Sabato 12 ottobre Vinicio Capossela e la Banda della Posta arrivano all’Obihall di Firenze (ore 21,15 – biglietti 25/18 euro – prevendite abituali) con un vortice di musiche da ballo per sollevare l’umore e fare girare la testa.
Il repertorio comprende i classici ballabili da sposalizio anni ‘50 registrati dalla banda nel disco “Primo ballo”, una selezione di brani di Capossela riarrangiati con ritmi ballabili, alcuni omaggi a cantanti da emigrazione ferroviaria come Salvatore Adamo, Rocco Granata e Adriano Celentano, brani provenienti dalla tradizione rurale locale e di Matteo Salvatore, esotismi western mariachi, per un concerto che unisce senso della frontiera e musica da ballo, i trilli di mandolini dei fratelli Briuolo e la chitarra surf di Asso Stefana, l’aia e il dancing da veglione. Capossela, vestito a festa, e’ a volte cerimoniere, istigatore di ballo, cantante in piedi all’asta del microfono, e soprattutto sodale garante e “caporeparto” della Banda della Posta.
Un concerto festoso e appassionato proposto in località spesso fornite di luminarie e, dove possibile, di pedana di legno per ballare a terra. Un viaggio a ritroso nel tempo alla (ri)scoperta di riti e paesaggi sonori tradizionali che rischiano l’oblio.
La Banda della Posta è un complesso di anziani musicisti del paese di origine della famiglia di Vinicio, Calitri, Alta Irpinia, che sin dagli anni ‘50 ha suonato agli sposalizi del paese un repertorio musicale energico e vitale, fatto di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot. Per presentare la Banda della posta al pubblico Vinicio ha scritto:
«Lo sposalizio è stato il corpo e il pane della comunità. Il mattone fondante della comunità, veniva consumato con il cibo e con la musica. Questa musica che accompagnava il rito era musica umile, da ballo, adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a “sponzare” le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate, come i cristiani che le indossavano. Un repertorio di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell’Italia degli anni ‘50 e ‘60 e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo “sposalizio” è stata la principale occasione di musica, incontro e ballo. A Calitri, in alta Irpinia, qualche anno fa, un gruppo di anziani suonatori di quell’epoca aurea non priva di miseria, ha preso l’abitudine di ritrovarsi davanti alla posta nel pomeriggio assolato. Montavano la guardia alla posta, per controllare l’arrivo della pensione. Quando l’assegno arrivava, sollevati tiravano fuori gli strumenti dalle custodie e si facevano una suonata. Il loro repertorio fa alzare i piedi e la polvere e fa mettere ad ammollo le camicie sui pantaloni. Ci ricorda cose semplici e durature. Lo eseguono impassibili e solenni, dall’alto del migliaio di sposalizi in cui hanno sgranato i colpi. Per questo si sono guadagnati il nome di Banda della Posta».
Ad accompagnare sul palco Vinicio Capossela, in un alternarsi di musiche tradizionali e di celebri brani del cantautore, i componenti della Banda della Posta, assistiti sul palco da Vito “Tuttomusica”: Giuseppe Caputo “Matalena” al violino, Franco Maffucci “Parrucca” chitarra e voce, Giuseppe Galgano “Tottacreta” alla fisarmonica, Giovanni Briuolo chitarra e mandolino, Vincenzo Briuolo mandolino e fisarmonica, Giovanni Buldo “Bubù” al basso, Antonio Daniele alla batteria, Crescenzo Martiniello “Papp’lon” all’organo, Gaetano Tavarone “Nino” alle chitarre, insieme a due dei suoi stretti collaboratori , il chitarrista Alessandro “Asso” Stefana e Taketo Gohara al suono.
Primo Ballo, l’album della Banda della Posta, il primo che ha visto Capossela in veste di produttore, è uscito il 25 giugno su etichetta La Cupa, distribuzione Artist First. Il cd, disponibile nei migliori negozi di dischi e nei punti vendita Poste Shop e Feltrinelli, a pochi giorni dall’uscita è andato esaurito ed è stato ristampato.