Un nuovo percorso escursionistico a Carmignano. “L’Anello della Fontina”, così si chiama, è un percorso di 6,7 chilometri che unisce Comeana ad Artimino, “passando dal Parco della Fontina – si legge nella nota – Rientra tra quelle che il Comune di Carmignano ha denominato “Le Vie dell’Acqua” e tocca due fonti storiche, la Fontina e la Sorgente di Nocchia, oltre a percorrere un tratto della Via Medicea e un tratto della Via degli Etruschi”.
La camminata inaugurale si è tenuta sabato 23 settembre sotto al guida di Chiara Bartoli e Andrea Cuminatto, rispettivamente guida ambientale escursionistica e scrittore di guide sul territorio.
“L’itinerario tematico è segnalato con frecce ed adesivi che riportano il logo delle Vie dell’Acqua e presenta due cartelli tematici – spiega la nota – Il primo è la grande bacheca situata nel parcheggio di Via Rossini a Comeana, dove oltre alle specifiche tecniche del percorso, sono anche approfondite le principali emergenze storiche e naturalistiche che si incontrano lungo il cammino. Mulini e pescaie si trovano lungo il Rio Elzana, protagonista del primo tratto dell’anello, così come il grande lavatoio di via Le Fonti. Questo era il luogo dove le donne della zona, fino agli anni ‘60 del Novecento, andavano a lavare e a prendere l’acqua, pompandola dal pozzo con la mezzina che attaccavano al gancio ritorto della fontana. Nel lungo periodo in cui quasi tutte le donne di questo territorio integravano il bilancio familiare facendo la treccia per l’industria dei cappelli di paglia, il lavatoio serviva anche come recipiente per tenere a bagno la rafia prima di lavorarla. Proprio qui vicino abitava Realma Toccafondi, fattorina delle trecce, che dava lavoro a tante donne del luogo. In un censimento dei mestieri del 1812, 88 delle 115 donne residenti a Comeana facevano la treccia per i cappelli di paglia”.
“Il secondo cartello si trova invece a pochi passi dalla Fontina e descrive la flora e la fauna dell’ambiente circostante – prosegue la nota – Il Rio Elzana ha caratteristiche particolari, fra le quali l’inaspettata presenza dell’ormai raro granchio di fiume. Ma ad essere protagonista di questo luogo è proprio l’antica fonte. L’acqua della Fontina era riconosciuta fin dal 1700 come particolarmente salubre, tanto che il medico e naturalista Giovanni Targioni Tozzetti, nelle “Relazioni di alcuni viaggi fatti in alcune parti della Toscana” del 1740 scrive: “Alle falde del monte di Artimino, accanto al mulino del Barco, in un pezzo di bosco di proprietà del signor Dottore Zanchi Pomi Cancelliere dell’archivio generale di Firenze, da certi massi di pietra forte e filoni di Margone, scaturisce una polla d’acqua fredda, limpida, senza odore e sapore veruno, ma leggerissima e passante o diuretica quanto quella di Pisa e della Villa, come hanno dimostrato parecchie esperienze fattene”.