C’era un sacco di gente all’apertura del “Garibaldi Milleventi”, il locale che ha preso il posto dell’ex cinema Excelsior, già Sala Garibaldi. Era il giorno degli inviti e delle autorità e il tappeto rosso all’ingresso, lo spiegamento di forze dell’ordine e quell’agitazione che si vede in tv per eventi che accadono di solito in altre città se non addirittura in altre nazioni, oggi erano tutte nel centro storico di Prato.
Questa piccola passerella pratese, interrotta a più riprese dalla musica sparata a tutto volume da Roberto, sotto lo sguardo attento dei pratesi non invitati intenti a bersi l’aperitivo lì accanto, ha visto il passaggio non solo di uno stuolo di politici di ogni schieramento, di presidenti e manager di partecipate, di associazioni locali e nazionali, di attori, imprenditori, musicisti e artisti in generale, ma anche del vice presidente del Csm David Ermini e del presidente dell’associazione allenatori Renzo Ulivieri. Oltre, naturalmente, a Walter Veltroni, che di politica non ha voluto parlare perché era lì solo per presentare la prima pratese del suo film “È stato tutto bello, storia di Paolino e Pablito”. Pablito e la Sala Garibaldi che tornava a nuova vita è stato il cortocircuito emotivo che ha accompagnato tutta l’inaugurazione ufficiale. Un doppio amore, uno che si riaccende dopo tredici anni di chiusura, e l’altro che si reitera ad ogni occasione per celebrare “Il personaggio pratese più noto”, come lo ha definito il sindaco Biffoni.
A fare le presentazioni è toccato a Francesco Fantauzzi, patron di Fonderia Cultart, del Settembre Prato è Spettacolo e componente della Civico 69 srl, l’azienda creata ad hoc per restaurare e gestire Il Garibaldi Milleventi. «Siamo commossi all’idea di riaprire dopo tredici anni questo spazio e di restituirlo alla città – ha esordito di fronte alla platea – Questo è uno spazio che è stato pensato per essere flessibile, un contenitore capace di ospitare cinema, musica, spettacoli e altro ancora».
«La riapertura di quella che fu la Sala Garibaldi ha scosso ed emozionato un’intera comunità – ha detto invece il sindaco Biffoni – e quando si riaccende una luce non possiamo che esserne felici: è una festa per tutta la città».
Sul palco, poco prima della proiezione in anteprima del docu-film, sono saliti anche il fratello maggiore di Paolo Rossi, Rossano, e la moglie del calciatore scomparso nel dicembre 2020 Federica Cappelletti. «Sono onorato di essere qui, in uno spazio che ho vissuto da ragazzo e mi ricorda la mia adolescenza», ha detto Rossano Rossi. «Questa sala è un altro pezzo della vita di Paolo e sono felice di conoscerlo – ha aggiunto Federica Cappelletti – anche qui farà sentire la sua presenza».
È spettato invece a Walter Veltroni presentare il film, che sarà proiettato anche lunedì 21 e martedì 22 al Garibaldi.
«Paolo Rossi è mondo – ha esordito – non è solo Prato, Toscana e Italia, è mondo. Provate ad andare in un altro paese e a chiedere di Paolo Rossi e vedrete. Non era solo una persona gentile, lasciava proprio una scia di sorriso, non saprei come definirla altrimenti. Nel film ho cercato di raccontare anche questo, oltre al Pablito sportivo che conoscono tutti. Paolo Rossi è un uomo che ha combattuto per tutta la vita, che è caduto e che si è rialzato, e ci ha regalato una gioia infantile che non è paragonabile a nessun’altra nella storia dello sport di questo paese».