“Settantadue nomi – Italian Garden” è il progetto di Marco Bagnoli che verrà presentato al Centro Pecci di Prato mercoledì 29 giugno, alle 18.
“Settantadue nomi – Italian Garden” è l’opera site-specific di Marco Bagnoli che verrà presentata mercoledì 29 giugno alle 18 presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Con l’opera, recentemente inaugurata nel parco che circonda la Villa Medicea dell’Ambrogiana di Montelupo Fiorentino, il Museo della Ceramica di Montelupo, con un progetto della Fondazione Museo Montelupo Onlus, ha vinto l’edizione 2020 di “Italian Council”, il bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per sostenere, promuovere e valorizzare l’arte contemporanea italiana nel nostro paese e nel mondo.
La serata al Centro Pecci è il primo di una serie di appuntamenti che si svolgeranno nei musei partner del progetto: oltre al Centro Pecci di Prato ci sono infatti il Museo della Ceramica di Montelupo e Magazzino Italian Art Center a Cold Spring (NY). Durante l’evento saranno presentato il catalogo e il video d’arte che costituisce parte integrante dell’opera. Il catalogo dell’opera, curato da Giuliano Serafini e edito da Fondazione Museo Montelupo, è arricchito da un testo critico di Pier Luigi Tazzi che è stato, fino alla sua scomparsa, parte attiva nella concezione del progetto.
A seguire la proiezione del video “Settantadue nomi – Italian Garden”, che documenta l’intero processo di creazione dell’opera: la regia è di Giulia Lenzi con Okno Studio, la fotografia di Ela Bialkowska, la coreografia è di Catherine Galasso.
L’opera “Settantedue nomi – Italian Garden” è stata ideata nel 2010 dopo un viaggio in Iran, ed è stata inizialmente pensata per il Padiglione Italiana di Auroville, città indiana nata dalla visione del filosofo e mistico Sri Aurobindo: le piante circondano una fontana e, nella sua evoluzione pensata per il giardino ad Isfahān, in Persia, i vasi sostituiscono le piante. “Pur cambiando nel suo aspetto formale l’opera si fonda sempre sul quinconce: gruppo di cinque unità, di cui quattro son vertici di un quadrato e la quinta è il suo centro – si legge nella presentazione – Da questa disposizione armonica nasce nell’opera per la Villa Ambrogiana un giardino originario: rappresentazione simbolica della terra nel momento della sua creazione; sospensione in un luogo in cui le cose ancora non emanano alcuna ombra e ci sono restituite in tutta la loro purezza”.
L’opera è costituita da 72 vasi in ceramica blu, verde e rame a terzo fuoco: il centro ospita la forma ideale di un vaso asimmetrico che, nella sua rotazione, da origine ai 72 profili dei vasi torniti. “Settantadue nomi – Italian Garden” ha inoltre una componente sonora fondamentale: una voce che viene dai vasi stessi e che intona le parole del poeta persiano Rumi. A completare la presentazione, infatti, sarà un reading poetico di Bagnoli e di Sara Fruner, di fronte a “La Città del Sole”, opera di Marco Bagnoli presente nella Collezione Pecci.
Il catalogo e il video d’arte saranno presentati, in seguito, negli altri musei partner del progetto: il 15 luglio, alle 21,30, presso la Fornace del Museo di Montelupo Fiorentino, in via Giro delle Mura 88, e il 18 agosto, alle 18 ore italiane, presso il Magazzino Italian Art Center a Cold Spring(NY), che metterà online sul suo sito il video della performance di inaugurazione dell’opera.