“E se ci entrassi dentro?” è il nome del format che il Centro Pecci sta portando avanti dall’autunno scorso, riscuotendo un discreto successo di pubblico. Apertura serale dalle 18 a mezzanotte con visite guidate, approfondimenti, performance e concerti organizzati in collaborazione con Kinkaleri, NUB Project Space e OOH-sounds.
Giovedì 21 sono stati annunciati i protagonisti delle prossime tre aperture serali, che chiuderanno la stagione dando appuntamento al prossimo autunno: concerti sperimentali, performance in prima nazionale, convegni, laboratori e molto altro ancora.
22 marzo
La serata nasce in connessione con la piattaforma sull’editoria indipendente e d’artista “Sprint” di Milano e con la collana di dischi d’artista Xong, prodotta da Xing di Bologna.
La serata si apre con Dentro l’opera, un approfondimento in compagnia del direttore Stefano Collicelli Cagol dell’installazione ambientale Luna di Fabio Mauri, e con il workshop di Dafne Boggeri per SPRINT (posti limitati, prenotazione necessaria), un laboratorio di composizione editoriale spontanea per produrre una piccola pubblicazione collettiva.
A seguire, l’artista presenta una sonorizzazione immersiva e non letterale del volume “Out of the Grid. Italian zines 1978-2006”. Il programma di live prosegue con “FasFari” del compositore e artista sonoro Alessandro Bosetti, un coro impossibile costruito attraverso il campionamento di migliaia di frammenti di voce e la loro ricomposizione in tessiture polifoniche.
Chiude la serata il concerto dell’artista multidisciplinare Damsel Elysium, a cura di Nub Project Space e OOH-sounds: un viaggio sonoro e visivo, tra pianoforte, violino e field recordings, per riscoprire la complessità del nostro legame con l’ambiente naturale.
12 aprile
La serata ha inizio con un incontro dedicato al tema delle radio libere e alla figura di Giorgio Lolli, attivista e sindacalista bolognese trasferitosi in Africa, dove in quarant’anni ha installato più di cinquecento emittenti tra Mali, Burkina Faso, Togo, Benin, Mozambico ed Eritrea. Ospiti dell’incontro i registi Federico Bacci e Francesco Eppesteingher, che stanno realizzando il documentario di prossima uscita “Monsieur Lolli”, in compagnia di Andrea Borgnino, autore radiofonico e responsabile editoriale di RaiPlay Sound, e Franscesco Diasio, specialista di radio comunitarie e autore di “ETERE: storie di radio, antenne e frequenze dal mondo”.
A seguire, una sonorizzazione dell’artista e sound designer Massimo Carozzi, ispirata alla storia e all’attività di Giorgio Lolli. Il programma della serata prosegue con la performance “White out” di Maria Hassabi, a cura di Kinkaleri. Coreografa di fama internazionale i cui lavori sono stati ospitati al MoMA, Centre Pompidou e documenta Kassel, Hassabi presenta un’azione coreografica in solo che si concentra sull’immobilità, la decelerazione e la precisione estetica, ponendo al centro la figura umana come entità fisica. Conclude la serata “BODIES AND SUBWOOFERS (B.A.S.)” dell’artista brasiliana Stefanie Egedy, a cura di Nub Project Space e OOH-sounds: un’installazione site-specific, composta da subwoofer e onde a bassa frequenza, che permette agli spettatori di percepire attraverso la pelle il tocco invisibile del suono.
17 maggio
La serata del 17 maggio si apre con “Untitled (figures)”, nuova performance della coreografa greca Lenio Kaklea, a cura di Kinkaleri, che viene adattata per gli spazi del Centro Pecci e presentata in prima nazionale. La performance sviluppa il concetto di “coming out” come un’espansione dei limiti della sua ricerca e in dialogo con un ampio universo di figure che l’hanno influenzata nel tempo, rendendo omaggio alla capacità delle culture queer di insegnarci ad amare il corpo femminile. Il programma della serata prosegue con due performance sonore a cura di OOH-sounds e Nub Project Space. “WATERBOWLS” di Tomoko Sauvage, musicista e artista del suono nota soprattutto per la decennale sperimentazione nell’uso di strumenti che combinano acqua, ceramica, amplificazione subacquea ed elettronica. Attraverso l’uso di elementi primordiali potenziati dalla tecnologia e ravvivati da gesti ritualistici e giocosi, la performance di Sauvage contempla, accorda e si connette sia con il materiale che con l’immaterialità, mantenendo un fragile equilibrio tra rischio e padronanza. Chiude la serata “Alien Intelligence” dell’artista e compositrice Jasmine Guffond, uno studio musicale sull’interazione tra l’agire dell’artista e l’azione delle macchine nella creazione sonora, che mette in discussione la convenzione per cui il soggetto umano controlla l’oggetto non umano.