La visita del ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci e del capo del dipartimento Fabrizio Curcio a Campi Bisenzio era attesa da giorni e tutti i rappresentanti dei Comuni colpiti dall’alluvione presenti, capeggiati dal presidente della Regione Toscana Giani, hanno chiesto sostanzialmente la stessa cosa: che si faccia presto con i ristori per le famiglie e le aziende finite sott’acqua.
«È necessario trovare tutti gli strumenti per mettere le nostre aziende in condizione di ripartire e per dare sostegno alle famiglie colpite. Fate presto, noi come istituzioni locali ci metteremo la massima collaborazione», ha ribadito il sindaco di Prato Matteo Biffoni, anche presidente Anci Toscana. Che poi ha ringraziato il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio per il sostegno del sistema di Protezione civile: «La macchina ha reagito in tempi efficaci grazie a tutto il sistema di Protezione civile, supportata dalla presenza nazionale delle colonne mobili regionali e dai volontari che hanno aiutato a liberare strade e abitazioni da acqua, fango e rifiuti, uno dei problemi più grandi in questo momento per la quantità di rifiuti extra da smaltire».
Di collaborazione ha parlato anche il presidente della Regione Giani: «Occorreranno risorse perché il territorio possa avere risposte immediate. Oltre 30.000, tra famiglie e imprese, sono state colpite direttamente dalle esondazioni. Fino ad oggi c’è stata una stretta collaborazione con il Governo, e vorrei continuasse per poter dare risposte concrete alle persone. La volontà è quella di uscirne tutti insieme. Voglio vivere uno spirito di grande collaborazione e spero che prevalga questo clima rispetto alla prospettiva delle polemiche. Abbiamo avuto 8 morti – ha aggiunto Giani – e danni rilevanti in ben cinque delle dieci province toscane. È stato colpito anche il cuore economico della Toscana. Abbiamo subito un evento meteorologico come non si era mai visto fino ad oggi e il pericolo maggiore è stato rappresentato dai piccoli torrenti: l’Agna, lo Stella, il Bagnolo, gli altri torrenti del reticolo minore, che però in questo caso si è rivelato rilevante e devastante. Ringrazio il sistema regionale della Protezione civile, il mondo del volontariato, i corpi delle forze armate, le colonne mobili delle Regioni che sono venute in nostro aiuto, i giovani delle scuole superiori che sono venuti da tutta la Toscana ad aiutare. Ora dobbiamo portare avanti tre fronti fondamentali: gli interventi di somma urgenza, cioè la ricostruzione degli argini e la messa in sicurezza del territorio; l’assistenza alle famiglie che hanno subito danni; l’attenzione alle imprese colpite, anche perché i quest’area si trovano manifatture che sono indispensabili anche al settore moda e all’eccellenza dell’export italiano».
«È fondamentale – ha concluso Giani – integrare le risorse che sono state finora messe a disposizione per poter ancora completare i lavori di somma urgenza, mettere in sicurezza il reticolato idrico minore e poi abbiamo bisogno che si traduca l’ordinanza anche in legge per poter sospendere i contributi previdenziali, i pagamenti, le imposte perché chi è stato danneggiato possa vivere con uno spirito di supporto la prospettiva di ricostruzione».
Le polemiche a cui si riferisce il presidente Giani sono quelle suscitate dalle parole del ministro Musumeci, che come ha riportato Askanews ha detto che la colpa è non solo della natura ma anche dell’uomo: «Mettiamoci il cuore in pace: non sono più eventi straordinari. Sono 15 anni che c’è il cambiamento climatico. Avremmo dovuto capire prima che tutto quello che avverrà con eventi estremi sarà non più straordinario, ma ordinario e invece la pianificazione del territorio è stata concepita, negli ultimi 100 anni, secondo parametri che noi abbiamo sempre considerato ordinari». Affermazioni che hanno spinto i parlamentari Pd toscani ad attaccare il ministro, accusandolo di essere venuto in Toscana a fare politica e di voler addossare alla Regione e ai Comuni la responsabilità di non aver realizzato opere idrauliche necessarie.
All’incontro era presenta anche Simone Calamai, sindaco di Montemurlo e presidente della Provincia di Prato, che ha messo in fila le priorità. «In qualità anche di sindaco del Comune di Montemurlo il mio primo pensiero va alle tantissime famiglie che sono state colpite duramente e che sono rimaste senza niente– ha detto Calamai – Per questo, la prima istanza è poter risarcire tutti i nostri cittadini e coprire le grandi difficoltà che si stanno creando a seguito dell’evento del 2 novembre. Analogamente fondamentale e urgente è la salvaguardia delle aziende del nostro territorio. Basti pensare che tante di esse hanno perso gran parte dei loro macchinari e delle loro produzioni, per questo è fondamentale lavorare da subito per aiutarle perché in un distretto come il nostro, un distretto a rete, se qualche azienda dovesse non farcela rappresenterebbe un forte rischio per tutti. Ovviamente – ha concluso Calamai – adesso c’è da lavorare con forza su quelli che sono i ripristini. Il lavoro messo in campo ad oggi è straordinario, e per questo ringrazio tutto il Dipartimento nazionale di Protezione Civile che, insieme alla Regione Toscana, sta portando avanti interventi senza sosta. Tuttavia, le criticità su molti territori – come Montemurlo, che è stato drammaticamente colpito in tutte le zone, sia collinari che pianeggianti – sono ancora molteplici e complesse, ed è per questo che servono risorse immediate e il massimo supporto che vadano verso la ricostruzione per ristabilire la massima funzionalità e la completa normalità del territorio».