È stata presentata mercoledì 9 febbraio a Officina GIovani la mostra “Second Life: tutto torna”. La mostra, che sarà visitabile fino al 27 marzo nei locali di Officina, è il frutto di un concorso sulla sostenibilità bandito da Alia.
“Un’indagine sulla condizione umana ai tempi del disastro ambientale”. È questo il risultato del concorso rivolto a giovani artiste e artisti, sotto i 29 anni, che ha visto la partecipazione di circa cento concorrenti, che si sono misurati sul tema del riuso, del riciclo e della sostenibilità, utilizzando qualsiasi strumento espressivo, dalla pittura al video, dalla scultura all’installazione, al ricamo, impegnando elementi tra i più disparati quali, ad esempio, tessuti, vetro, cemento, sapone di marsiglia, piante. I partecipanti, provenienti da tutta Italia, per la stragrande maggioranza sono esordienti, studenti o appena diplomati delle Accademie e delle scuole d’arte, con un’età media compresa tra i 24 e i 26 anni.
C’è la denuncia del fast fashion di Mariarita Ferronetti, classe 2000, con l’opera no one should die for fashion, realizzata con la pratica del ricamo, ma anche il progetto video di Miriana di Martino, Sub Respiro (2020), dove l’attenzione è focalizzata sull’impatto degli imballaggi nell’ambiente, e l’installazione di Alice Bertolasi, Tensioni attive, realizzata attraverso reazioni chimiche, per evidenziare il degrado della vita. Una prima giuria di tecnici ha selezionato i trenta finalisti e un’altra giuria, composta da affermati critici, storici e direttori delle principali istituzioni toscane ha identificato le tre vincitrici sopra citate e le tre menzioni speciali: G. RIOT (un gruppo di giovani artiste: Rellini, Fontani, Socci, Pedrone) con il progetto Global Warming, realizzato usando tecniche pittoriche 3D e incisioni su calce minerale con stilo metallico in acciaio-titanio, pitture ad olio e spray su compensato a fondo calce; Noemi Ferrari, che ha presentato l’opera Abbandonatamente, realizzata con stampa a secco su carta cotone Hahnemühle e pastelli e Ilaria Feoli con la coppia di immagini fotografiche Avrei voluto saper cucir, tu sai farlo?
Gli artisti in mostra
Una prima giuria di tecnici ha selezionato i trenta finalisti e un’altra giuria, composta da affermati critici, storici e direttori delle principali istituzioni toscane ha identificato le tre vincitrici sopra citate e le tre menzioni speciali: G. RIOT (un gruppo di giovani artiste: Rellini, Fontani, Socci, Pedrone) con il progetto Global Warming, realizzato usando tecniche pittoriche 3D e incisioni su calce minerale con stilo metallico in acciaio-titanio, pitture ad olio e spray su compensato a fondo calce; Noemi Ferrari, che ha presentato l’opera Abbandonatamente, realizzata con stampa a secco su carta cotone Hahnemühle e pastelli e Ilaria Feoli con la coppia di immagini fotografiche Avrei voluto saper cucir, tu sai farlo?
Oltre alle tre vincitrici, gli altri artisti selezionati ed esposti in mostra sono: Alessandro Armetta, Susanna Bagdzinska Mierzejewska, Dalila Boualoua, Laura Cescon, Gaia D’inzeo, Andrea Di Giovenale, Ilaria Feoli, Noemi Ferrari, Lisa Fornaroli, G. Riot (Gruppo: Rellini, Fontani, Socci, Pedrone), Andrea Gianfanti, Greta Gibilisco, Ambra Grassi (Ember), Giulio Locatelli, Natalia March, Linda Mauri, Matteo Moni, Elisa Pietracito, Roksolana Rogovska, Giacomo Sala, Sara Santarelli, Matilda Stefanini, Lorenzo Temussi, Alice Terragni, Domenico Vandai , Matilda Vit, Zhang Yu.
