questioni attuali” e si impegnerà a fornire ai lettori di Pratosfera i punti di vista di giovani scrittori su argomenti di attualità inerenti alla città, voci che troppe poche volte vengono ascoltate, ma che sono fondamentali per lo sviluppo della società. Il Baldanzoso lo trovate qui.
di Diego Calonego
Nostalgia del futuro, così abbiamo scelto di chiamare quest’incontro (una delle assemblee di School of Met). Studenti del liceo e universitari, adulti, una filosofa, una psicologa: tutti riuniti in Piazza Rodari per parlare di un tema per i giovani, richiesto dai giovani, ma che sempre di più cerca l’attenzione degli adulti: la salute mentale.
Perchè la cosiddetta “società a rischio burnout” semina vittime ovunque, a scuola e al lavoro. Noi giovani a volte vogliamo sentirci un po’ più artisti, o semplicemente “liberi”, e vogliamo parlare di salute mentale perchè consapevole dei rischi e delle minacce, fra le mura della scuola e nella vita pubblica di tutti i giorni. I più anziani invece sono “obbligati” a vivere una vita scandita dai ritmi del lavoro, con sempre meno tempo per la famiglia, e soprattutto, quasi mai tempo per loro stessi. Il burnout è l’effetto immediato di questo sistema e attraverso la scienza della filosofia, con Ilaria Gaspari, e della psicologia, con Afef Hagi, abbiamo cercato di decifrare i dubbi di ciascuno di noi con l’aiuto del sistema dell’assemblea, alle origini della democrazia, una vera e propria “scuola orizzontale” nella quale ognuno offriva agli altri le proprie conoscenze senza richiedere nulla in cambio, se non l’ascolto.
Personalmente, ero molto interessato al tema della libertà, del quale ho sentito parlare in tutte le salse, soprattutto nella musica Pop Punk anni ’90, dove libertà significa fuga, menefreghismo, e a volte anche follia. In una società come la nostra è possibile essere “liberi” senza essere “folli”?
Ilaria Gaspari, autrice del libro “Vita segreta delle emozioni”, ha parlato di libertà in senso cinico ed epicureo, riallacciandosi alla tradizione filosofica ellenistica e ad alcuni vecchi episodi scolastici, per poi rispondere che sì, diventiamo “liberi” nel momento in cui cinicamente ci distacchiamo dal giudizio altrui e poi abbiamo il coraggio di richiedere aiuto: così raggiungiamo quello stato di armonia interiore che i greci chiamavano “eudaimonia”. D’altro canto Afef Hagi, da psicologa clinica, ha rimarcato l’importanza di chiedere aiuto qualora il problema sfugga alla nostra comprensione: il giudizio altrui è solo una minima parte del problema e riuscire ad avere una visione complementare alla nostra è di grande aiuto per risolvere il problema e sentirci liberi dalle tensioni sociali.
Durante la chiaccherata, la parola “femminismo” era sulla bocca di tutti a causa dei recenti avvenimenti di cronaca, e molti tra i giovani si sono chiesti se il tema della salute mentale non potesse in qualche modo “nascondere” un retaggio patriarcale dietro agli episodi di violenza domestica subiti dalle donne. Il dibattito che ne è scaturito ha poi trovato una risposta naturale con il tema del ruolo dell’educazione, fondamentale per eliminare la violenza dal carattere umano sin dall’infanzia; la salute mentale va tutelata proprio per evitare episodi di questo tipo.
In questo e in molti altri interventi, filosofa e psicologa hanno spesso dato risposte complementari, dimostrando ancora una volta come le finalità teoretiche e pratiche della scienza riescano a coesistere per tenere vivo il dibattito generale: in particolare è stato bello vedere come questi due modi di pensare differenti abbiano interpretato le domande dei ragazzi: dentro School of MET, il gruppo da cui viene la maggior parte di noi, ci siamo gradualmente abituati a trattare temi che investono la scuola e la società, e lavorando in gruppo siamo arrivati anche a parlare di argomenti più intimi, visto che la salute mentale ha un ruolo diverso per ciascuno.