Mentre non cessano le polemiche per i due licenziamenti al Centro Pecci, e da ogni dove piovono critiche e ipotesi di soluzioni, in viale della Repubblica si preparano ad inaugurare una nuova, grande mostra dedicata alle opere di Diego Marcon.
Glassa, questo il nome della mostra, è “il più ampio progetto espositivo realizzato ad oggi da Diego Marcon in un’istituzione italiana”, si legge nella presentazione, e occuperà interamente le dieci sale dell’ala Gamberini del museo per l’arte contemporanea “trasformandole in un’esperienza immersiva attraverso opere nuove o esistenti arrangiate in un unico allestimento pensato ad hoc per il Centro Pecci”.
Glassa, realizzata in collaborazione con l’architetto Andrea Faraguna “è un’indagine affascinante in cui il vuoto, il tempo e la luce guidano il tuo viaggio attraverso opere che sfidano i confini tra realtà e immagini in movimento. La mostra includerà anche il film “Dolle”, il progetto vincitore del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
«Sarà un grande evento non solo per il Pecci ma anche per l’arte italiana – disse il direttore del Pecci Collicelli Cagol nel giugno scorso – Diego Marcon è stato un artista che ho invitato immediatamente perché avevo lavorato con lui e mi ero reso conto del potenziale che aveva. Quindi appena mi hanno coinvolto nella direzione del Centro l’ho chiamato e abbiamo realizzato il suo ultimo film alle Manifatture Digitali perché volevo fosse prodotto a Prato, anche grazie all’aiuto della Toscana Film Commission. Verrà presentato in premiere qua al Centro e poi entrerà nella nostra collezione. È il film più ambizioso che abbia realizzato fino ad oggi».
L’inaugurazione è prevista per il 29 settembre alle 18, mentre la mostra, curata dal direttore di Stefano Collicelli Cagol e da Elena Magini, rimarrà al Centro Pecci fino al 4 febbraio 2024.
Diego Marcon (1985) viene considerato “uno degli artisti italiani più interessanti e apprezzati dell’ultima generazione, in costante ascesa specialmente dopo la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 2022″.
La sua ricerca, spiegano dal Pecci “costituisce un’indagine degli archetipi cinematografici attraverso un processo che combina un approccio analitico al filmmaking, proprio del cinema strutturale, con un’attitudine sentimentale tipica del cinema popolare e di genere. Le sue opere – che spaziano tra film, video e installazioni – utilizzano spesso la struttura del loop per articolare un display emotivo che flirta con gli aspetti patetici dello spettacolo. Nell’opera di Marcon, figure di empatia e vulnerabilità sono impiegate con ambiguità intenzionale, e costituiscono una dimensione opaca che è da intendersi anzitutto come strumento politico di difesa”.
Nel 2023 la Fondazione Nicola Trussardi lo ha scelto per celebrare i vent’anni di attività, organizzando la mostra “Dramoletti” al teatro Gerolamo di Milano.