L’ingresso gratuito e senza bisogno di prenotazione. Serve il green pass. Il personale accompagna i visitatori lungo il percorso della mostra. Orari: dal lunedì alla domenica 15:00 – 19:00.
Hanno detto
«Alia vuole cambiare il paradigma nella gestione dei rifiuti; il nostro ruolo, incentrato su raccolta e smaltimento di quanto prodotto quotidianamente da ciascuno, deve cambiare radicalmente, vogliamo essere costruttori di buone pratiche di sostenibilità – ha precisato in conferenza stampa il presidente di Alia Nicola Ciolini – In una fase storica in cui la transizione ecologica è sempre più al centro del dibattito, abbiamo l’ambizione di guidare i processi ed i percorsi verso la sostenibilità; per far questo dobbiamo raggiungere e sensibilizzare le comunità, anche attraverso linguaggi e modi diversi, come la fotografia, la musica, e l’arte con l’obiettivo di fare dei nostri territori, la nostra regione un esempio come soggetto proponente della transizione ecologica».
«La nostra città è protagonista nella sensibilità al riciclo e al riuso dei prodotti e degli scarti tessili e da tempo cerca di lanciare dei moniti sulla sostenibilità dell’industria della moda e in particolare del fast fashion, uno dei settori che più inquina il nostro pianeta – ha spiegato il
sindaco Matteo Biffoni – La mostra “Second Life”, in cui l’arte si fa anche denuncia, ci sfida su due piani: a trasformare la nostra capacità storica in qualcosa di più avanzato tecnologicamente e a richiamare la nostra comunità a riguardare l’approccio alla base della gestione dei rifiuti. Queste sono le sfide che impegneranno noi e i nostri territori per i prossimi anni, nel tentativo di rispettare l’ambiente e per rendere il nostro territorio un luogo sempre più salubre».
«Questa mostra è in linea con le politiche del Comune di Prato. Alia porta “Second life” nello spazio di Officina Giovani che, nemmeno trent’anni fa, ospitava ancora i macelli pubblici. Oggi è un luogo di co-working, di residenze, di progettazione e essere in un legame con il tema del progetto di Alia è per noi del tutto naturale – ha affermato l’assessore alla Cultura del Comune di Prato Simone Mangani -. Mi auguro che sarà visitata da tutti coloro che avranno modo di apprezzare un progetto che nasce da un avviso pubblico, da una selezione con una procedura trasparente, con artisti che si esercitano attorno al tema del riuso. Mi permetto di complimentarmi perché effettivamente il risultato dell’avviso pubblico è parzialmente sorprendente: 100 proposte arrivate all’attenzione della commissione, peraltro estremamente composita, molto rappresentativa del panorama non soltanto toscano, è un risultato dal quale ripartire tutti assieme in vista della prossima edizione».
«Il centro Pecci ha partecipato con entusiasmo a questa iniziativa che ha coinvolto i principali player dell’arte contemporanea in Toscana – ha dichiarato Elena Magini, curatrice, coordinamento mostre ed eventi – con una progettualità indirizzata ai giovani artisti su un
tema essenziale come quello del riuso».
«E’ un grande onore esporre “Second Life” a Prato, una città manifatturiera ed industriale da sempre all’avanguardia che sta mettendo in campo uno straordinario impegno sui temi della sostenibilità ambientale, ma con una grande storia che parte da lontano nel campo dell’arte contemporanea, in prima linea con istituzioni riconosciute a livello internazionale, come il Centro Pecci, partner del nostro percorso» ha commentato Direttore relazioni esterne di Alia, Giuseppe Meduri.
«Fino a pochi anni fa riciclo, riuso e sostenibilità – trattati ormai da vent’anni – sarebbero stati affrontati in maniera per così dire “meccanica”, cioè evidenziando cosa non funzionava o mostrando un diverso uso dei materiali – ha commentato il curatore della mostra, Marco Meneguzzo – I giovani artisti presenti in mostra dimostrano invece, con le loro opere, di avere fatto un passo avanti, ed esser passati a osservare il proprio stato d’animo di fronte a un’apocalisse quotidianamente annunciata».