La giunta comunale ha approvato nei giorni scorsi la piantumazione di 8.263 nuovi alberi, pari a 573.200 mq stimati di nuova copertura arborea, “ovvero il 28% in più rispetto al numero attuale”, specifica la nota inviata ai giornali. I nuovi alberi saranno destinati alle aree dove è presente un maggiore inquinamento atmosferico e più soggette all’aumento di temperature durante l’estate.
“Lo studio – prosegue la nota – ha esaminato 94 aree fra tutte quelle a verde pubblico già esistenti, distribuite nelle 8 Unità territoriali organiche elementari /UTOE) che compongono il territorio (Utoe 1 Monteferrato; Utoe 2 La Calvana; 3 Centro Storico; 4 Città centrale; 5 i borghi; 6 la città in aggiunta; 7 i Macrolotti; 8 la Piana). Per ogni UTOE sono state analizzate alcune criticità ambientali, correlandole a zone edificate e densità della popolazione, in modo da realizzare interventi a verde mirati su evidenze ambientali.
Declassata e tangenziali, Soccorso, San Paolo e macrolotti
Dove verranno piantati i nuovi alberi. Secondo lo studio la maggior parte degli interventi dovrebbe concentrarsi nella parte ovest della città al confine tra Autostrada A11, Declassata e Tangenziale ovest, “caratterizzata sia da livelli di PM 10 e 2,5 più alti, sia dalla presenza importante di isole di calore”, si legge nella nota. “Per contrastare la concentrazione di PM10 e 2,5 nell’area ovest – si legge ancora – verrebbero realizzati interventi in 31 aree per una platea beneficiaria di circa 27.176 residenti, di cui 2.381 bambini in fascia di età 0-11 anni e 6053 over 65 anni”.
Quattro sono invece le aree critiche per quanto riguarda le isole di calore. Per quanto riguarda invece le isole di calore. La prima nella zona tra via Pistoiese, via Galcianese e Borgonuovo-San Paolo e la seconda in via Valentini, via Livi e il Soccorso, e i due Macrolotti industriali a sud del territorio.
“Entrambe le aree a ridosso del centro storico sono dense e impermeabilizzate e le zone disponibili per la forestazione sono ridotte e in alcuni casi assenti – spiega la nota – secondo l’indagine occorre lavorare quindi sulla riduzione delle superfici impermeabili mediante la depavimentazione e dove non possibile con utilizzo di materiali con alta riflettanza e con la trasformazione delle coperture ad esempio, dove possibile, con verde pensile”.
“Nei due Macrolotti industriali non solo valgono le medesime indicazioni, ma a questo si aggiunge la necessità di intervenire sulla viabilità con implemento e ridefinizione delle alberate, con la trasformazione delle aree a parcheggio mediante maggiore ombreggiatura e con l’acquisizione da parte dell’Amministrazione di aree oggi scoperte su cui intervenire con la forestazione”, si legge nella nota del Comune. “Nelle 4 aree gli interventi sarebbero 37, portando beneficio ad una platea stimata in 21.103 residenti, di cui 2073 bambini in fascia di età 0-11 anni. e quasi 3.000 over 65”.
«La strategia di fondo della forestazione diffusa non è utilizzare l’albero per abbellimento o decorazione del territorio – spiega l’assessore all’ambiente e all’urbanistica Valerio Barberis – ma come prevenzione sanitaria e presidio di salute e benessere, sia delle persone che dell’ambiente in cui vivono».
Il piano “fa parte della strategia di forestazione diffusa per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento delle condizioni di salute del territorio – prosegue la nota del Comune – Si tratta in pratica dell’ulteriore evoluzione del modello Prato Forest City, che negli ultimi 18 mesi hanno già portato all’inaugurazione di diverse aree verdi in città con un ammontare di 10,5 milioni di euro di risorse tra raccolte e stanziate, 2.238 gli alberi e 1.045 gli arbusti già piantati o che lo saranno presto appena le condizioni climatiche lo permetteranno”.
Lo studio fa parte di un percorso progettuale di un team multidisciplinare, formato da soggetti pubblici e privati. La collaborazione fra il Comune di Prato, il Politecnico di Milano – Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) – e l’Università di Firenze, Facoltà di Agraria – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari e Forestali (DAGRI) sono una parte della sinergia. L’altra parte riguarda l’Action Plan della foresta urbana redatto da Stefano Boeri Architetti, a cui sono state integrate le indicazioni sia di Pnat di Stefano Mancuso.
“Lo sviluppo realizzativo di quanto sopra è stato condotto dall’UO “Pianificazione strategica del patrimonio naturale” in sinergia con UO Statistica e UO S.I.T. del Comune. Un apporto fondamentale, infine – conclude la nota del Comune – è stato dato dal CNR IBE mediante la Rete AirQino, che ha installato 30 centraline atmosferiche (che diventeranno 48 a breve) per la misurazione della qualità dell’aria e della temperatura in diversi punti critici del territorio, grazie al finanziamento del progetto UIA – Prato Urban Jungle. Il monitoraggio h24 delle centraline ci consentirà di capire con i dati se il piano sta avendo efficacia o meno”.