Al Centro Pecci c’è la mostra dedicata alle opere di Alfredo Volpi, artista nato a fine ‘800 in Italia, a Lucca, e trasferitosi quasi subito in Brasile, dove sarebbe poi diventato uno dei protagonisti dell’arte brasiliana del ‘900.
“Alfredo Volpi. Lucca-Sao Paulo (1896-1988)”, la prima retrospettiva del pittore brasiliano in un’istituzione italiana, è curata da Cristiano Raimondi, con l’assistenza di Daniel Donato Ribeiro, e sarà visitabile dal 16 marzo al prossimo 9 giugno (gio-dom 10-19).
Merita? Secondo noi sì.
Autodidatta, Alfredo Volpi traeva fonte d’ispirazione dai paesaggi urbani di San Paolo, impregnati della sua coloratissima cultura popolare. E la sua è un’arte in cui il colore la fa da padrone, grazie anche al passaggio dall’olio del primo periodo alla tempera della seconda parte della sua vita.
Un autore che la mostra invita a scoprire attraverso una settantina di opere accompagnate da “una serie di documenti che ne attestano il percorso artistico e il ruolo centrale avuto nell’arte brasiliana del Novecento” e un apparato didascalico esaustivo. Unica nota negativa, la luce dei grandi ambienti che ospitano l’allestimento. Ci è sembrata appena sufficiente per apprezzare appieno i colori di Alfredo Volpi.
La mostra è divisa in quattro sezioni: “Paesaggi urbani e le prime facciate”, dove cominciano a prendere forma (e colore) stilemi che caratterizzeranno la seconda parte della sua produzione artistica; “Facciate e schemi geometrici” e “Bandierine e affreschi”, che raccontano la maturazione dello stile pittorico di Volpi. E per finire una sezione è dedicata all’iconografia religiosa.
«Tutto l’anno 2024 vedrà il paesaggio e il territorio di questa regione protagonisti della programmazione del Centro Pecci, in un rinnovato impegno dell’istituzione nel suo ruolo di sostegno e “promozione dei linguaggi contemporanei», ha detto in conferenza stampa il direttore Stefano Collicelli Cagol.
La mostra è sostenuta da Ambasciata del Brasile, 150° Immigrazione italiana in Brasile, Istituto Alfredo Volpi de Arte Moderna, Almeida & Dale e Finarte.