Il nuovo rapporto della Caritas sulle povertà a Prato parla chiaro: nell’ultimo anno gli accessi ai centri d’ascolto aumentati quasi del 30%. Il documenti, diffuso in occasione della raccolta diocesana a favore della Caritas di domenica 18 dicembre, fotografa una situazione che non ci sorprende, ma sicuramente può preoccupare.
Le persone che si sono rivolte per la prima volta ai centri di ascolto della Caritas sono aumentate del 27,7% solo nel 2022, mentre il 50% degli accessi ai centri è rappresentato da famiglie che vi si sono rivolte negli ultimi 4 anni. Il tempo di attesa attuale per avere il rinnovo della tessera dell’Emporio è di un mese: il supermercato solidale di Prato sia viaggiando da più di un anno al massimo delle proprie capacità e quanto donato serve a sostenere l’impegno dei 24 centri d’ascolto presenti nelle parrocchie tramite la Caritas, la San Vincenzo e i Gruppi di Volontariato Vincenziano.
I numeri
Il rapporto sulle povertà confronta i periodi gennaio-settembre degli anni 2021 e 2022 secondo i dati rilevati dal sistema Mirod (Messa in rete degli osservatori diocesani), composto dai sopracitati centri di ascolto: il totale degli accessi è simile (2441 persone, corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari nel 2021 e 2444 nel 2022) ma aumenta in modo sensibile, corrispondente al 40,6% in più, il numero di colloqui richiesti ed effettuati: da 1691 a 2847. “Maggiore presenza nei centri d’ascolto significa maggiori difficoltà – spiega il vice direttore della Caritas e autore del rapporto, Massimiliano Lotti – e quindi più richieste d’aiuto”.
Continuiamo con i numeri: nel 2022 è stabile la percentuale degli italiani, il 34% sul totale degli utenti. Le altre nazionalità sono quella georgiana (10,6%, in forte aumento rispetto al 2021), marocchina (10,2%), nigeriana (9,5%), albanese (7,%), pakistana (4,2%). Ancora superiore, anche se di poco, la presenza femminile ai centri d’ascolto rispetto a quella maschile: 45,6% contro 54,4%.
Minori e problematiche affrontate
I minorenni raggiunti dai centri d’ascolto da gennaio a settembre 2022 sono stati 1221, di cui 212 appartengono a nuclei familiari in cui i genitori non hanno titoli di studio o la sola licenza elementare e 890 vivono in famiglie senza lavoro o con un’occupazione saltuaria. I numeri possono sembrare contenuti ma in realtà sono allarmanti: questi minori si trovano in una condizione di partenza svantaggiata rispetto ai loro coetanei.
Per quanto riguarda le problematiche vissute e affrontate dalle persone in difficoltà, nel Rapporto sulle povertà la percentuale più alta riguarda la mancanza di reddito: il 52,5% non è capace di provvedere in modo sufficiente all’economia familiare. Le cause sono la mancanza di lavoro, problemi di salute o di dipendenze, ma anche difficoltà legate a situazioni di conflittualità in famiglia.
Le risposte della Caritas
La Caritas fornisce più servizi: il primo è quello di ascolto, seguito da accompagnamento e orientamento per cercare di risolvere o uscire dalle problematiche presenti. In casi di bisogno si attivano sostegni concreti, come il ricorso al fondo del “Buon Samaritano”, riattivato con l’iniziativa della “Bolletta sospesa” pensata per aiutare chi è in difficoltà nel pagamento delle utenze, o la possibilità di accesso all’Emporio. Il supermercato solidale di via del Seminario viaggia da mesi con una media di 1250 tessere attive a settimana: si tratta del massimo numero di utenze possibili e chi ha diritto ad usufruire del servizio per la prima volta viene inserito immediatamente mentre per i rinnovi, dopo i tre mesi di accesso, al momento servono almeno tre settimane di attesa. Secondo la Caritas, che gestisce il supermercato, «fondamentale è sostenere il progetto in modo continuativo affinché i prodotti non vengano a mancare».