L’archivio personale della famiglia Forti è tornato a Vaiano da Los Angeles nei mesi scorsi: la famiglia, di origini ebraiche, è stata costretta a fuggire dall’Europa verso gli Stati Uniti a causa delle leggi razziali.
Simone Forti, nipote del Giulio Forti che fu proprietario del villaggio fabbrica de La Briglia fondato alla fine dell’800 dal padre Beniamino, ha donato l’archivio della sua famiglia alla Fondazione CDSE, il Centro di Documentazione Storico ed Etnografico che raccoglie la storia dei Comuni della Val di Bisenzio, Comune di Vaiano, Comune di Vernio, Comune di Cantagallo, Comune di Montemurlo.
Artista e performer di fama internazionale, Simone Forti ha deciso di far tornare a casa l’archivio di famiglia: a Vaiano è quindi arrivata una scatola contenente lettere, testamenti e fotografie che servono a raccontare la storia di una famiglia e del territorio in cui viveva. La donazione è avvenuta dopo che Simone Forti ha incontrato una studiosa del CDSE, Silvia Sorri, che stava lavorando a una tesi in storia contemporanea sulla famiglia e sulla creazione del villaggio fabbrica di La Briglia, intervistando i discendenti e recuperando materiale documentario e fotografico: il CDSE conservava già materiale come fotografie storiche e la biblioteca popolare del villaggio istituita dai Forti a inizio 1900, cui oggi si aggiunge il materiale spedito dal ramo americano della famiglia.
Simone Forti, classe 1935, vive a Los Angeles dal 1939 in seguito alla fuga della famiglia prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti: è artista, coreografa, danzatrice e scrittrice, fra gli interpreti maggiori della danza postmoderna del ‘900. Il suo lavoro è parte della collezione del MoMa, ed è stato esposto nei musei di arte contemporanea di tutto il mondo fra cui il Centro Pecci: suo nonno, Giulio, è stato un industriale illuminato, presidente dell’Associazione degli Industriali di Prato, dipingeva e scriveva di filosofia. Matilde e Giorgio Forti, zii di Simone, abitavano a Firenze nel villino sul Lungarno Serristori, oggi Museo Casa Sivieri, e furono i primi mecenati di De Chirico e Savinio.
La fuga dall’antisemitismo divise la famiglia: chi emigrò negli Stati Uniti non fece più ritorno a casa, il villaggio fabbrica di La Briglia subì un forte declino con le leggi razziali, la fuga della famiglia e le conseguenze della guerra, e negli anni ’50 arrivò la chiusura definitiva. La Fondazione CDSE ha lavorato molto sui Forti, organizzando convegni, serate a tema, visite guidate al villaggio fabbrica e mostre. Oggi il villaggio fabbrica fa parte dell’Industrial Heritage Map.