Dopo i cicli di conferenze multimediali partite con il 1967 e i Beatles, questa estate il critico musicale Alessio Zipoli propone quattro incontri dedicati al 1972, “un anno il cui patrimonio compositivo e culturale – si legge nella presentazione – ha contribuito alle fondamenta degli ultimi cinquant’anni di storia della musica”.
“Questo piccolo grande 1972 – L’alfabeto del pop italiano”, questo il nome della rassegna, fa parte del cartellone della Prato Estate 2022 ed è a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato. Tutti gli incontri si terranno alla scuola di musica Verdi.
Il programma
1° incontro – martedì 21 giugno ore 21.30
E penso a te, tra giardini di marzo e bionde trecce nel mio canto libero
L’anno irripetibile di Lucio Battisti
Mentre in Italia impazziva il “Tuca tuca” di Raffaella Carrà, Lucio Battisti esordiva con un’etichetta indipendente, la Numero Uno, e un singolo apparentemente “facile” di raffinata riflessione sul passaggio all’età adulta: “La canzone del sole”. Il brano diventerà il più popolare dell’artista ma anche l’inizio della seconda fase del sodalizio con Mogol, sancito da due capolavori da soli valgono una carriera: un album “nero”, “Umanamente uomo: il sogno”, che contiene brani come “E penso a te” e “I Giardini di marzo” e un album “bianco”, “Il mio canto libero”, impreziosito oltre alla titletrack da brani come “Io vorrei…non vorrei… ma se vuoi” e “Vento nel vento”. 12 mesi di apogeo per Re Lucio da Poggio Bustone.
2° incontro – giovedì 30 giugno ore 21.30
Impressioni di settembre: alla corte del Prog italiano
Mappatura di un ’eccellenza tricolore dalla nascita della PFM al Sanremo di Jesahel Non c’è da stupirsi che i Genesis trovino in Italia un pubblico particolarmente caloroso e sensibile: da anni erano state avviate nel Belpaese sperimentazioni sinfoniche di pop barocco con innesti “hard”. La nascita in parallelo delle Premiata Forneria Marconi e del Banco del Mutuo Soccorso sconvolgono ogni precedente assetto, dando il via alla stagione trionfale del progressive italiano. La PFM con “Impressioni di settembre” riesce persino a sfornare una hit, ma la vera consacrazione avverrà allo storico Sanremo del 1972, quando Ivano Fossati con i suoi Delirium si presenterà per la prima volta in pubblico intonando “Jesahel”, destinato a divenire un autentico inno generazionale.
3° incontro – giovedì 7 luglio ore 21.30
Caramelle non ne voglio più …
La maturità artistica di Mina dalla Bussola fino a “Grande, grande, grande”
Divenuta mamma per la seconda volta, e dopo i consensi nazionalpopolari di Canzonissima, sembra giunto per la signora Mazzini il tempo di un riposo di rendita. Ma si trattata del più squisito errore di calcolo: arriva l’omonimo album “Mina” con in copertina una scimmia, presentando un’immagine ironicamente dissacrante del proprio ruolo di icona. In rapida sequenza inanella due perle inarrivabili del proprio songbook con “Grande, grande, grande” e il delizioso duetto con Alberto Lupo di “Parole, parole”. Ma questo è anche l’anno del culmine della collaborazione artistica con Battisti, portando non solo nuovi gioielli come “Amor mio” e “La mente torna”, ma il duetto più leggendario della storia della televisione italiana. E tutto questo prima di pubblicare quello che è ritenuto il suo “live” più bello di sempre, “Dalla Bussola”, tornando dove tutto ebbe inizio.
4° incontro – giovedì 14 luglio ore 21.30
Quella sua maglietta fina … mentre correva la locomotiva
Baglioni e Guccini nuovi protagonisti della canzone italiana tra pop e musica d’autore
Solo un anno come il 1972 poteva concludersi con l’arrivo di due album quasi antitetici, eppur complementari. Francesco Guccini, professore ed ex autore beat, trova finalmente in “Radici” la sua identità, familiare come l’iconica fotografia color seppia della copertina, musicale come dimostrano le lunghe e potenti ballate che irrigano il disco: una di queste, “La locomotiva”, che diventerà il cavallo di battaglia per eccellenza della gioventù impegnata del tempo. Ma la stessa gioventù si ritroverà anche nella mini opera-pop ambiziosamente creata dal giovane Claudio Baglioni. “Questo piccolo grande amore” è il primo coraggioso ritratto degli adolescenti italiani degli anni ’70, tra sogni, utopie ma anche quotidiane realtà come la leva militare e l’inserimento nel mondo degli adulti. Due artisti e due album che formano l’atipica e originale visione del nuovo cantautorato italiano, in parte rivolta ad attualizzare il passato e in parte rivolta a immortalare l’incandescente presente della storia italiana.