Dopo l’inaugurazione della sala “Dai depositi al Museo” e della sezione “Prato prima di Prato”, Palazzo Pretorio si arricchisce di una piccola ma significativa sezione dedicata al Risorgimento. In mostra elmi cesellati appartenuti alla guardia civica, spalline, complementi d’uniforme e sciabole “che con i loro decori – si legge nella presentazione – rappresentano le capacità artistiche degli armaioli toscani del XIX secolo. Accanto a questo, armi come quelle con cui i toscani combatterono a Curtatone e Montanara nonché la famosa medaglia che decorava il petto dei reduci di quella battaglia”.

I cimeli contenuti nella nuova teca fanno parte di quello che era il Museo del Risorgimento, allestito a Palazzo Pretorio ai primi del Novecento. “Nella nuova teca – si legge nella presentazione – una piccola ma significativa esposizione è riservata ad Adriano Zarini, militare e patriota, in cui sono raccolti un dipinto di Tommaso Palloni, che lo ritrae a cavallo con indosso l’uniforme da Dragone Toscano, e il prezioso elmo con ciniglia, le pistole da viaggio, e gli stivali da dragone con le iniziali A e Z sulla suola che, composte dai chiodini da calzolaio, lasciavano orme sul fango o sulla polvere. Un focus sul periodo 1848-49, quando i pratesi parteciparono in gran numero all’accesa stagione democratica che culminò con il Governo Provvisorio Toscano di Guerrazzi, Mazzoni e Montanelli”.

«La ricognizione completa del materiale appartenente all’antico Museo, che ha richiesto un accurato lavoro di inventariazione, datazione e documentazione, ha portato alla decisione finale di creare una sezione dedicata a questo periodo, completando l’allestimento del piano terra del museo, che racconta, attraverso oggetti particolari e opere significative, la storia della città», spiega Rita Iacopino, direttrice del Museo di Palazzo Pretorio.

Il lavoro di riscontro inventariale per la ricognizione sulle armi e sui materiali bellici è stato realizzato in convenzione con il Coordinamento Toscano per la Promozione dei valori Risorgimentali e con l’aiuto dell’Associazione ARMORUM Ars di Dovadola. I restauri di alcuni degli oggetti in mostra sono stati eseguiti dal Laboratorio di restauro del Museo del Tessuto e da Jennifer Di Fina.