Vinicio Capossela
Vinicio Capossela (foto archivio)

Vinicio Capossela festeggerà il Natale con un mese e passa di anticipo l’8 novembre, al Teatro Cartiere Carrara di Firenze. Lo fa con un concerto dal titolo “Conciati per le feste” e che viene subito dopo la pubblicazione di un disco dal nome similgermanico “Sciusten Feste n.1965” in cui raccoglie tutta una serie di canti di Natale con “riscritture, rivisitazioni e reinterpretazioni di standard natalizi, brani inediti, luna park, danze di ossa, raffiche di spumante e swing italo-americano. Un Natale in musica più vicino a Tom Waits e a Piero Ciampi che agli standard da supermercato festoso. E non è un caso che questo accada con tutto questo anticipo.

Vinicio Capossela e il Natale sono da anni un binomio imprescindibile. Può suonare strano che il più popolare e laterale tra i nostri cantautori sia rispettoso di una festa così nazionalpopolare – ma nemmeno tanto a chi lo conosce bene, e sa quanto ami e rispetti le tradizioni. Oramai da più di vent’anni il nostro festeggia il Natale ad hoc con un concerto dedicato alle festività al Fuori Orario di Taneto di Gattatico (locale emiliano che si affaccia sulla ferrovia, con i treni che passano mentre la band suona, con meraviglioso effetto da provincia americana). Un appuntamento che si rinnova di anno in anno e che la comunità Caposseliana aspetta a gloria, quasi come una messa cantata. Quest’anno il concerto natalizio si espande in un tour e un documentario, dal titolo: “Natale al Fuori Orario”, presentato lo scorso 17 ottobre alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle. E’ un documentario travestito da film costruito su riprese effettuate dal 2007 al 2023, un anomalo e originalissimo ibrido tra road movie e film-concerto, che racconta vent’anni e passa di concerti di Babbi Natale ubriachi e campanelline stonate.

Come un concerto travestito da festività sarà quello del Teatro Cartiere Carrara di venerdì prossimo. Ci troveremo dentro lo swing alla Louis Prima, il folklore italo-americano di Lou Monte e Nick Apollo Forte, gli inni presbiteriani, il Tom Waits della “Christmas card from a Hooker in Minneapolis” fedelmente tradotta, con la protagonista che dal Minnesota torna in famiglia a Scandiano. Qualche pezzo inedito, come appunto Sciusten feste n. 1965, una specie di pezzo dei Pogues in un luna park bavarese, e finanche i classici della tradizione natalizia, stravolti nella forma e nel colore. Qui, ad esempio, Santa Claus is coming to town (Santa Claus è arrivato in città), diventa un addetto alla logistica di Amazon che viene spinto al suicidio perché non riesce a consegnare in prime time gli oggetti dei desideri; oppure White Christmas rivisitata come Bianco Natale, abbandona il bianco candore e diventa una rock ballad gridata al cielo per reclamare l’innocenza perduta della neve. E tutto si concluderà abbracciando il punto di vista di chi le feste non le sopporta proprio, il Grinch che è in ognuno di noi, con la sua avversione per coriandoli, socialità forzata e costrizione alla baldoria.

C’è da scommetterci che il finale verrà sancito da Il guastafeste, la cui contrita soddisfazione è rovinare la festa agli altri, smascherare la convenzione della festa e mandarla in frantumi. Ad un concerto di Vinicio Capossela c’è da aspettarsi questo ed altro. Tutto, tranne quello che la gente si aspetta di solito. Ci sarà da divertirsi. Buon Natale.