La sala della Sacra Cintola, la reliquia simbolo della città di Prato, si è rifatta il look. Il nuovo allestimento verrà presentato sabato 14 gennaio alle 17 con un evento aperto al pubblico in verrà presentato anche il nuovo corso del Museo dell’Opera del Duomo con le iniziative di Prato Cultura, che “dallo scorso primo ottobre ha preso in gestione l’accoglienza e i servizi all’interno del museo, sostituendo nell’incarico la Fondazione Museo del Tessuto”, si legge nella nota inviata ai giornali.
La sala della cintola e il sepolcro dei canonici
Il nuovo allestimento riguarda lo spazio “che espone opere collegate al culto della cintura di Maria – si legge nella nota inviata ai giornali – suppellettili sacre come mantelline e dalmatiche che rivestivano la statua della Madonna, i turiboli usati per le ostensioni, i pregevoli rilievi in marmo bianco della seconda metà del Trecento che rappresentano la consegna della Cintola a San Tommaso da parte dell’Assunta. Qui troveranno posto anche i reliquiari seicenteschi che hanno custodito per secoli il Sacro Cingolo. «Il nostro intento è anche quello di valorizzare la vetrina dell’ambiente che dà sull’esterno», spiega il direttore del museo Claudio Cerretelli.
L’altra novità interessa il sepolcro dei canonici, posto sotto le Volte della cattedrale. Questo spazio è sempre stato chiuso perché usato come deposito del materiale ritrovato durante gli scavi archeologici. L’idea è di aprire e mostrare anche questo luogo storico, posto esattamente sotto l’altare maggiore del duomo realizzato da Morris e il coro.
«Dal Cinquecento fino alla fine del Settecento, quando poi entrò in vigore l’editto napoleonico che vietò le tombe nelle chiese, qui venivano sepolti i canonici, esattamente sotto alla zona della cattedrale a loro riservata, come quella del coro», racconat Cerretelli. La nuova apertura, che si terrà nelle prossime settimane, permetterà di organizzare speciali visite guidate riservate a piccoli gruppi.
Il nuovo corso del Museo dell’opera del Duomo
«La diocesi riprende la gestione ordinaria, la parte didattica e anche logistica (del Museo ndr) con l’affidamento a Prato Cultura, espressione della diocesi stessa», dice Gabriele Bresci, presidente della cooperativa Prato Cultura. Nata con lo scopo di pubblicare libri e riviste attraverso le Edizioni Libreria Cattolica, nel corso degli ultimi anni Prato Cultura ha ampliato il proprio raggio d’azione per sostenere e valorizzare il patrimonio storico artistico diocesano e della città proponendo percorsi e iniziative didattiche e culturali. Per farlo è nata una stretta collaborazione con l’associazione ArteMìa che adesso, con il nuovo impegno assunto dalla cooperativa, ha deciso di sciogliersi e di confluire con le proprie competenze e capacità all’interno di Prato Cultura. Le colonne portanti di ArteMìa: Arianna Pierattoni, Francesca Bargiotti e Veronica Bartoletti, che di Prato Cultura è vice presidente, continuano a tempo pieno il loro impegno nel Museo dell’Opera del Duomo attraverso la cooperativa presieduta da Bresci. Proseguono inoltre due accordi per il servizio di guardiania, con le associazioni di volontariato e promozione sociale Anteas Cisl e Auser Cgil e con il tribunale per la possibilità di utilizzare persone che devono fare l’affidamento in prova ai servizi sociali.