met jazz 2023
Peter Brötzmann - Foto di Francesca Scarinci

Otto concerti e due conferenze per la nuova edizione del Met Jazz, la rassegna curata da Stefano Zenni arrivata alla ventottesima edizione che, come lascia intendere il titolo “Maestri e allievi”, sarà tutta votata al confronto tra tradizione e innovazione con un ospite di grande rilievo come il sassofonista Peter Brotzmann.

Il direttore Stefano Zenni spiega in questo modo il tema di Met Jazz 2023: « Nel jazz, tradizione e innovazione sono sempre compresenti. La tradizione non è un’eredità statica del passato, ma una fonte di ispirazione palpitante, vivente, attuale, sempre da rinnovare, che nutre l’innovazione. Il jazz, in quanto musica ibridata con l’estetica occidentale, ha assorbito anche lo spirito delle avanguardie europee e le trasformazioni degli ultimi decenni. Met Jazz 2023 prova a fare il punto su questa ricchezza di approcci, riunendo in otto concerti un ventaglio di esperienze storiche e attuali, di maestri e di allievi, di tradizione e innovazione, di ripensamento delle eredità stilistiche e culturali per creare una musica nuova, che sappia parlare al presente mentre si nutre del passato».

Il programma

Lunedì 13 febbraio, ore 21, Fabbricone

Mirko Rubegni 5et – My Louis. “Uno dei più brillanti trombettisti jazz italiani (già membro dei Funk Off, voce solista dei gruppi di Gianluca Petrella), presenta una produzione nata per il Festivaletteratura di Mantova che si ispira al grande maestro della tromba, padre di tutti i cantanti jazz, colui che un secolo fa ha forgiato il linguaggio del jazz solistico, e lo assimila al punto da renderlo irriconoscibile. Accompagnato da Gabrio Baldacci alla chitarra, Glauco Benedetti alla tuba, Federico Scettri alla batteria e Simone Padovani alle percussioni, Rubegni trasforma la musica di Armstrong attraverso i groove funky, l’elettronica, le trame percussive fino a creare una musica nuova”.

Gaia Mattiuzzi – Inner Core. Il progetto Inner Core è nelle classifiche dei migliori dischi jazz italiani del 2022 e propone “suoni acustici ed elettronici, ispirandosi vocalmente a liriche di James Joyce, in cui la parola e il suo suono, disposte in forme nuove e suggestive, diventano parte essenziale di un racconto”. Con Gaia Mattiuzzi sul palco Alessandro Lanzoni al pianoforte e al sintetizzatore, Alfonso Santimone all’elettronica, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Enrico Morello alla batteria.

Lunedì 27 febbraio, ore 21, Metastasio

Peter Brotzmann – Assolo. Arriva a Prato “il maestro radicale” Peter Brötzmann, “musicista rivoluzionario e innovatore, che ha attraversato più di quarant’anni di carriera nel segno della coerenza e dell’assenza di compromessi e che con la potenza di suono, l’asprezza del timbro, l’energia travolgente del suo sassofono e del tárogató (uno strumento ad ancia della tradizione popolare ungherese) ha segnato una svolta radicale nelle pratiche di improvvisazione solistica e collettiva, nella manipolazione del suono, nel livello di energia della musica e ha rivelato al mondo l’originalità della scena europea. Ora, superata la soglia degli ottant’anni, affiora il suo legame col passato e se ne riscoprono dolcezze, sfumature e giocosità”.

Tiziano Tononi/ Emanuele Parrini – The many moods of interaction. Il duo Tiziano Tononi (storica figura di riferimento del jazz italiano) e Emanuele Parrini (tra i più apprezzati solisti del suo strumento e da tempo membro dei Nexus di Tononi) offre “un confronto singolare e rischioso tra batteria, percussioni, gong e violino o viola, un caleidoscopio di idee ricco di soluzione fantasiose, colori strumentali, giochi di interazioni, cambi di prospettiva e atmosfere cangianti”.

Lunedì 6 marzo, ore 21, Fabbricone

Leonardo Radicchi – Creative Music Front. “Compositore e musicista dalle esperienze internazionali, diplomato alla Berklee e anche operatore umanitario per Emergency, Radicchi guida un quintetto di talenti e, assieme al vibrafono e le percussioni di Nazareno Caputo, alla chitarra e gli effetti di Ruggero Fornari, il contrabbasso di Pietro Paris, la batteria e le percussioni di Lorenzo Brilli, presenta composizioni originali e brani del folklore di varie parti del mondo guardando alla musica come prolungamento dell’impegno civile, come una forma di intervento nel presente, consapevole della storia ma orientato a mutare gli equilibri in gioco”.

Anokhi – Inversi. “Un classico trio jazz che vede il batterista Cristiano Calcagnile, il pianista Giorgio Pacorig e il contrabbassista Gabriele Evangelista eseguire composizioni originali e confrontarsi con la tradizione dei maestri del trio jazz in termini di ruoli degli strumenti, struttura dei brani, libertà e vincoli nel dialogo tra i tre vertici del triangolo, un trio che si rispecchia nel passato con classicità, ma rinnovandolo con piccoli scarti, con quelle sottili differenze che portano il passato dritto nel presente”.

Lunedì 13 marzo, ore 21, Metastasio

Mary Halvorson & Mivos Quartet – Belladonna. “Realizzato in collaborazione con Musicus Concentus Firenze, la chitarrista Mary Halvorson con il quartetto d’archi Mivos propongono un dialogo con la tradizione del tutto nuovo e, accanto agli archi che swingano e alla chitarra che fa la parte del quinto strumento a corda classico, crea una fusione timbrica tra gli strumenti acustici e elettrici, deformazioni spiazzanti di intonazione, un entrare e uscire spesso indistinguibile tra composizione e improvvisazione, una ricca fusione di jazz, musica contemporanea, folk, tradizione classica. Sul palco con la Halvorson, il violino di Olivia De Prato e Maya Bernardo, viola di Victor Lowrie Tafoya, il violoncello di Tyler J. Borden”.

Nella sezione off di Met Jazz 2023 sono in programma altre tre appuntamenti, due conferenze e un concerto, realizzati in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica Giuseppe Verdi di Prato e il Centro Pecci Prato.

Off

Sabato 11 febbraio alle ore 18 presso la Scuola di musica Verdi, una conferenza di Stefano Zenni entrerà nel merito del tema “Tradizione o innovazione? Come funziona il jazz“.

Domenica 19 febbraio alle ore 11 presso il Centro Pecci Prato, l’infaticabile leader dei Funk Off, Dario Cecchini, uno dei nostri maggiori sax baritoni è protagonista di Echoes, un progetto nato nel 2017, in totale solitudine, “in cui lo strumento diventa voce suggestiva ed evocativa e la sua rugosità, gli slanci lirici, il silenzio e il riverbero compongono una suggestiva riflessione intorno al senso della musica (l’evento si svolge nelle sale dell’installazione sonora “Hagoromo” di Massimo Bartolini ed è limitato a 80 partecipanti)”, si legge nella presentazione.

Venerdì 24 febbraio alle ore 21 presso la Scuola di musica Verdi, una conferenza di Stefano Zenni ricostruirà i contorni dell’estro di Peter Brötzmann, maestro radicale, ripercorrendo la carriera e l’evoluzione stilistica di questo originale padre dell’improvvisazione radicale.