Gli Zen Circus arrivano all’anfiteatro del Centro Pecci mercoledì 13 luglio per un concerto che promette, dopo un lungo periodo, di ricongiungerli al loro pubblico in occasione anche dell’uscita del nuovo album “Cari fottutissimi amici”, pubblicato lo scorso 27 maggio.
Sarà anche l’occasione per ascoltare dal vivo alcune delle più belle canzoni rock pubblicate in Italia negli ultimi anni. Perché in giro sono davvero pochi quelli in grado di scrivere come Appino, capace com’è di pescare a piene mani nella nostra quotidianità per farne quadri lucidissimi che trasudano la malinconia, la rabbia, i rimpianti e il malessere umano, politico e sociale di almeno una generazione.
Che poi è quella cresciuta negli anni Novanta, quella un po’ incazzata e sempre pronta a una rivolta di cui poi si è dimenticata e che adesso, intorno ai quarant’anni, continua a dibattersi nei postumi di una sopravvivenza involontaria, autoironica e nichilista, e si guarda indietro senza spiegarsi del tutto perché le strade si siano risolte in vicoli ciechi, le prospettive ristrette a buchi della serratura e i sentimenti sembrino ancora animali incomprensibili.
Eppure, le canzoni degli Zen Circus e i testi di Appino sono sempre degli inni alla vita, alla granitica necessità di andare avanti. Oltre ogni errore, incomprensione e dolore che l’esistenza ti abbia messo davanti. Senza mai imparare davvero qualcosa ma non per questo smettendo di cercarla quella cosa che si fatica così spesso a chiamare col proprio nome: felicità.